Venezia 74 – Vulnerabili: recensione del film di Gilles Bourdos

La recensione di Vulnerabili, il film francese presentato nella categoria Orizzonti nell'ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia

Narrando l’estremo umano con ragguardevole stile registico, lasciando che le parole non sovrastino l’intensità bruciante degli sguardi, Vulnerabili (Espèces menacées) è l’opera del regista francese Gilles Bourdos (Disparus, Restless, Afterwards, Renoir) basato sul lavoro dell’autore Richard Bausch, le persone e le loro più roventi interiorità in concorso nella Sezione Orizzonti della 74esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.

Siamo tutti una specie a rischio. Logorati dai sentimenti, da rabbie assopite, le quali lasciamo addormentare nel profondo senza concedergli la pace necessaria per potersi spegnere mai completamente. Amiamo e veniamo amati, alimentando in parallelo un odio che come veleno fluisce direttamente nelle nostre vene, pronto a farci attaccare come vipere impazzite nel momento stesso in cui sentiamo la necessità di dover combattere o dover difenderci.

Vulnerabili – Una lunga corsa per prendere fiato

Vulnerabili Cinematographe.itVulnerabili è il racconto disilluso di un manipolo di umanità che come schegge vaganti interagiscono fino a scoppiare dando fondo ai più vivi istinti. Una giovanissima coppia di sposi in cui la ragazza vive l’incubo delle violenze domestiche, affiancati da una madre e un padre che cercano di riportare a sé la loro sfiorita bambina. Un giovane insicuro, perseguitato da sciagurati incidenti partendo dall’esaurimento nervoso di uno dei due genitori. Un padre allontanato dalle donne della sua vita, con una figlia incinta del suo più che maturo professore universitario. Rapporti che si incastrano, svincolano, si slegano per poi ancora una volta unirsi. Un viaggio dentro uomini e donne diversi, ma presenti in ogni nucleo familiare.

Una corsa verso il futuro in abito da sposa e smoking. Il regista Gilles Bourdos apre il suo film e fa respirare i propri personaggi per la prima, forse ultima volta. Perché il fiato comincia subito a mancare, soffocato in una camera d’albergo che avrebbe dovuto soltanto consumare un amore all’apparenza fresco, ma che un troppo vicino inverno ha già cominciato a fare appassire. L’opera del cineasta francese si fa tramite per mostrare la sofferenza delle relazioni e il loro bisogno di aggrapparsi anche al più piccolo briciolo di speranza, la quale si rivela soltanto un’ulteriore illusione dalla quale è necessario allontanarsi.

Vulnerabili – Il caldo e carnale colore della pellicola francese

Vulnerabili Cinematographe.itUn film carnale Espèces menacées, dalla passione concreta, corporea, che ottimamente si sposa con le scelte del direttore della fotografia Mark Lee Ping Bin (Renoir, The Rooftop, The Assassin, Crosscurrent), le tinte dell’arancione, del rosso e del giallo che si fanno incandescenti nel tumulto del litigio e nell’innalzamento dei toni, donando un comunicativo contrappunto visivo al ritmo degli accalorati dialoghi. Altalenante nel suo non riuscire a mantenere costantemente viva la tensione proseguendo per alti e bassi, la sceneggiatura del film permette di toccare alti picchi di emozione per tornare poi ad un più moderato andamento, facendo per poco sfuggire a Espèces menacées l’occasione di piazzarsi definitivamente nelle viscere dello spettatore.

La disperazione è quindi il devastante motore che dà spinta alla pellicola di Bourdos, sia in quel suo conosciuto lato negativo, quel mostro distruttivo che porta l’essere umano alle estreme conseguenze, sia in una più toccante inclinazione, quasi l’urgenza primordiale di restare il più possibile stretti alle sicurezze dell’affetto e del nido. Un punto di osservazione per conoscere le difficoltà di determinati nuclei famigliari, presentando per ogni gruppo di parentela sfumature ardite ed insieme quanto mai fragili. Espèces menacées è una lezione sul come sappiamo fare – e farci – male a vicenda, un piccolo film della Sezione Orizzonti in grado di comunicare con l’animale in perenne pericolo su questo mondo: l’uomo.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3