D.N.A. – Decisamente non adatti: recensione del film di Lillo e Greg
L'esordio alla regia di Lillo e Greg con una commedia atipicamente su misura, concepita sulla scia dei grandi modelli americani e modellata secondo i linguaggi comici tipici del duo romano.
Dopo una carriera quasi trentennale in cui si sono misurati (con successo) praticamente con ogni mezzo espressivo possibile, dal fumetto al cinema, passando per radio, televisione e mondo della musica, per Lillo e Greg il 30 aprile scorso doveva significare il tanto atteso debutto in sala di D.N.A. – Decisamente non adatti, la loro prima opera sul grande schermo da autori completi, tolto lo zampino nella sceneggiatura della mano terza di Edoardo Falcone.
Come sappiamo questo non è stato possibile, né per loro né per tanti altri. Ciò nonostante il duo ha deciso di non rimandare oltre l’uscita della pellicola, accettando una distribuzione direttamente on demand sulle principali piattaforme streaming, come Sky Primafila Premiere e NOW TV, Amazon Prime Video, TimVision, Chili, Infinity, Google Play, Rakuten TV e CG Digital.
Lillo e Greg sono Nando ed Ezechiele in D.N.A. – Decisamente non adatti
Nando (Lillo) – detto Bulldog, per le guance ovviamente – ed Ezechiele (Greg) rappresentano i classici opposti le cui sorti il destino si è divertito a legare a filo doppio.
Conosciutisi da bambini come compagni di classe, quando il primo, il bullo prepotente, si divertiva a tormentare l’altro, il secchione indifeso, i due si rivedono dopo molti anni da criminalotto di quartiere e professore universitario, salvo scoprire che in fondo nulla è cambiato. Nando è ancora un cafoncello capace solo a menare le mani, mentre Ezechiele è rimasto un uomo dotato di un’intelligenza e un eloquio sopraffini, ma totalmente incapace di farsi rispettare da chiunque.
Questo fino a quando quest’ultimo non decide di testare su di sé e sul “vecchio amico” un esperimento di sua invenzione in grado di scambiare porzioni di codice genetico, in modo tale da modificare attitudini e comportamento di entrambi, in qualche modo bisognosi di alcune caratteristiche reciproche per risolvere l’empasse delle loro vite.
Un gesto le cui conseguenze saranno talmente gravi da finire con lo sconvolgere il destino del mondo intero.
D.N.A. – Decisamente non adatti : un’opera prima su misura
Fin dal primo minuto D.N.A. – Decisamente non adatti si mostra come una commedia assolutamente manipolata su misura dei suoi due coautori, i quali non si fanno scrupoli nel piegarne ogni aspetto, dal visivo al narrativo, per dar libero sfogo a tutti gli elementi del loro immaginario comico. Incoraggiati da un impianto essenziale, ma funzionale, un azzeccato modus operandi parossistico di trattare le altrettanto azzeccate tematiche scelte e dalla loro stracollaudata intesa, grazie alla quale riescono ad invertirsi i ruoli a piacimento senza perdere neanche un minimo della consueta presa comica.
Guardando alla commedia americana, nello specifico a Jerry Lewis e il suo Nutty Professor (qui da noi conosciuto con il terribile titolo di Le folli notti del dottor Jerryll), ma senza disdegnare omaggi, citazioni e “Si può fare” di brooksiana memoria, Lillo e Greg decidono di disegnare la loro creatura secondo un modello classico, la cui rivisitazione in chiave moderna permette l’inserimento in una cornice più appartenente alla narrativa a fumetti che a quella cinematografica senza per questo risultare indigesta e un trattamento di tematiche anche importanti in grado di abbracciare la loro tipica comicità argutamente nonsense.
Intorno a questa trovata il duo, pur garantendosi sempre una discreta pulizia narrativa, comincia a divertirsi sperimentando, anche con la macchina da presa (per quanto qualche pecca qui e lì ci sia), pescando dalla propria poetica e giocando con gli attori, in mezzo ai quali spicca una Anna Foglietta in stile Virginia Raffaele, perfetta nel mettersi al servizio della verve comica degli autori e interpretando addirittura tre personaggi differenti, ma che gode anche delle interpretazioni di Simone Colombari e di Stefano De Sando (una delle voci più apprezzate del doppiaggio nostrano). Tra i vari elementi tipici del corollario che registrano quasi sempre il segno più ci sono le musiche originali di Greg, la sempre verde distorsione della quarta parete, i giochi di parole, le battute estemporanee, le caratterizzazioni estremizzate, il colorato ventaglio di personaggi e l’inserimento degli sketch riadattati a making of.
L’unico vero neo si registra superati i tre quarti di pellicola, in uno scioglimento che, pur godendo di una puntuale, quanto inquietante previsione realistica (se credete ai segni, anche questo lo è della fortuna della pellicola), registra un fin troppo prematuro “sciogliete le righe” in termini di concentrazione e coinvolgimento. Questo non toglie comunque nulla ad un lavoro per la maggior parte riuscito, assolutamente encomiabile per originalità, delicatezza e onestà intellettuale.