Ember – Il mistero della città di luce: recensione del film con Saoirse Ronan
Una giovane Saoirse Ronan è tra i protagonisti di Ember - Il mistero della città di luce, tratto dal romanzo La città di Ember.
La città di Ember è l’unico luogo sicuro e illuminato in cui poter vivere sereni nel cuore del cupo sottosuolo: questa è la sicurezza che per generazioni ha dominato la cultura e l’istruzione degli abitanti. Quando le costruzioni cominciano a cedere e le condizioni di vita iniziano a peggiorare sensibilmente, in molti si convincono che tutto questo non sia vero e che ci debba essere per forza un altro posto in cui vivere meglio. La sopravvivenza della città si basa sul risparmio della poca energia elettrica ormai rimasta a disposizione e Doon, un giovane volenteroso assegnato alla manutenzione del generatore, con l’aiuto di Lina, un’altra ragazza vogliosa di risolvere i problemi della comunità, danno inizio a un progressivo svelamento della verità. Il fitto mistero che avvolge la città sotterranea di Ember viene poco a poco sciolto, grazie a delle strane istruzioni per la fuga che Lina ritrova tra i cimeli di famiglia. Tratto dal romanzo di fantascienza La città di Ember scritto da Jeanne DuPrau, il film Ember – Il mistero della città di luce diretto da Gil Kenan racconta le avventure dei due protagonisti in viaggio verso la verità, attraverso ambientalismo, amicizia e un pizzico di scienza.
Ember – Il mistero della città di luce: una pellicola dotata di grande credibilità
Ciò che stupisce forse più di ogni altro aspetto di Ember – Il mistero della città di luce è la credibilità. I personaggi, i protagonisti in primis ma anche i principali ruoli secondari, possono contare su delle solide basi di verosimiglianza che permettono loro di risultare decisi e convincenti mentre procedono con le loro investigazioni. Altro elemento da sottolineare è quanto il lavoro di fotografia e scenografia renda grazia a quanto possibilmente immaginato leggendo le pagine del libro che dà origine a questa storia. I cromatismi in metto contrasto mettono in risalto la ricerca della luce come una vera e propria fonte di ricchezza, facendo quindi da cassa di risonanza a quanto portato avanti a livello concettuale, vale a dire la preziosità e l’importanza della luce come fonte di vita e di energia. In uno scenario sospeso a metà tra un universo steam punk e una moderna lettura del mondo giovanile dickensiano, Ember – Il mistero della città di luce raccoglie tante aspettative e le trasmette attraverso le sue immagini decise, per buona parte grazie ai giovani attori quasi esordienti che danno vita ai loro personaggi con forza e decisione.
Anche a livello tematico, Ember – Il mistero della città di luce si fa carico di molti nodi da sciogliere. Anche se indirettamente, la sceneggiatura di Caroline Thompson porta in scena il libro di Jeanne DuPrau facendo tesoro dei concetti di ecologia e cura per l’ambiente, la cui mancanza genera mostri come, appunto, la città decadente di Ember e gli altri mostri sotterranei che la minacciano continuamente. Nonostante un’accoglienza tiepida da parte del pubblico al momento della sua uscita, il film dimostra una via particolare per le avventure per ragazzi, capace di mantenere la sua natura “infantile” senza trasformarsi in un’avventura da supereroi ma differenziandosi da molti altri titoli proprio per la sua essenza cupa e a tratti anche inquietante. La costante presenza della minaccia alla sopravvivenza stessa della città è il motore principale dell’azione, spingendo i ragazzi a prendere per le redini il loro destino (lavorativo ed esistenziale) e trasformare la società in cui vivono in un mondo rinnovato e che sappia accogliere tutti.