Dream Horse: recensione del film con Toni Collette e Damian Lewis

La recensione di Dream Horse, il nuovo film diretto da Euros Lyn ed interpretato (anche) da Toni Collette e Damian Lewis.

A partire da oggi, giovedì 1° luglio, arriva nelle sale italiane Dream Horse, il nuovo film diretto da Euros Lyn. Si tratta di un film che racconta quanto potente possa essere il rapporto di simbiosi tra un animale ed un essere umano: un tema trattato già tante volte al cinema e che molti potrebbero considerare banale ma che in quest’opera riesce ad emozionare come se ci si trovasse a fare i conti per la prima volta. Un gioiellino che potrebbe passare inosservato tra i tanti titoli distribuiti in questo periodo ma che merita sicuramente di essere visto ed apprezzato in tutta la sua semplicità.

Dream Horse, il film di Euros Lyn è un invito a non porre un limite ai propri sogni

Dream Horse - Cinematographe.it

Sin da subito, Dream Horse ci permette di conoscere Jan, la protagonista interpretata da una sempre impeccabile Toni Collette. Assistiamo alla sua routine quotidiana, priva di qualsiasi imprevedibilità: non sappiamo bene chi sia, cosa l’abbia portata a subire così passivamente la vita, ma capiamo facilmente quanto in fondo a lei ci sia ancora un barlume di voglia di dare una svolta alla propria esistenza. Guardandoci intorno, capiamo quanto Jan sia l’unica ad avere ancora la forza ed il coraggio di sognare. Tutti gli altri, infatti, appaiono insensibili a qualsiasi stimolo esterno, quasi fossero in uno stato di trance dal quale però è la stessa Jan a svegliarli, proponendo loro un progetto che inizialmente la porta a raccogliere solo titubanze e derisione, ovvero allevare un cavallo da corsa. Sequenza dopo sequenza, lo spettatore vede come questo sogno prende forma, contro ogni pronostico, e si ritrova a fare il tifo in prima persona per Jan e per questo animale che sembra comprendere il peso della responsabilità e delle aspettative che così tante persone hanno riposto in lui.

Non si tratta di denaro ma del desiderio spasmodico, indipendentemente dalla propria età e dal proprio background personale, di tornare a dare un senso alla propria vita, o magari farlo per la prima volta. Stiamo parlando di persone con differenti età ed estrazione sociale, accomunate però da una profonda umiltà che le porta a rimettersi in gioco senza voler prevalere sugli altri. Non c’è solo Dream Alliance (questo il nome del cavallo) a correre su quella pista, ma tutti coloro che hanno creduto nel sogno di Jan ed anche chi non ha avuto il coraggio di farlo. Anche lo spettatore, sapendo che si tratta di una storia vera, può sorprendersi nel constatare ancora una volta quanto la vita possa avere dei risvolti inaspettati. Non trattandosi di una storia così popolare, si affronta ciascuna gara con la curiosità e l’interesse di sapere come andrà a finire, nonché con la preoccupazione che qualcosa possa andare storto.

Toni Collette guida il cast di un’opera che parla di coraggio e rinascita

Dream Horse - Cinematographe.it

Un film che dunque calamiterà l’interesse di chi, tramite il grande schermo, ama conoscere storie realmente accadute, quelle da cui prendere spunto una volta usciti dalla sala, che ti fanno pensare che in fondo ciò che è accaduto al protagonista potrebbe succedere davvero e che magari chiunque può avere ancora un “cavallo” in cui investire sogni e speranze. Un film che ti prende per mano e che sin dall’inizio ti rende partecipe del piano utopistico di un gruppo di persone che, nonostante lo scetticismo iniziale, non ci mette molto tempo a lasciarsi travolgere dalla determinazione di Jan. Perché in realtà non aspettavano nient’altro che qualcuno offrisse loro una via di uscita, uno lo slancio definitivo, quasi come se si trattasse di un lancio col paracadute in cui, una volta superata la paura del salto nel vuoto, ti ritrovi travolto da una scarica di adrenalina della quale non potrai più fare a meno.

Il titolo del film è esaustivo, poiché l’opera gira tutta intorno alla sfera del sogno. Il sogno è quello che porta Jan a tentare l’ultima carta per sopravvivere ed uscire dalle sabbie mobili di una quotidianità fatta solo di gesti automatici e nessuna sorpresa. E, seguendo il detto “aiutati che Dio ti aiuta”, ecco che Jan viene ripagata con risultati che vanno ben oltre le sue aspettative. Un film sul tema della rinascita che non riguarda solo i protagonisti umani ma anche quello animale che sembra aver assorbito il carattere di “mamma” Jan, tanto che, dopo essersi trovato a fare i conti con il più alto degli ostacoli, si dimostra un vero combattente e torna a correre verso nuovi traguardi, più forte di prima.

Dream Horse non può che essere promosso sotto ogni punto di vista. Dalla regia ai dialoghi, passando per il sonoro durante le fasi di gara: nulla viene lasciato al caso e ciascun elemento arricchisce una visione che risulta scorrevole ed avvincente fino ai bellissimi titoli di coda in cui vediamo gli attori a braccetto con le persone reali che hanno appena interpretato sul grande schermo. Un modo per testimoniare quanto anche la scelta del cast sia stata curata sin nei minimi dettagli. Da Toni Collette a Damian Lewis, passando per Owen Teale, Alan David e Lynda Baraon: tutti riescono a caratterizzare e rendere unico il proprio personaggio, aggiungendo ulteriore valore ad un’opera che, senza grosse pretese, regala al pubblico due ore di sorrisi, emozioni e speranza.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4