Demon Slayer – Verso L’Allenamento Dei Pilastri: recensione del film di Harauo Sotozaki

Dalle spettacolari animazioni a cui siamo abituati, con però poca sostanza e troppa transitività.

Torna al cinema una delle serie più amate e lette dei tempi moderni, Demon Slayer – Verso L’allenamento Dei Pilastri, con un film che si allontana dal primo (The Mugen Train) con una storia puramente di transizione, che recupera la sua prima parte in un episodio già edito nell’ultima stagione della serie animata sul villaggio dei forgiatori. Forse ci si aspettava di più, ma il marketing vince sempre e noi non possiamo farci niente.

Demon Slayer: Verso L’Allenamento Dei Pilastri, poca sostanza e tanto hype

Demon Slayer - Cinematographe.it

Trasposto per intero l’undicesimo episodio della stagione passata, Demon Slayer: Verso L’Allenamento Dei Pilastri, si apre con l’inseguimento della quarta Luna Crescente perpetrato da Tanjiro (Natsuki Hanae), Netsuko (Akari Kito) e Genya. Con spettacolari scene d’animazione a cui ci ha abituato la serie animata, si ritrovano tutti i punti altissimi della serie. Con l’unico problema che il film di per se è un enorme mashup di episodi senza praticamente alcun senso di esistere. Ciò che ci si aspettava era più un intero arco racchiuso in un film, com’era successo per Il treno Mugen. Con la conquista del Sole da parte di Nezuko, sia nel manga che nella serie, si apre un arco narrativo complesso e ricco d’azione che porterà inevitabilmente allo scontro finale. Bisogna dire che anche nel primo arco narrativo del franchise si parlava di un momento piuttosto transitivo, anche se è bene ricordare che l’allenamento, durato più di un anno con il maestro Urokodaki nella prima stagione, ha dato luogo a momenti di valore e insegnamento al protagonista. Forse sarebbe stato più saggio (ma sicuramente meno remunerativo) racchiudere l’allenamento con i Pilastri in un unico film da un paio d’ore.

Purtroppo è la sostanza di una visione ricca che manca. Per coloro che hanno già visto l’ultima stagione, non solo sarà un inutile ed enorme recap, ma soprattutto una perdita di tempo in attesa della prossima stagione in uscita in Giappone nell’Aprile di quest’anno. La seconda parte del film infatti è ricca di didascaliche spiegazioni, e tempi morti, che si propongono preparatorie all’effettiva continuità della serie. Un giro artisticamente inutile e poco piacevole.

Che dire? Un po’ di delusione

Demon Slayer - Cinematographe.it

Come sempre la regia e le animazioni hanno fatto il loro corso, ma nulla di più. Nulla di originale o valevole di essere visto. Per coloro che hanno già guardato la stagione passata, troveranno Demon Slayer – Verso L’Allenamento Dei Pilastri un contenitore pieno di nulla. L’incapacità di concepire un film che ricoprisse un’intero arco narrativo o comunque che condensi una parte significativa del manga è una grossa perdita. Il prodotto ha puro scopo commerciale, perdendosi in una scrittura alle volte didascalica e secca. Confermata come una proiezione evento e nulla di più, è difficile rendere giustizia ad un lungometraggio così scarsamente contenuto.

In sala Demon Slayer porta sempre fan accaniti e amanti del genere, grazie a tutto il comparto tecnico che fa da padrone in questo genere di franchise. Un promozione dal minimo sforzo, massima resa. Dov’è bastato montare due episodi in fila e qualche grafica curata, per portare nelle sale, seppur per pochi giorni, un qualcosa che ha la sola utilità di ammortizzare costi. Gli episodi in sé non presentano problemi particolari, dato che seguono una linea già ben rodata e avviata di adattamento. Il “peccato” sta proprio nella mancanza di particolari e elementi distinguibili da una semplice visione continuativa della serie al momento dell’uscita della nuova stagione.

Demon Slayer – Verso L’Allenamento Dei Pilastri: conclusione e valutazione

Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba

L’importante è sapere che ciò che si sta vedendo non è altro che una lunga pubblicità. Un “trailer” spettacolarizzato ma tranquillamente godibile anche dal proprio divano senza grossi problemi. La sala fa tutto il lavoro e audio, grafica e montaggio regalano attimi di stupefacente bellezza. Già con Attack On Titan si è vista una manovra similare anche se non sovrapponibile. La dilatazione estrema per estrapolare il più possibile un ritorno in denaro, è una pratica che non sempre riesce a dare fede al valore artistico dell’opera e in questo caso si spera non si vada in questa direzione.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

3.6