Controfigura: recensione del film di Rä di Martino
Rä di Martino dirige, in modo intelligente e particolare, il film Controfigura, avvalendosi dell'interpretazione di Valeria Golino e Filippo Timi
Oltre i limiti del cinema, della finzione, del reale ed un’analisi profonda sul ruolo dell’attore, tutto questo e molto di più è Controfigura, presentato alla 74ª edizione della Mostra del cinema di Venezia. Ultima opera della regista ed artista Rä Di Martino, la quale offre una prova estetica ed artistica profonda ed intensa.
Marrakech, con la sua ambientazione ed architettura, fa da sfondo a questo film dalla fotografia delicata e profondamente estetica. Controfigura si può riassumere perfettamente con la frase pronunciata da un ragazzo marocchino nel film stesso, il quale cerca di descrivere proprio la pellicola: “it’s a film inside a film, inside a backstage, inside a story” ovvero “è un film dentro ad un film, dentro al backstage, dentro una storia”, infatti questa pellicola è un’opera meta-cinematografica che riflette sul mezzo del cinema stesso, ma soprattutto e non ultimo sul ruolo dell’attore e della controfigura. Momenti di scene girate, di making of, di ricerca di location e backstage si mischiano in questo film che si prefigge di rifare il remake del film The Swimmer. L’atmosfera del film viene alleggerita con una canzone, quasi leit motiv, che ritorna più volte all’interno del film e lo chiude anche, ovvero Giallo tropicale, brano del 1984, interpretata da Mino Di Martino, padre della regista.
Controfigura: Filippo Timi e le piscine da attraversare come fiumi
The Swimmer è un film drammatico del 1968, tratto dall’omonimo racconto breve (1964) di John Cheever, che vedeva nei panni del nuotatore Burt Lancaster e accanto a lui la giovane attrice Janet Langard. Ned Merril decide di nuotare fino a casa, attraversando tutte le piscine che sul suo cammino troverà per tornare dalla sua famiglia, da sua moglie e dalla sua vita apparentemente perfetta. Proprio come il protagonista di questo film anche il Ned di Rä di Martino, interpretato in Controfigura da Filippo Timi, si prefigge di nuotare fino a casa attraversando piscine, utilizzate come una sorta di fiume. La controfigura di Filippo/Ned sarà l’attore Corrado Sassi. Prove, discorsi di produzione, la crew a lavoro, la crew che si rilassa la sera a cena con un po’ di vino, Valeria Golino sul set, discorsi rubati nei momenti di pausa dalle riprese: tutti questi elementi mischiati insieme formano l’opera Controfigura, un film profondo, che si interroga non solo su se stesso, ma anche sul ruolo di un attore, di una controfigura. In una pausa, proprio Corrado Sassi, mentre riflette sul concetto di “meta” dal greco, dirà “forse un meta-attore è un attore che recita a fare l’attore” la sua controparte, di cui si sente solo la voce, risponderà: “in fondo la controfigura è un po’ un meta attore.”
Il reale, l’assurdo ed il remake si mescolano in Controfigura creando un film che riflette su se stesso come mezzo
Questa ricerca interiore che il film fa dentro di sé è supportata da una regia intelligente e particolare, che decide alle volte di rendere protagonista oggetti, parti del corpo e visuali che normalmente passano in secondo piano in un film. Mentre Filippo Timi parla, viene inquadrato dalla vita in giù, oppure la camera inquadra una sigaretta in un posacenere con le voci di sottofondo o la Golino al telefono. Tutti questi aspetti vengono mostrati, così diventano protagonisti prospettive, dettagli e segreti che spesso vengono messi da parte o ignorati in un film. La sincerità degli attori, la loro spontaneità, il mettersi in scena come sono, fa sì che non si siano mai visti attori più veri come in questa storia, dove tre livelli, quello della storia del nuotatore, quella del film che si gira e quella del backstage, ai limiti di un documentario, si mescolano insieme creando una realtà sincera e di grande bellezza estetica.
Controfigura: la regia di Rä di Martino è intelligente e particolare
Sempre uno dei ragazzi marocchini, in una parte documentaristica del film, cerca di spiegare questo film e sul suo contenuto dice: “the truth is in the backstage […] It’s similar to the circus the clown in the backstage is sad, but on stage he shows another face and is happy and makes you laugh” in italiano: “la verità è nel backstage […] è simile al circo, un clown nel backstage è triste, ma poi sul palco deve mostrare un’altra faccia, è felice e ti fa ridere”. Forse è anche questo Controfigura, la ricerca della verità dietro a un film, così come è, senza decori e finzione, la ricerca del vero e del reale all’interno di un film che supera i suoi stessi limiti e si interroga su se stesso tramite se stesso, dove l’assurdo ha un senso ed il senso si perde nel reale.