Dreams: recensione del film di Michel Franco, dalla Berlinale 2025

È ancora possibile realizzare i propri sogni?

Dreams di Michel Franco arriva nella sezione competition della Berlinale 2025, che si svolge dal 13 al 23 febbraio nella capitale tedesca. 
Dopo Memory (2023) il regista messicano si cimenta con un’appassionante storia d’amore tra Messico e Stati Uniti. Riuscirà la relazione dei due protagonisti a sopravvivere alla differenza d’età e alle barriere che si frappongono tra loro? 
Jessica Chastain interpreta Jennifer, una donna di ricca famiglia che gestisce una fondazione in Messico per aiutare giovani ballerini. La sua attività di filantropia la porta a viaggiare spesso tra i due Paesi. Isaac Hernandez è Fernando, un promettente ballerino che decide di lasciare il Messico per tentare la fortuna in America, Paese riconosciuto come la terra delle opportunità. Immigrato illegalmente e senza documenti, il suo amore per Jennifer è l’unica possibilità di costruire una nuova vita e di realizzare i propri sogni. 

Dreams: così vicini, così lontani

Jennifer e Fernando sulla carta rappresentano una coppia modello: si amano nonostante la differenza d’età e cercano tutti i modi per trascorrere il tempo insieme, viziandosi reciprocamente come fanno gli innamorati. Tuttavia la presenza inaspettata del giovane destabilizza Jennifer, divisa tra la posizione pubblica che occupa e il dover mantenere segreta la relazione con Fernando. La famiglia, seppur generosa, è molto conservatrice e il suo amore per una persona proveniente dal Messico non sarebbe visto di buon occhio, a causa dei pregiudizi che aleggiano sui clandestini. 

Il film infatti gioca molto sulle relazioni tra i due Paesi e la politica permea la trama del film e i risvolti narrativi. I due amanti, seppur uniti, non esitano a perseguire i propri fini: per Fernando è infatti di vitale importanza riuscire a diventare un ballerino famoso e ottenere l’agognata Green Card per poter costruire una vita negli Stati Uniti. Jennifer invece è più impegnata a salvare le apparenze e a gestire il giovane come un toy boy che alla relazione in sé e alla felicità. 
Dreams pone alcuni interrogativi sull’apparenza, su ciò che le persone mostrano, portando lo spettatore a chiedersi se le cose sono veramente come appaiono o se in realtà tutti perseguono i propri scopi. 

La regia di Michel Franco

Michel Franco si conferma nuovamente una garanzia. Il regista, che ha già attirato l’attenzione internazionale sul cinema messicano, porta alla Berlinale un film quanto mai attuale sulle politiche di immigrazione statunitensi, catalizzando l’interesse su quanto siano limitanti sia per chi le applica sia per chi le subisce. La cinepresa si sofferma a lungo sullo stile di vita dei clandestini che arrivano dal Messico: Fernando, per poter vivere, si dedica a diversi lavori, come le pulizie in un motel, servire al bancone del bar o insegnare danza a scuola. Il tutto con la costante paura di essere braccato dalle continue retate della polizia di San Francisco, città in cui è ambientato il film. 

Dreams: valutazione e conclusione

Dreams è un film che coniuga la sintesi dei tempi moderni: usa la relazione tra i due protagonisti per riflettere sulle attuali condizioni di Stati Uniti e Messico. Nella storia non ci sono buoni o cattivi, perché ciascuno persegue unicamente i propri fini e la personale visione della felicità. Michel Franco evita di dare giudizi ma mostra la “zona grigia” in cui si muovono Jennifer e Fernando. L’America è ancora la terra dove ogni sogno può essere realizzato, come viene dipinta nell’immaginario collettivo? 

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.5

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