Ermitage – Il potere dell’arte: recensione del docu-film con Toni Servillo
Recensione di Ermitage - Il potere dell'arte (2019) un viaggio magico con Toni Servillo e le musiche di Myachin, dentro al Museo più importante europeo, e della cultura russa, dalla Famiglia Romanov sino ai giorni nostri.
Dal 21 al 23 ottobre arriva in sala Ermitage – il potere dell’arte (2019) diretto da Michele Mally con protagonista Toni Servillo. Il docu-film dedicato a San Pietroburgo e al suo Museo (che dà il titolo alla pellicola), raccontato mostrandoci il valore intrinseco di tale struttura, e il peso specifico nel corso dei secoli.
Una produzione originale Nexo Digital e 3D Produzioni, volta a far respirare allo spettatore lo spirito di questi luoghi e delle sue anime baltiche; presentandoci le bellezze dell’Ermitage e di San Pietroburgo.
Per raccontarne visivamente lo sviluppo urbano e architettonico, la città viene presentata nella sua veste diurna e negli splendori delle sue notti: la Prospettiva Nevskij, il lungoneva, i ponti, il complesso dell’Ermitage, il Cavaliere di Bronzo, le statue di Pushkin, Gogol e Caterina la Grande (amica di penna di Diderot e Voltaire), le dimore nobiliari che si affacciano sui canali.
I grandi architetti italiani che disegnarono San Pietroburgo – Trezzini, Rastrelli, Quarenghi – sono i progettisti dei palazzi più belli; ma l’anima di San Pietroburgo e della Russia è sfuggente e prova a raccontarla anche una coppia di Roofers, giovani in cerca d’infinito che si arrampicano sui tetti della città offrendo prospettive sorprendenti.
Ermitage – Il potere dell’arte: la storia del mito
Era il 1764 quando la zarina Caterina II acquistò a Berlino la collezione da cui sarebbe nato il primo germe dell’Ermitage. Da quel momento prese il via l’arricchimento sistematico di un patrimonio che già dieci anni dopo vantava oltre 2.000 tele e che implementava via via di disegni, pietre intagliate, sculture, capolavori dell’arte decorativa e applicata.
Dentro l’Ermitage si percorre così la grande arte europea, da Leonardo a Raffaello, da Van Eyck a Rubens, da Tiziano a Rembrandt e Caravaggio. Fuori dall’Ermitage, la storia passa per luoghi ricchi di memorie. La Fortezza di Pietro e Paolo è il primo edificio costruito a San Pietroburgo: è teatro di avvenimenti celebri, come la grazia a Dostoevskij davanti al plotone di esecuzione, e ospita le tombe degli Zar. Ma la leggenda di San Pietroburgo passa anche per la grande letteratura con Alexandr Pushkin – primo tra tutti – e il suo fondamentale contributo allo sviluppo della poesia e della lingua letteraria russa.
Il docu-film mostra gli ambienti della casa-museo in cui è conservato il divano in cui morì e quelli del Caffè Letterario in cui bevve il suo ultimo caffè. Della vita e dell’opera di Fedor Dostoevskij è ancora testimonianza l’abitazione dalla quale lo scrittore poteva osservare la vita della Neva, ambientazione dei suoi romanzi, tra i quali Le notti bianche, il suo inno d’amore a San Pietroburgo.
Ermitage. Il potere dell’arte con Toni Servillo in sala dal 21 al 23 ottobre
Dall’Ottocento al Novecento, da Oriente a Occidente i mondi dell’arte, della letteratura e della musica orbitano intorno all’Ermitage. Da Nikolaj Gogol, citato attraverso brani de La Prospettiva Nevskij, ai poeti e gli scrittori del ‘900: Anna Achmatova e Vladimir Nabokov sono più vivi che mai nei loro luoghi simbolo, mentre l’Hotel Angleterre conserva ancora la camera in cui morì Sergeij Esenin.
Allo spettatore viene permesso, grazie a Ermitage – Il potere dell’arte – di rivivere le difficili condizioni degli intellettuali delusi dalla Rivoluzione e l’assedio di Leningrado, in uno dei momenti più tragici della storia della città. Il capitolo buio del regime di Stalin sarà evocato a partire dalla cessione di importanti opere dell’Ermitage a collezionisti stranieri: capolavori di Raffaello, Botticelli, Van Eyck, Perugino.
San Pietroburgo è inoltre la culla della grande musica russa. Da Michail Glinka a Sergej Prokofev, da Piotr Caikovskij a Nikolaj Rimskij-Korsakov a Dimitrij Shostakovich: autori che hanno cercato attraverso la musica il suono autentico della Russia. Le loro note sono interpretate dal soprano Anastasiya Snyatovskaya e dal maestro Dmitry Igorevich Myachin. Infine, le immagini de Il Lago dei Cigni, in programma al Teatro dell’Ermitage, ci porteranno alle radici del balletto russo.
Dentro e fuori dall’Ermitage, scrigno dell’anima russa, scorre l’identità complessa di San Pietroburgo, città giovanissima eppure da subito protagonista della storia. Ad arricchire il suo ritratto composito e sfaccettato così come quello del suo museo c’è Aleksandr Sokurov, che con il film Arca Russa (2002) ha interpretato l’Ermitage come un luogo sospeso nel mondo e nel tempo, in perenne navigazione sul mare della storia.
Oltre a lui e al Direttore Generale del Museo Statale Ermitage Michail Piotrovskij, intervengono nel docu-film lo scrittore Orlando Figes, il Direttore dell’Accademia Russa di Belle Arti Semyon Michailovsky, la Curatrice del Dipartimento Arte Fiamminga dell’Ermitage Irina Sokolova, lo Storico della Letteratura Evgeniy Anisimov, la Curatrice del Dipartimento di Arte Veneta dell’Ermitage Irina Artemieva, lo Storico dell’Arte Ilia Doronchenkov, il Curatore della Library of Congress di Washington Harold Leich e il Direttore della National Gallery di Londra Gabriele Finaldi.
Ermitage – Il potere dell’arte: un progetto maestoso dalle scelte insolite
Volendo scendere invece su un piano squisitamente cinematografico, Ermitage – Il potere dell’arte si muove molto attraverso una regia di piani medi, panoramiche e dettagli, per una cifra stilistica – specie negli intermezzi tra miniature e transizioni – più da cinema che non da docu-film.
Per un viaggio in cui Ermitage – Il potere dell’arte ci guida grazie al potere della narrazione a San Pietroburgo, in un misto di riferimenti storici e digressioni temporali, ma anche contemporaneità. Permettendoci di svelare, attraverso il punto di vista dell’Ermitage, un percorso storico-narrativo suggestivo e affascinante dal ritmo lento e graduale, che parte da Caterina II di Russia per poi passare sino a Lenin e Stalin, fino ai giorni nostri.
Ermitage. Il potere dell’arte: trailer e poster del docu-film con Toni Servillo
Nel percorso a guidarci è Toni Servillo che paradossalmente, pur contribuendo in maniera sostanziale nel terzo atto con i riferimenti a Le notti bianche di Dostoevksij e Arca Russa del sopracitato Sokurov, risulta quasi un pesce fuor d’acqua in un progetto narrativo fuori dai suoi abituali canoni; chiedendoci perché la scelta di un attore – seppur talentuoso – e non di un personaggio più affine ai luoghi e al valore stesso della cultura russa.
In tal senso infatti, la presenza scenica del Maestro Aleksander Sokurov, dà enorme valore alla pellicola, mostrandoci infatti i retroscena dell’Ermitage, e cosa soprattutto l’Ermitage rappresenta per lui alla luce di quel gioiello cinematografico de Arca Russa: “un’arca di bellezza e armonia che ha navigato nel tempo e nel mondo, dove la politica s’è fatta arte“.
Il valore aggiunto, però, è la colonna sonora di Dmitry Igorevich Myachin, come un caldo abbraccio, che assieme alla presenza di Servillo e Sokurov, diventa pura magia – e l’autentico co-protagonista della pellicola.
Per una struttura che è ben più di un edificio, ma un simbolo della cultura mondiale, testimone dei più grandi cambiamenti della nazione e protettore di più di tre milioni di oggetti d’arte d’epoche diverse.
Ermitage – Il potere dell’arte: un prodotto godibile ma certamente non rivoluzionario
Il progetto di Nexo Digital è certamente interessante, godibile, e in grado di coinvolgere lo spettatore nella sua narrazione immersiva; al contempo però non aggiunge nulla di più al genere del docu-film cinematografico-televisivo risultando un prodotto ben fatto.
Resta tuttavia una grande opportunità di scoperta e riscoperta di uno dei luoghi culturali più affascinanti di tutti i tempi, nonché testimonianza del ruolo culturale della Famiglia Romanov negli anni a venire – specie di Caterina II di Russia.