Cruel Peter: recensione del film horror in arrivo su RaiPlay
Un horror Made in Italy di respiro internazionale: Cruel Peter è il film diretto dalla coppia di registi italiani Ascanio Malgarini & Christian Bisceglia, in arrivo sulla piattaforma di RaiPlay il prossimo 21 maggio. Un racconto macabro e sovrannaturale che si svolge in una Messina abitata dai fantasmi del passato.
Uscito nell’anno 2019, Cruel Peter, l’horror tutto italiano – o quasi – firmato a quattro mani dai registi Ascanio Malgarini e Christian Bisceglia, non neofiti del genere (vedasi Fairytale, del 2013), sarà a breve disponibile sulla piattaforma digitale di RaiPlay il prossimo 21 maggio 2021.
Una storia di fantasmi e possessioni demoniache ambientata in Sicilia, dapprima nel 1908, alla vigilia del tragico terremoto che ha scosso la città di Messina, e poi un secolo dopo quando il passato torna a bussare alla porta del presente, anzi, ad affiorare dal buio del terra fredda.
La trama di Cruel Peter
Erede di una ricca famiglia inglese con affari in Sicilia, Peter Hoffmann (Aran Bevan) è un bambino singolare, con una particolare inclinazione verso il sadismo e un’indole crudele che non cerca affatto di nascondere. Dopo la scomparsa del padre, infatti, Peter inizia a manifestare una certa crudeltà verso animali e persone, comportamento che lascia dietro di sé una scia di vendetta e un karma che ben presto gli si ritorcerà contro: il bambino, infatti, viene sepolto vivo in una bara dal giardiniere della famiglia, stanco dei ripetuti soprusi. L’improvviso terremoto del 1908 a Messina, però, seppellirà ancora di più il corpo del bambino che viene dimenticato sotto le macerie, almeno fino a quando – cent’anni dopo – la sua lapide non viene ritrovata dall’archeologo inglese Norman Nash (Henry Douthwaite). Recatosi in Sicilia con la figlia Liz (Zoe Nochi) per questioni lavorative, l’archeologo vedrà la sua famiglia entrare a contatto con lo spirito di Peter, in cerca di vendetta.
Una regia d’ispirazione asiatica, con tanti (forse troppi) effetti speciali
Dopo aver debuttato il 3 luglio 2019 al Taormina Film Festival, Cruel Peter ha fatto il giro del mondo apparendo sugli schermi cinematografici delle sale internazionali.
Sarà, infatti, per il suo look così “estero” o per il fascino di una storia che intreccia le credenze popolari sicule alle storie di paura più metropolitane, che il film è stato piuttosto apprezzato anche fuori dalla patria.
Non siamo abituati, come pubblico italiano, a guardare un horror con bandiera tricolore, eppure i registi Malgarini e Bisceglia ci tentano ancora una volta. Con un cast che sostiene bene la sceneggiatura dei due cineasti e una scenografia che incanta, Cruel Peter appare però un po’ troppo ancorato alle ispirazioni “a est”.
La regia, infatti, non può che ricordare da un lato quella di James Wan (e certo, è anche un complimento) nella saga The Conjuring, ma dall’altro forse guarda un po’ troppo al Sol Levante ponendoci ancora una volta davanti a un prototipo di spettro asiatico rivisitato in Occidente.
Con gli effetti speciali e visivi (bellissimi) di Makinarium, la factory apprezzata da registi del calibro di Ridley Scott e Matteo Garrone, e una fotografia cupa, da favola dark, il film si affranca maggiormente dalle produzioni italiane a cui siamo abituati, ma al tempo stesso lo fa con un certo abuso.
Lungi dall’essere uno di quei film horror in cui lo spavento sembra non arrivare mai, Cruel Peter ci mostra continuamente il mondo degli spettri, la rabbia vendicativa del ragazzino che tormenta Liz, fino a impossessarsene, ma lo fa in modo così sovraccarico da risultare – all’opposto – anestetizzante. Senza contare, che in fondo il cinema horror ci ha già più che assuefatti ai “bambini cattivi”, dalla Samara di The Ring a Esther di Orphan, inclusi i vari “figli del demonio”.
Non entusiasma nemmeno il finale, con tanto di esorcismo, che cerca di entrare in questo grande calderone di elementi horror ricorrenti senza traboccare al di fuori. In sostanza, Cruel Peter è un film che rende il pubblico italiano orgoglioso per il risultato raggiunto, ma che lo fa senza distinguersi nel (e dal) panorama internazionale.
Da guardare? Tutto sommato, sì: per la buona recitazione e la finezza del comparto VFX, senza aspettarsi di poter trovare in questa pellicola il nuovo film horror del cuore.
Leggi anche EXCL Cruel Peter: l’orrore è nei boschi in questa scena del film