Draft Day: recensione del film sportivo con Kevin Costner
Draft Day, diretto da Ivan Reitman, con Kevin Costner, rappresenta il mondo dello sport tra passione e cinismo, risultando un film coinvolgente.
Draft Day, diretto da Ivan Reitman, con Kevin Costner e Jennifer Garner, è un film sportivo emozionante che, muovendosi tra pochi ambienti e caratterizzato da lunghe scene di dialogo, rappresenta alla perfezione un mondo caratterizzato da limiti, scelte imposte, cinismo e rispetto di rigide regole. Dove la mancanza di umanità ed emotività è spesso confusa con la forza e il coraggio di prendere decisioni difficili.
Una storia che rappresenta uno spaccato di vita: lavoro, sport e rapporti interpersonali si intersecano tra loro influenzandosi a vicenda.
Sonny Weaver (Kevin Costner), direttore generale della squadra di football dei Cleveland Browns viene costretto a scelte imposte dall’alto che pensa potrebbero salvare il suo team e la sua squadra, reduce da una stagione piuttosto negativa. Bo Callahan (Josh Pence), Vontae Mack (Chadwick Boseman), Brian Drew (Tom Welling), sono i nomi che vengono scambiati in continuazione, ceduti tra l’una e l’altra squadra, nel disperato tentativo di fare la scelta giusta. Persone con situazioni familiari differenti che, in modo diverso, mettono il cuore nel gioco. Scontrandosi con l’allenatore Vince Penn (Dennis Leary) e rischiando di perdere sua moglie Ali (Jennifer Garner), e con la tensione dell’imminente Draft Day in arrivo, Sonny cercherà di capire come gestire una situazione che, pian piano, gli mostrerà tutto con maggiore chiarezza, per comprendere di cosa ha bisogno.
Draft Day:quanto si è disposti a combattere per mantenere la propria dignità e natura umana?
Draft Day, con poca azione, molte scene di dialogo e una narrazione che si svolge in un’intera giornata, riesce a coinvolgere lo spettatore in un mondo complesso come quello del football americano, cinico e distruttivo, dove non c’è tempo per le questioni personali, dove lo stress consuma ogni professionista o impiegato, dalla carica più bassa a quella più alta. Uno sport e un mondo dove sembra esserci in ballo molto più di quello che appare.
Il football americano è uno sport simbolo dell’America, nato, sviluppatosi e popolare negli Stati Uniti come in nessun altro Paese, con regole uniche, simili e differenti al tempo stesso da qualsiasi altro sport. Ed è anche questo che rende difficile seguire ogni passaggio del film che risulta comunque interessante ed emozionante anche per uno spettatore completamente estraneo all’ambito. Il Draft Day è un giorno in cui si decide l’intero futuro di una stagione sport, dove c’è in gioco la reazione del pubblico, di appassionati e di media pronti a trovare l’unico responsabile colpevole per un lavoro di squadra, dove il team è molto più ampio di come sembra su un campo da gioco.
Oltre la connotazione sportiva, Draft Day ha tutte gli elementi per essere un film politico, dove la politica dello sport può essere ancora più determinante e infida che in qualsiasi altro settore: migliaia di spettatori sintonizzati su un canale dove esperti del football decidono e comunicano scambi di giocatori tra una squadra e l’altra, scelte prese dietro le quinte dopo notti insonni, indagini e continui ripensamenti.
L’indagine è infatti un tassello fondamentale della storia: Weaver scava quando basta nella vita di Callahan per scoprire qualcosa che sembra secondario, che forse non è legato allo sport, ma che potrebbe essere sintomo di qualcosa a cui Sonny non è pronto. Non è chiaro cosa si celi realmente dietro a una solitudine che è falsa e reale al tempo stesso. Ma ciò che suggerisce il film è che si deve scegliere con il cuore perché, come spesso nella vita di tutti i giorni, ogni rapporto dovrebbe basarsi sulla fiducia e la sincerità; nessuno merita di essere solo una pedina da scambiare e chiunque va trattato con umanità.
Quando la rabbia lascia spazio alla speranza e alla fiducia, per un football che non è solo sport e intrattenimento
Qualche artificio registico aiuta a rendere la contemporaneità di un mondo che corre, dove ogni decisione può cambiare da un momento all’altro nel giro di meno di 24 ore, con le lancette dell’orologio che girano freneticamente sempre più velocemente. Split screen che irrompono nella scena all’improvviso, una sceneggiatura che, attraverso battute che trasmettono lo stress, la tensione e il coraggio di mettersi contro chi detta legge, scrive i personaggi, rappresentando il carattere di ognuno con dialoghi e discussioni di ottimi attori. Interpretazioni che con pochi elementi riescono a descrivere carattere e background di ogni personaggio. Una fotografia caratterizzata da colori caldi, dal rosso e il bianco dei caschi dei giocatori e il verde accesso del campo da gioco, visibile solo in video e fotografia, senza alcuna azione. Dalle tinte nitide e luminose simbolo dell’esplosione di energia e vitalità che momenti e giornate come questo significano per milioni di persone. Draft Day è un film che rappresenta lo sport come aggregazione, passione ed energia, un mondo in continua evoluzione e cambiamento dove l’empatia si dimostra inaspettatamente alla base di tutto.