E se mi comprassi una sedia? – Recensione del film di Pasquale Falcone

Con E se mi comprassi una sedia? il regista Pasquale Falcone si perde nel raccontare una reale problematica del cinema italiano. Ci guadagna, però, in una simpatica leggerezza di racconto.

Diretto ed interpretato da Pasquale Falcone, E se mi comprassi una sedia? sarà nelle sale italiane dall’11 Maggio. Il film vede nel cast lo stesso regista assieme a Gianni Ferreri, Tano Mongelli, Fabio Massa, Elena Baldi e la presenza straordinaria di Benedetto Casillo e Sergio Solli.

E se mi comprassi una sedia? – Il film di Pasquale Falcone si propone di raccontare ciò che si cela dietro la produzione cinematografica in Italia

Il lungometraggio racconta la storia dei fratelli Tavani Brass – esplicito omaggio al famoso Tinto – Gaetano e Gennaro, che per combattere la loro difficile condizione economica provano in tutti i modi a risollevarsi. I due decidono di realizzare un film. Non si tratta di però di un semplice film qualsiasi. Gaetano e Gennaro vogliono realizzare il film che batterà il record di Quo Vado? di Checco Zalone. Ma come fare senza i mezzi a disposizione? Gaetano ne è convinto: prima di tutto bisogna trovare la giusta star. A questo punto entra in gioco Chicco, cantante neo-melodico noto nel panorama partenopeo. È lui, secondo i fratelli, il perfetto punto di partenza per questa grande ed apparentemente insormontabile sfida. Ma il percorso è tutt’altro che liscio. La piccola crew appena creatasi ha bisogno di un notevole finanziamento per dar vita al progetto. Ecco quindi iniziare il travaglio di Gaetano, Gennaro e Chicco tra produttori e Ministeri insensibili alle potenzialità dell’idea.

E se mi comprassi una sedia?

L’intento di E se mi comprassi una sedia? non si esplicita immediatamente, ma si dipana con l’andare della storia raccontata

Il film, fortemente legato alla cultura napoletana, cerca in tutti i modi una comicità che, molto spesso, appare innocentemente forzata. Riferimenti a Totò o Eduardo De Filippo radicano il lungometraggio rendendolo fortemente autoctono. Ed è proprio per questo che la velata satira verso il calvario della produzione cinematografica nel nostro paese si perde nella profonda napoletanità del prodotto in questione.

Una ottimistica, ma grottesca, caratterizzazione dei personaggi rendono piacevole la visione del film che, però, non è mai veramente incisivo nelle proprie intenzioni. Una recitazione a volte sopra le righe e l’accompagnamento di sketch comici che ricordano anche grandi nomi napoletani del cinema come Massimo Troisi, costruiscono E se mi comprassi una sedia? su un filo di leggerezza che ci guida attraverso tutta la durata del film diretto da Pasquale Falcone.

E se mi comprassi una sedia?

Volgendo lo sguardo, quindi, ai caratteri di questo progetto ci troviamo di fronte a personaggi certamente simpatici e bonari che conseguentemente indirizzano il film verso un target molto ampio. Il linguaggio utilizzato, così come i dialoghi, sono molto semplici e sempre privi di qualsivoglia volgarità. E se mi comprassi una sedia? diventa allora un film senza alcuna pretesa. Un film da guardare in compagnia, ma che lievemente delude nel voler raccontare qualcosa di più. La satira e l’ironia verso l’oggetto di discussione in questione – la difficoltà nel produrre un film in Italia (“Sai quanti film si producono in un anno? 500! E sai quanti ne vengono distribuiti? Solo 100!” dice Gennaro in una scena del film) – si perde sotto una scrittura troppo legata ad un impianto di leggiadria che compone l’intero film.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 1.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.3