Come sono diventato un supereroe: recensione del film Netflix
Arriva su Netflix il 9 luglio il film tratto dall'omonimo romanzo di Gérald Bronner. Un superhero movie in salsa francese che si mescola con il poliziesco e il thriller, diretto dall’esordiente Douglas Attal e interpretato tra gli altri da Pio Marmaï e Benoît Poelvoorde.
L’enorme mole di progetti audiovisivi legati all’universo sterminato dei supereroi provenienti dal mondo dei fumetti, dei romanzi o dall’immaginazione dello sceneggiatore o showrunner di turno ad essere approdata da un ventennio a questa parte sul grande e piccolo schermo, da sola dovrebbe bastare a capire quanto difficile stia diventando, per chi vuole confrontarsi con il filone in questione, trovare un qualche spunto originale. E infatti nel mercato internazionale si passano il testimone pellicole e serie che, oltre a sembrare fotocopie più o meno simili tra loro, fanno del riciclo o del mix di ingredienti già codificati il biglietto da visita e in molti casi il proprio tallone d’Achille. Non fa eccezione Come sono diventato un supereroe, ultimo arrivato in casa Netflix (dal 9 luglio), che in quanto a opere con protagonisti superuomini e superdonne dotati di superpoteri ha già messo in mostra il suo nutrito arsenale, compresa la sua prima serie originale Jupiter’s Legacy.
Come sono diventato un supereroe mescola gli elementi classici del filone supereroistico con quelli del poliziesco
Tutto dunque lascerebbe presagire l’ennesimo superhero movie equipaggiato di tutto punto e armato sino ai denti di cose già viste e sentite. E in parte è così, se non fosse che l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Gérald Bronner del 2007 di Douglas Attal, figlio del noto produttore Alain qui alla sua opera prima, ha nel suo caricatore un paio di cartucce nuove di zecca da sparare. La scelta di mescolare gli elementi classici del filone con quelli del poliziesco e di assistere a personaggi che acquistano i superpoteri tramite l’assunzione di una droga non sono elementi narrativi e drammaturgici nei quali ci si imbatte spesso. Il ché garantisce al film del cineasta francese e alla sua matrice, al contempo un motivo d’interesse e d’essere.
Nella Parigi del 2020 i superpoteri sono una droga che si acquista agli angoli delle strade
Questi due ingredienti non logori o abusati mettono nelle condizioni il racconto di coinvolgere il fruitore in uno scontro tra forze del bene e del male che, in termini di dinamiche ed eventi, ha qualcosa di nuovo da spendere e da proporre. Nello specifico, il lungometraggio ci porta al seguito del tenente Moreau costretto a lavorare, fianco a fianco, con una detective talentuosa di nome Schaltzmann, per riuscire a sgominare una banda di criminali che traffica stupefacenti in grado di dare i superpoteri. Siamo nella Parigi del 2020 e ormai i supereroi sono perfettamente integrati nella società, quindi chi li possiede non è oggetto di persecuzioni, pregiudizi o di una caccia spietata come nel caso dei mutanti di X-Men. Tuttavia la vita non è facile perché i superpoteri non sono più un dono o una maledizione per chi li possiede, ma qualcosa che si può acquistare all’angolo di una strada in una dose da inalare.
Come sono diventato un supereroe – La nutrita e variegata pattuglia di attori capitanata da Pio Marmaï è l’altro asso nella manica del film
In generale cambiano i fattori ma non la sostanza, ma c’è da dire che le suddette varianti al tema tradizionale proposte da Bronner e Attal conferiscono al risultato un’anima drammatica davvero interessante, che lascia presagire futuri sviluppi qualora si decida di trasformare questo film nel capitolo inaugurale di una promettente saga in salsa transalpina. La nutrita e variegata pattuglia di attori capitanata da Pio Marmaï, nella quale figura anche Benoît Poelvoorde, è l’altro asso nella manica che la pellicola ha potuto e potrà spendere anche in futuro. Cosa che ci auguriamo, perché il regista sa il fatto suo dietro la macchina da presa e lo ha dimostrato con le scene degli scontri nel garage a metà della timeline e quelli nel covo con i quali si concludono le pirotecniche ostilità.
Il film è su Netflix dal 9 luglio 2021.