Dumb Money: recensione del film di Craig Gillespie con Paul Dano

Dumb Money è una profonda (ma cattiva) storia vera che scopre i meccanismi malati della società contemporanea.

Con Dumb Money, il regista Craig Gillespie porta sul grande schermo una delle vicende più straordinarie e inaspettate della finanza contemporanea: la scalata delle azioni GameStop, un evento che ha scosso le fondamenta di Wall Street e ha fatto tremare i più potenti hedge fund del mondo. Gillespie, già noto per aver saputo raccontare con maestria storie di ribellione e lotta contro il sistema in film come I, Tonya, riesce a catturare l’essenza di un movimento nato quasi per gioco, ma che si è trasformato in un vero e proprio fenomeno globale.

Dumb Money: una diapositiva credibile (ma non necessariamente piacevole) della modernità

La vicenda si svolge tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, in un periodo in cui il mondo era già scosso dalla pandemia di COVID-19 e le disuguaglianze economiche erano più evidenti che mai. In questo contesto, Keith Gill, un modesto analista finanziario e YouTuber, noto online come “Roaring Kitty”, inizia a condividere sui social media le sue idee d’investimento su GameStop, una catena di negozi di videogiochi in difficoltà economica. Ciò che segue è una storia di ribellione contro il potere, di speranza e, in definitiva, di disillusione, raccontata attraverso una lente che fonde il dramma sociale con il brivido della finanza.

Paul Dano, nei panni di Keith Gill, offre una performance che è allo stesso tempo toccante e magnetica. Dano, noto per la sua capacità di interpretare personaggi complessi e introversi, si immerge completamente nel ruolo di un uomo ordinario con una passione straordinaria. Gill non è un eroe nel senso tradizionale del termine, ma rappresenta l’uomo comune che si ritrova, quasi per caso, a sfidare un sistema marcio e iniquo. Dano cattura con delicatezza la dualità di Gill: un appassionato di finanza e un padre di famiglia, con una vita normale che viene sconvolta dall’attenzione mediatica e dalla responsabilità di aver ispirato una vera e propria rivoluzione finanziaria.

Gillespie dimostra ancora una volta la sua capacità di trattare temi complessi con un tocco leggero ma incisivo. La sua regia è dinamica e ritmata, e riesce a rendere comprensibili anche i concetti finanziari più astratti, mantenendo il pubblico coinvolto e affascinato. Il montaggio è serrato, con scene che si susseguono rapidamente per rappresentare la frenesia e l’urgenza di quei giorni tumultuosi. La sceneggiatura, ispirata a eventi reali, è ricca di dialoghi brillanti e battute pungenti che riflettono il cinismo e l’umorismo nero tipici del mondo della finanza.

Uno degli aspetti più affascinanti di Dumb Money è la sua rappresentazione del potere dei social media nel mondo moderno. Gillespie esplora come piattaforme come Reddit e YouTube possano diventare strumenti di democratizzazione, ma anche di manipolazione. Il film mostra come la comunità online di r/wallstreetbets, composta principalmente da piccoli investitori e amatori, sia riuscita a influenzare il mercato azionario, un dominio tradizionalmente riservato agli esperti e ai ricchi. Questo aspetto rende il film particolarmente rilevante in un’epoca in cui l’informazione è tanto accessibile quanto pericolosamente frammentata.

Il cast di supporto è eccezionale, con interpretazioni degne di nota da parte di Pete Davidson, America Ferrera e Anthony Ramos. Davidson, nel ruolo del fratello di Keith, Kevin, apporta una nota di leggerezza e umorismo, rappresentando il lato più scanzonato e irresponsabile di una generazione che si sente intrappolata in un sistema che non offre opportunità. Ferrera, invece, interpreta Jenny, un’infermiera che vede in GameStop un’opportunità per uscire dalle difficoltà economiche, mentre Ramos dà vita a Marcus, un commesso di GameStop che rappresenta il volto più umano e vulnerabile di questa storia.

Se c’è un limite nel film, è forse la sua tendenza a idealizzare i protagonisti della vicenda, omettendo le complessità e le contraddizioni che caratterizzano movimenti di massa come quello di r/wallstreetbets. Il film tende a dipingere i piccoli investitori come eroi senza macchia, tralasciando le dinamiche più oscure e aggressive che hanno accompagnato l’ascesa delle azioni GameStop. Tuttavia, questa scelta narrativa può essere vista come un modo per enfatizzare il messaggio centrale del film: la lotta contro un sistema iniquo e sbilanciato.

Dumb Money: valutazione e conclusione

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Dumb Money è un film che riesce a raccontare una storia incredibile con energia, umorismo e un tocco di malinconia. È una riflessione sul potere della collettività, sull’influenza dei social media e sull’illusione di una democratizzazione economica che, alla fine, potrebbe non essere così raggiungibile come sembra. Gillespie consegna un’opera che è allo stesso tempo un lavoro di intrattenimento e una critica sociale, capace di far riflettere lo spettatore sulla fragilità e sulle ingiustizie di un sistema economico che continua a favorire i pochi a scapito dei molti. Dumb Money è un film imperdibile, non solo per chi è interessato al mondo della finanza, ma per chiunque voglia capire meglio le dinamiche di potere che governano la nostra società.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.2