Crypto Boy: recensione del film Netflix

Crypto Boy è una pellicola senza troppi infami, ma di cui risulta difficile anche tessere le lodi: il suo cuore, tuttavia, è nel posto giusto.

Crypto Boy è un film di genere drammatico disponibile in streaming su Netflix a partire dal 19 ottobre 2023. La pellicola è un vero e proprio prodotto a conduzione familiare: tra regia e cast, infatti, abbiamo ben due fratelli ed il loro papà. La profonda familiarità dei protagonisti e del loro regista serve a costruire una atmosfera molto calda e colorata che solo una conduzione tra consanguinei può offrire ad un’opera del genere.

Alla regia di questo dramma familiare vediamo Shady El-Hamus, regista olandese di origini egiziane, che unisce nella sua cinematografia l’immaginario di entrambe le culture. Il suo sincretismo di stile è un marchio importante, di riconoscibilità. Tuttavia, questa firma non è sufficiente a rendere il film all’altezza delle opere precedenti del regista.

Crypto Boy: un dramma familiare che cerca nel calore del focolare la sua qualità, ma resta una creazione senza sorprese

Crypto Boy recensione - cinematographe.it

Crypto Boy segue la storia di tecnologia, riscatto, successo e perdizione di un giovane residente di Amsterdam-Oost, Amir (Shahine El-Hamus). Fattorino per il vecchio ristorante messicano di suo padre, Amir sogna un futuro migliore, una speranza per il suo avvenire che possa mantenere il business di famiglia attivo ma renderlo più moderno e remunerativo.

Il padre di Amir, da parte sua, non si fida delle idee innovative e rivoluzionarie, ma anche tanto estranee, di questo ragazzo ventenne senza arte né parte. Omar (Sabri Saad El-Hamus) considera il figlio uno screanzato per nulla in grado di tenere le redini del locale, il suo caro Burrito. La situazione peggiora fino a rendere impossibile la vita della famiglia quando la gentrificazione del quartiere aumenta i prezzi degli affitti in modo esponenziale. Arriva dunque il momento in cui Amir decide di farsi valere, utilizzando metodi alternativi: fatale sarà l’incontro con un altro ragazzo, profondamente inserito nel mondo delle criptovalute. Amir scorprirà un modo alternativo, un mondo sconosciuto e misterioso, per fare soldi facilmente. Omar, completamente estraniato dal nuovo stile di vita di suo figlio, inizia a non riconoscerlo più. Sono tanti i tropi tipici dell’opera di formazione che vengono fuori da questa pellicola: la necessità di creare qualcosa di nuovo, che esula dall’educazione familiare, il bisogno di dimostrare – al contempo – qualcosa alla generazione precedente, responsabile della nostra crescita.

I protagonisti, Omar e Amir, sono interpretati da un padre ed un figlio, nonché rispettivamente padre e fratello anche del regista. El-Hamus sceglie questa formazione per creare un ambiente più vero, interpretazioni calde e ricche di tensione reale. Tuttavia, puntare tutto su questa familiarità, su questo calore del colore e dell’interazione umana tra i personaggi non migliora la prevedibilità del film.

La tecnologia che si oppone – nella sua incomprensibilità e nella sua ineffabilità di algoritmo, di macchina astratta – alla tradizione tangibile del duro lavoro non è un argomento nuovo. E se si tratta di gestire una materia già masticata, manipolata, bisogna cercare di darle una forma diversa, interessante, mai modellata in quella forma. L’opera di El-Hamus non riesce a trattare la sua materia artistica in modo nuovo o intellettualmente eccitante: le evoluzioni della pellicola sono prevedibili, così come i dilemmi posti dal suo contenuto.

Tutto fumo e niente arrosto, hanno asserito in molti. Il risultato finale è – purtroppo – proprio questo: una storia che sa di poco, nonostante abbia il cuore al posto giusto.

Crypto Boy: valutazione e conclusione

Crypto Boy è un tentativo simile a quello fatto – con successo e precedentemente – con la creazione di Forever Rich – Storia di un rapper del 2021. La pellicola è stata un enorme successo di pubblico e critica, proprio grazie alla sua narrazione diversa, colorata, al limite dell’irriverente. Tuttavia, il tentativo numero due con Netflix non risulta essere ai livelli del primo. Una regia più trascurata, un semplicismo immeritevole del cuore di questa pellicola, rende il film una favola prevedibile e senza mordente.

Dal talento di El-Hamus ci si può aspettare qualcosa di maggior pregio artistico, con la stessa intenzione di raccontare storie profonde, interessate a indagare la società moderna e anche l’animo umano nelle sue sfumature più pure ma anche nelle sue contraddizioni. Le intenzioni sono buone, ma c’è bisogno di maggior attenzione e cura per creare un prodotto profondo, con qualcosa di reale da dire.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.5

Tags: Netflix