Eterna Domenica: recensione del film Netflix
La recensione di Eterna Domenica, il film diretto da Ramón Salazar, disponibile su Netflix dal 15 giugno, interpretato da Bárbara Lennie, Susi Sánchez e Miguel Ángel Solá
Eterna Domenica (Sunday’s Illness) è un film diretto da Ramón Salazar, disponibile su Netflix dal 15 giugno, interpretato da Bárbara Lennie, Susi Sánchez e Miguel Ángel Solá.
Anabel è una donna benestante e perfettamente integrata nell’alta società. Durante un ricevimento nella sua villa incontra dopo trent’anni sua figlia Chiara, che aveva abbandonato quando era molto piccola. Anabel accetta di incontrarsi privatamente con Chiara pur temendo che, una volta sole, potesse pretendere ingenti ricompense per tutti gli anni in cui non è stata presente.
Chiara è molto decisa ad ottenere ciò che vuole, ma la sua richiesta è semplice: trascorrere dieci giorni insieme. Dopo aver discusso della questione con il marito e aver fatto firmare un contratto a Chiara, col quale avrebbe da allora rinunciato ad ogni altra richiesta possibile, Anabel segue sua figlia in una località remota in Francia, dove visse con lei e il padre, un’altra vita e un’altro tempo.
Eterna Domenica: il film Netflix di Ramón Salazar
Eterna Domenica è un dramma elegante, sia dal punto di vista estetico che dialettico. Ciò che il regista edifica è un racconto che riesce ad equilibrare sia il piano visivo della vita borghese, lussuosa e terribilmente smarrita, sia il piano visivo bucolico, che è reso con i giusti toni cromatici, con un tocco artistico che incornicia e colora le scene rurali con effetti pittorici sia plumbei che eterei.
Ed è singolare come la narrazione prosegua con inquadrature fisse, sui loro volti saturi di emozioni e si estenda magnificamente su orizzonti boschivi che riesce a sublimare con piano sequenza estesi che sono carichi di senso, carichi di parole non dette. Colpisce molto come in un’atmosfera di meditazione e di silenzio, la relazione madre-figlia si instauri, non c’è mai glacialità o distanza. Quando le parole arrivano sono ponti, collegamenti di due isole apparentemente separate, sebbene venga costruito in circostanze tragiche.
Uno dei punti di forza della sceneggiatura è che la loro vicinanza, per dieci giorni, non capovolge mai questo rapporto fatto di silenzi, di rancore, di rabbia, consentendo alle due di vivere di fugaci ammissioni, al fine di creare una comprensione caratteriale ricca di sfumature, mostrando in modo lento e totale ciò che spinge e desiderano queste due donne. Il film diventa una sorta di climax operistico dove non c’è spazio per la menzogna. Il trucco, la noia sono appannaggio dell’alta società.
Eterna Domenica è interpretata meravigliosamente da Bárbara Lennie e Susi Sánchez
Eterna Domenica mostra senza filtri il disagio di una giovane donna che è cresciuta con un senso di abbandono sempiterno, distrutta dai turbini di rabbia, e la consapevolezza di una donna più matura, la cui vita appagante è stata raggiunta a caro prezzo. L’abbandono, e in un certo senso anche la vendetta, sono tematiche che fluttuano e che compaiono nello scenario quotidiano, che culminano attraverso piccoli alterchi fisici, in cui le due donne trovano un minimo terreno comune.
Questa storia di riunione, dopo un abbandono di 35 anni di una madre e una figlia, si saprà trasformare in processo di riappropriazione di un ruolo, materno, che in un certo senso Anabel non può più riottenere, diventando in modo quasi naturale un’altra cosa, diversa, potente, indescrivibile. La particolarità della narrazione è che ogni cambio scena è intervallato da una componente sonora che ne incornicia e determina lo sviluppo: si può sentire chiaramente un clic sonoro, come quello che si sente quando si cambia la diapositiva, un modo per strutturare le sequenze con una vocazione chiaramente nostalgica.
Eterna Domenica è una pellicola interpretata meravigliosamente dalle attrici spagnole Bárbara Lennie e Susi Sánchez, un film chiaro ma mai semplicistico, la cui composizione narrativa pone al centro di questa dinamica madre-figlia una discussione sulla disperazione e sull’incertezza emotiva, un abisso viscerale che accomuna i due personaggi.