RomaFF13 – Correndo Atrás: recensione del film di Jeferson De
La nostra recensione di Correndo Atrás, commedia di Jeferson De a ritmo di samba e ad ambientazione calcistica presentata a RomaFF13
Correndo Atrás è un film del 2018 scritto e diretto da Jeferson De, presentato nella selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma. I protagonisti del film sono Ailton Graça, Juan Paiva, Lázaro Ramos, Nicole Bahls, Tonico Pereira e Juliana Alves. Correndo Atrás è tratto dal romanzo Vai Na Bola, Glanderson! di Hélio de la Peña.
Paulo Ventania (Ailton Graça) è un simpatico e irresponsabile uomo di Rio de Janeiro, che tira a campare vendendo cianfrusaglie nel centro della città, nel costante ricordo del suo passato da promessa del calcio brasiliano e nell’appassionato tentativo di ricucire il rapporto con l’ex moglie. La vita di Paulo subisce un’inaspettata svolta nel momento in cui si imbatte nel giovane Glanderson (Juan Paiva), vero e proprio talento calcistico, nonostante il suo piede destro abbia solo tre dita. L’uomo diventa così il pigmalione di Glanderson, cercando di trasformarlo nel nuovo Neymar e di prendersi così una rivincita con il suo passato.
Correndo Atrás: un mosaico colorato, divertente e rumoroso del popolo brasiliano
Jeferson De torna a raccontare, dopo i precedenti Bróder e O Amuleto, la situazione sociale del Brasile, scegliendo però un approccio decisamente leggero e spensierato e utilizzando come cardine del racconto la passione per eccellenza del suo popolo, ovvero il calcio. Fin dai primi minuti, veniamo infatti travolti dalla simpatia e dalla spontaneità del protagonista Paulo Ventania, che diventa manifesto del lato più solare e ridanciano di un intero popolo e chiave emotiva di una storia di rivincita e di speranza, di passione e di tenacia. Seguiamo così un uomo fallito nel lavoro e nella vita che si arrabatta nel tentativo dapprima utopico, ma progressivamente più concreto, di rientrare in quel mondo del calcio che lo ha brutalmente respinto dalla porta secondaria, ovvero come agente di una delle tante promesse che affollano il movimento calcistico brasiliano.
Grazie anche alla convincente prova di Ailton Graça, Paulo Ventania è l’elemento più rappresentativo dell’apprezzabile universo di personaggi di Correndo Atrás, capaci di dare vita sia ai lati più gioviali ed energici sia a quelli più malinconici e violenti del popolo brasiliano. Non fatichiamo quindi a prenderci a cuore il destino di piccoli tasselli di un mosaico colorato e rumoroso, dal giovane che insegue disperatamente un sogno al cinico negoziante sotto casa, passando per l’ex moglie rancorosa, la bella e il boss di quartiere e il classico trafficone dell’ambiente calcistico. Purtroppo però ci accorgiamo ben presto che sotto la scorza dell’ironia, di un montaggio frenetico e di una fotografia piacevolmente cangiante rimane ben poco, se non il trito e rudimentale messaggio di continuare a inseguire i nostri sogni, nonostante le difficoltà e gli ostacoli sociali.
Correndo Atrás non scende adeguatamente nel dettaglio della complessa situazione sociale brasiliana
Il cocktail di commedia, calcio, amore e malavita messo insieme da Jeferson De si dimostra così decisamente troppo esile e leggero per lasciare qualcosa che vada oltre all’adorabile cialtroneria del protagonista e alla credibile rappresentazione degli interessi extra sportivi che girano intorno al calcio contemporaneo, che gli appassionati certamente apprezzeranno. Manca purtroppo la profondità di sguardo e di analisi necessaria a fotografare i pregi e le contraddizioni di una società tanto affascinante quanto problematica, e l’assenza di qualsiasi tipo di drammatizzazione del racconto penalizza inevitabilmente il risultato finale.
Azzardando un paragone calcistico, Correndo Atrás si rivela una squadra dal gioco frizzante e propositivo, ma troppo fragile per incidere realmente sulla partita e portare a casa la vittoria. Rimane così il piacere di assaporare sul grande schermo il sorriso, i colori e la musicalità del popolo brasiliano, ma anche il rimpianto per una storia che avrebbe certamente potuto addentrarsi nelle pieghe di questa società e affiancare ai riusciti toni comici e alla fedele rappresentazione calcistica un’analisi più attenta e incisiva di questa complessa realtà.