Dèmoni: recensione del film horror di Lamberto Bava
Dèmoni è un film horror del 1985 diretto da Lamberto Bava. Per questa pellicola, certamente la più conosciuta e apprezzata della sua carriera, il figlio del grande Mario ha potuto contare su un cast tecnico e artistico di altissima qualità, comprendente Dario Argento (sceneggiatore e produttore), Franco Ferrini (sceneggiatore), Dardano Sacchetti (sceneggiatore), Sergio Stivaletti (effetti speciali), Claudio Simonetti (musiche) e Michele Soavi (assistente di regia e attore). Nonostante un’accoglienza fredda da parte della critica, nel corso degli anni Dèmoni si è guadagnato lo status di cult, conquistando il cuore degli appassionati del cinema dell’orrore in tutto il mondo. Nel 1986 il film ha avuto un sequel, sempre diretto da Lamberto Bava, intitolato Dèmoni 2… L’incubo ritorna.
Le due giovani studentesse Cheryl (Natasha Hovey) e Kathy (Paola Cozzo) ricevono da un misterioso individuo (con metà faccia coperta da una maschera) due biglietti per la prima di un film horror al cinema Metropol di Berlino. Le ragazze si recano quindi in questa sinistra sala cinematografica, dove cominciano a vedere la pellicola insieme ad altre persone, presumibilmente adescate nello stesso modo. All’improvviso, una prostituta presente alla proiezione si ferisce involontariamente al volto indossando una maschera. Il corpo della donna comincia quindi a riempirsi di bolle e ad andare in putrefazione, trasformandola in un demone assetato di sangue e morte. In modo del tutto simile a quello degli eventi narrati nel film che proiettato, prende il via una misteriosa e inesorabile epidemia demoniaca, che mette così a repentaglio le vite degli spettatori intrappolati nel Metropol.
Dèmoni attraversa con intensità e carattere diversi sottogeneri del cinema dell’orrore
Pochi anni prima della svolta fantasy con Fantaghirò, Lamberto Bava centra la sua prova migliore alla regia, dirigendo un piccolo grande classico dell’horror splatter italiano. Dèmoni riesce infatti ad attraversare con intensità e carattere diversi sottogeneri del cinema dell’orrore, facendo proprie alcune dinamiche dei film di Romero e degli slasher movie per poi giungere a un apocalittico e sorprendente finale. A brillare nel lavoro di questa sorta di dream team del cinema di genere italiano sono le brillanti e ipnotiche musiche di Claudio Simonetti (già universalmente noto per le colonne sonore di pellicole come Profondo Rosso e Zombi), a cui vengono affiancati pezzi storici di Motley Crue e Scorpions, ma soprattutto lo straordinario lavoro artigianale sugli effetti speciali da parte di Sergio Stivaletti, che in un’epoca ancora lontana da una spesso posticcia e artificiosa CGI dona realismo e tensione alle scene migliori del film.
Dal punto di vista dello splatter, Dèmoni non ha nulla da invidiare a nessuna produzione del periodo: fra sventramenti, mostruose trasformazioni, mutilazioni e fiumi di sangue e di vari altri liquidi, gli amanti dell’orrore e della violenza cinematografica troveranno certamente pane per i propri denti. Lamberto Bava dal canto suo, sfrutta abilmente questi elementi, riuscendo a mantenere la tensione sempre alta e a generare un notevole senso di claustrofobia nelle scene chiave della pellicola, concedendosi anche il lusso di infarcire la narrazione di citazioni e rimandi espliciti a grandi classici come Metropolis, 4 mosche di velluto grigio e La casa.
Uno dei punti deboli di Dèmoni è l’ingenuità della sceneggiatura
In mezzo a tanti pregi, che lo rendono un horror godibile da appassionati e non ancora oggi, Dèmoni mostra il fianco dal punto di vista della recitazione e, sorprendentemente, anche in fase di sceneggiatura. Non c’è certamente da meravigliarsi per la scarsa prova recitativa degli attori principali, che come spesso accade in questo genere non riescono quasi mai ad approfondire e caratterizzare degnamente i propri personaggi, ma stupisce vedere una squadra di sceneggiatori di tale caratura partorire uno script scarno e dai dialoghi inaspettatamente banali, colpevole inoltre di scadere in ingenuità (pensiamo all’arrivo dell’elicottero nelle battute finali) che non fanno onore a una produzione pregevole sotto tanti altri punti di vista. Non dispiace invece la precisa scelta di spiegare poco o nulla sulle origini e sulle cause di questo sanguinoso incubo a occhi aperti, che conferisce a Dèmoni una tangibile aura di mistero e magia per tutta la sua durata.
Con Dèmoni, Lamberto Bava mette in scena l’annullamento fra finzione filmica e realtà
Le entità malefiche protagoniste di Dèmoni non hanno quella connotazione politica e sociale che aveva contribuito a rendere immortali gli zombi dei capolavori di Romero, ma puntano dritti alle nostre debolezze nascoste, mettendoci di fronte alle nostre paure più arcaiche e ancestrali. Con un emblematico sfondamento dello schermo (esplicitato dalla scena più evocativa del film), la pellicola di Lamberto Bava riesce infatti nell’intento di mettere in scena l’incubo di ogni cinefilo, ovvero l’annullamento fra finzione filmica e realtà, trasportando l’orrore in un ambiente che solitamente è accogliente, sicuro e per certi versi sacro come quello della sala cinematografica. Nonostante alcuni difetti, Dèmoni riesce quindi nell’intento di intrattenere, scuotere e spaventare, rivelandosi fra i migliori prodotti dello splatter italiano e un limpido esempio della grandezza del glorioso cinema di genere nostrano.