Biografilm 2019 – Dicktatorship – Fallo e basta!: recensione del documentario
La nostra recensione di Dicktatorship - Fallo e basta!, documentario sul patriarcato e sul maschilismo diretto da Gustav Hofer e Luca Ragazzi.
“È un film che devi assolutamente vedere”, “È un documentario fatto apposta per te”, “Parla delle stesse cose che mi dici sempre tu”. Queste sono alcune delle frasi che potreste pronunciare al termine della visione del nuovo documentario di Gustav Hofer e Luca Ragazzi Dicktatorship – Fallo e basta!, cercando di diffonderlo e consigliarlo a conoscenti e parenti particolarmente sensibili al tema del maschilismo. Così facendo, aiutereste certamente la diffusione di una piccola grande opera, che merita la massima attenzione, ma le fareste anche un piccolo torto. Questo perché lo scopo di Dicktatorship – Fallo e basta! è quello di fare comprendere le cause e le conseguenze del pensiero maschilista soprattutto ai suoi beneficiari, cioè a chi, anche involontariamente e senza particolari colpe, ha sempre goduto nella propria vita di una sorta di vento favorevole, capace di aiutarlo in maniera invisibile ma fondamentale, a discapito delle donne.
Dopo aver trattato lo stato dell’omosessualità e dell’omofobia in Italia in Improvvisamente l’inverno scorso, la cosiddetta fuga dei cervelli in Italy: Love It, or Leave It e la crisi della sinistra nostrana in What Is Left?, i partner nel lavoro e nella vita Hofer e Ragazzi si concentrano stavolta sul maschilismo e sul patriarcato, evidenziando con lucida leggerezza le discriminazioni e le prevaricazioni subite ogni giorno nel nostro Paese dall’universo femminile. Una frase apparentemente scherzosa e inoffensiva come “È proprio una donna con le palle”, detta nell’intimità della propria abitazione, diventa efficace sintesi del radicamento sociale e culturale del maschilismo e motore narrativo per un viaggio dentro e fuori la penisola, alla ricerca delle radici e delle possibili soluzioni a un problema da cui nessuno è immune. Neanche le stesse donne, che con i loro comportamenti spesso e volentieri avallano la disparità di trattamento fra i sessi.
Dicktatorship – Fallo e basta!: un viaggio all’interno del patriarcato e della cultura maschilista nel nostro Paese
Le azioni e le parole di Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Donald Trump, perfetti rappresentanti della fallocrazia passata e presente, si alternano con gli interventi di sociologi, psicologi e di personalità che lottano quotidianamente sul fronte del femminismo, fra cui la scrittrice Michela Murgia e l’ex presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini, sottoposte in tempi non sospetti alla gogna social, soprattutto perché donne di successo, e tacciate miserabilmente di “buonismo”, come se difendere i più deboli e gli oppressi fosse un’azione deprecabile e disonesta. Attraverso le loro semplici ed esaustive analisi, riflettiamo sul ruolo che gioca a favore del maschilismo il nostro pregresso sociale e culturale e sull’importanza delle parole, spesso declinate a discapito delle donne, sia per ruoli di potere (Il Ministro, Il Presidente), sia per l’insulto, come l’universale “Sei una troia” rivolto a una donna, a prescindere dall’argomento e dalla sua ipotetica colpa.
Ragazzi e Hofer portano però avanti la loro indagine anche sull’altro fronte, dando parola, con toni mai accusatori o veementi anche a chi contribuisce con le proprie azioni al patriarcato. È questo il caso del celeberrimo attore hard Rocco Siffredi, che sintetizza il ruolo di sottomissione affibbiato alla donna nella sfera sessuale, e, di riflesso, nel mondo della pornografia, e soprattutto dei presenti al congresso del Popolo della Famiglia, che rifiutano tranquillamente secoli di progressi sociali e scientifici, guardando con nostalgia al Medioevo e rivendicando la funzione della donna come gamba del tavolo che sostiene il marito. La lucida e consapevole misoginia con cui molti degli intervistati sostengono le proprie posizioni in Dicktatorship – Fallo e basta!, appellandosi addirittura al maggiore livello di testosterone che renderebbe inevitabili i comportamenti dominanti e violenti degli uomini, contribuiscono alla rappresentazione di uno sconfortante quadro, che progredisce a ritmo sempre troppo lento rispetto al necessario.
Dicktatorship – Fallo e basta! è un delicato invito a fare quanto possiamo per affrancarci dal sessismo
È un documentario importante in generale Dicktatorship – Fallo e basta!, ma lo è ancora di più in un momento storico in cui a ogni piccolo passo avanti seguono tre passi all’indietro e anche le più piccole conquiste in termini di parità di genere vengono annullate dall’atteggiamento rancoroso, intollerante e retrogrado di un’ampia fetta della popolazione e della classe politica che ci rappresenta. Il sorriso e la pacatezza con cui Hofer e Ragazzi si immedesimano con il punto di vista femminile, mettendo in luce le tante piccole battaglie che ogni giorno le donne devono combattere, ci dicono però che un’altra società è possibile e raggiungibile con l’impegno di tutti nell’evidenziare i tanti paradossi che ci circondano, come le diverse vie e piazze intitolate a uno scrittore dalle posizioni quantomeno discutibili come Alfredo Oriani e il silenzio che invece circonda Elena Lucrezia Cornaro, prima donna del mondo a conseguire la laurea, nel 1678.
In questo contesto, è necessario quindi guardare oltre alla legnosità con cui Hofer e Ragazzi interpretano i loro comunque adorabili siparietti, alla base di accusa e discolpa dal sessismo, e alle evidenti ristrettezze in termini di budget in cui due hanno dovuto operare, per concentrarsi sul messaggio di questi due abili documentaristi e sul loro sommesso e delicato invito a fare ogni giorno tutto ciò che è in nostro potere per migliorare la vita di chi ci sta accanto, cercando di comprendere i suoi problemi e attenuare le sue difficoltà.
Dicktatorship – Fallo e basta! arriva nelle sale italiane il 10 giugno, distribuito da Wanted.