Conspiracy – La cospirazione: recensione del film con Al Pacino
Conspiracy – La cospirazione racconta le vicende di un giovane avvocato, Ben Cahill (Josh Duhamel) che, accecato dall’ambizione, si ritrova invischiato in un delicato intrigo di potere. A tessere la ragnatela in cui Ben rimane incastrato sono Arthur Denning (Anthony Hopkins), un corrotto manager farmaceutico, è Charles Abrams (Al Pacino), uno dei soci del suo studio legale. Un semplice caso di frode, si rivela essere un gioco pericoloso e l’uomo dovrà cercare di scoprire la verità, prima che sia troppo tardi.
Quello che sembra avere tutti i presupposti per essere un classico legal thriller, senza infamia e senza lode, si rivela essere un debole minestrone di trama confusa e frasi che cercano di impressionarci, ma che nemmeno Al Pacino riesce a rendere credibili. I punti deboli sono tanti, troppi e a salvarsi è ben poco.
Conspiracy – La cospirazione, da thriller psicologico a dramma confuso
La cospirazione ci prova davvero, ad essere un bel film intrigante. Sembra davvero che ce l’abbiano messa tutta. Partiamo dal cast, decisamente importante. La presenza di due mostri sacri del cinema mondiale, Al Pacino e Anthony Hopkins, è un meraviglioso specchietto per le allodole. Purtroppo, però, la presenza dell’Hollywood Royalty ha smesso di essere una garanzia. Sono molti gli esempi, negli ultimi anni, che dimostrano quanto sempre più attori di alto livello si immischino in progetti sbagliati e Pacino e Hopkins ci sono cascati più volte ormai: pensiamo rispettivamente a Jack & Jill (2011) o a Il Rito (2011), per citarne un paio. Le loro interpretazioni sono sempre impeccabili, ma non riescono a salvare un film che cola a picco.
Il protagonista della pellicola è Josh Duhamel che, purtroppo, non riesce ad essere un credibile leading man. Viene eclissato, oltre che da Pacino e Hopkins, anche da altri componenti del cast, prima tra tutti Alice Eve, che interpreta la moglie Charlotte.
La colonna sonora è, passateci il termine, esagerata. Il tentativo di creare tensione si trasforma nella parodia di un thriller complottistico. Ogni picco, volto a sottolineare un colpo di scena, contribuisce solamente a renderlo meno convincente.
Da promuovere la regia di Shintaro Shimosawa, per la prima volta dietro alla cinepresa dopo un fortunata carriera come produttore (The Grudge, 2004) e come sceneggiatore (Repentance – Troppo Tardi, 2013). La presenza di alcuni piani sequenza e di inquadrature molto azzeccate, sono l’elemento più piacevole e rendono meno noioso un film che vede nella trama il suo fondamentale punto debole.
I presupposti iniziali potrebbero anche costituire un classico legal thriller, non eccezionalmente originale, ma sicuramente godibile. Gli intrighi piacciono a tutti. La storia, però, prosegue malamente. La trama si infittisce nel modo sbagliato, cercando di sorprendere lo spettatore confondendolo e davvero non in senso buono. Il film diventa un colpo di scena dopo l’altro senza che un evento sia necessariamente collegato all’altro e senza che abbia particolarmente senso. Il finale lascia lo spettatore interdetto, incredulo, e il pensiero immediato corre alla totale mancanza di un filo logico. Al termine dei titoli di coda è necessario andare su Google e cercare una spiegazione, una qualunque, per le azioni dei protagonisti. Non la troverete.
La sceneggiatura, scritta da Adam Mason e Simon Boyes, tenta un’impresa alla John Grisham, con tanto di denuncia alla corruzione nel sistema legale e giuridico. L’errore è mettere troppa carne al fuoco mischiandola, tra l’altro, a casaccio. La cospirazione non è L’uomo della pioggia (The Rainmaker, 1997) e le spiegazioni simil-filosofiche sulla verità e la moralità nel sistema giuridico, sono campate per aria.
Il cast di Conspiracy – La cospirazione è completato da Malin Akerman, Byung-hun Lee, Julia Stiles e Glen Powell.
Il film è al cinema già dal 15 giugno, distribuito da Lucky Red.