Cop car: recensione del film thriller con Kevin Bacon
Un ruolo inedito viene ritagliato su misura per Kevin Bacon in Cop Car, un film dal ritmo inusuale ma forte di interpretazioni sentite che attirano subito l'attenzione.
Cop car, scritto e diretto da Jon Watts e disponibile su Amazon Prime Video, traccia tre profili caratteriali ben inquadrati in un impianto scenico ripulito da elementi di disturbo. Distese lande disegnano uno sfondo impeccabile, mentre assistiamo alla scoperta di una trappola potenzialmente letale da parte di due bambini, Travis (James Freedson-Jackson) e Harrison (Hays Wellford): una macchina della polizia abbandonata viene trovata in un campo. Il proprietario, lo sceriffo Kretzer (Kevin Bacon), si mette subito sulle loro tracce per riprendere il possesso del veicolo. Ritrovandosi al centro di un pericoloso gioco del gatto col topo, i due giovani protagonisti dovranno confrontarsi con una realtà torbida e dai risvolti cruciali per la loro crescita caratteriale.
Cop car: un inseguimento incessante, dal ritmo cadenzato
Cop car si distingue subito per un ritmo davvero bizzarro, delineato alla perfezione da Jon Watts in sede di regia e sceneggiatura. Nel descrivere la gioia intrinseca e la spensieratezza smodata di due bambini in un terreno di gioco realmente vasto, la pellicola si concentra molto sul loro legame, su un amicizia incrollabile e destinata a rimanere salda. Gli elementi propri del thriller, come uno svolgimento al cardiopalma e una sistematica disposizione di svolte improvvise, vengono quasi del tutto abbandonati, in favore di una caratterizzazione ottimamente gestita sul piano emozionale. Travis e Harrison guidano una macchina abbandonata, riportata in vita per riaffermare la loro candida condizione di personaggi estremamente positivi.
Un valore simbolico si può attribuire a questi momenti apparentemente distaccati dalla trama vera e propria, ma è proprio la dinamica e il rapporto stabilito fra regista e attori che risulta assolutamente vincente. Kevin Bacon, vestendo i panni di un villain scrupoloso e attento a non lasciarsi dietro prove schiaccianti, interviene a gamba tesa per destabilizzare gli equilibri raggiunti dal trio Freedson-Jackson/Weelford/Watts, immettendo quell’energia in più alla messinscena altamente ricercata. Il contrasto appare in evidenza dunque fra carattere incantato e giocoso dei protagonisti e antagonista desideroso di riportare ad uno stato ottimale un piano finemente elaborato dietro le quinte.
Cop car: si teme seriamente per la vita dei giovani protagonisti
L’impatto che si viene a creare in Cop car è palpabile: si teme per la vita di due giovani interpreti che dominano la scena senza un copione schematico e da seguire al dettaglio. La regia indugia su piani estesi e campi lunghissimi per inquadrare i bambini in un contesto scenico totalmente scevro di qualsiasi impurità. L’ambientazione è una co-protagonista aggiuntiva che cerca di tendere la mano verso le potenziali vittime di uno scontro letale. Contenere tre personaggi di rilievo in una location poco popolata – Fountain, nel Colorado – e intessere una caccia sempre più sostenuta in termini di pathos e risoluzione di conti è un pregio di rilevante importanza all’interno del film.
Watts tiene a debita distanza l’accumulo di sequenze adrenaliniche per il puro gusto di stupire, e si concentra sulla delineazione di caratteri persi nel vuoto, in attesa di scontrarsi. Fissano punti invisibili di una mappa sconfinata, trovando il divertimento anche in circostanze assurde e da rivedere in corso di svolgimento. Un percorso di formazione disincantato si abbatte sui bambini mentre il custode, Watts in cabina di regia, prova disperatamente a separare le due facce di una medaglia che potrebbe sporcarsi di sangue.
L’unione carnale fra reparto fotografico, a cura di Matthew J. Lloyd, e direzione intrapresa è un valore aggiunto che svolge un ruolo fondamentale all’interno del tenero rapporto fra Travis e Harrison. Una patina calorosa avvolge i giovani interpreti, mentre la tensione viene gestita in separata sede da un Kevin Bacon incredibilmente incisivo nella sua prova recitativa. Il secondo lungometraggio di Jon Watts, prima di cimentarsi negli Spider-Man targati Marvel Studios, possiamo, in definitiva, ritenerlo molto valido e degno di visione.