Every Breath You Take – Senza respiro: recensione del film con Casey Affleck e Sam Claflin
Dal 27 settembre su Sky Cinema, Every Breath You Take di Vaughn Stein è un thriller piatto, senza mordente.
È arrivato su Sky Cinema Uno Every Breath You Take, il film di Vaughn Stein con Casey Affleck, Sam Claflin e Michelle Monaghan. L’ottimo cast e un soggetto originale erano le premesse di una visione stimolante, e invece tutto si perde nei meandri di una storia piatta, senza grinta. Every Breath You Take vorrebbe essere un thriller psicologico, un dramma, un action, un racconto sul lutto, ma alla fine non risulta essere niente di tutto ciò. Forse, il problema va rintracciato nella sua genesi, a quella ricerca di un regista che desse forma alla sceneggiatura di David Murray. Inizialmente il film doveva esser diretto da Rob Reiner (Stand by Me, Misery non deve morire) e comprendeva nel cast anche Harrison Ford e Zack Efron. Dopo che Reiner ha lasciato il progetto, la regia è stata proposta a Stein, che ha preso le redini di un qualcosa nato per essere di qualcun altro.
Questo non vuol dire che la colpa sia di Stein, anzi, il suo tocco registico è forse una delle poche cose che tiene insieme Every Breath You Take. Si, perché il problema sembra risiedere proprio all’origine: la sceneggiatura. Dialoghi, tempi, spazi, tutto viene dilatato e poi compresso, eclissato o fin troppo accentuato. Il film è sprovvisto di un proprio baricentro, di una sua ragion d’essere. Molto viene lasciato al caso, e ciò che ci rimane è forse un’interessante prova recitativa di Claflin.
Every Breath You Take e il peso del lutto al centro del racconto
Philip Clark (Casey Affleck) è un rinomato psichiatra che non ha ancora affrontato il lutto del figlio morto tre anni prima. Il suo atteggiamento passivo ha spezzato il rapporto con la moglie Grace (Michelle Monaghan) e la figlia Lucy (India Eisley). Entrambe vivono un periodo di crisi, e i rapporti sono tenuti insieme da un filo sottile. Il fragile equilibrio familiare verrà sconvolto dopo il decesso di una paziente di Philip e l’arrivo del misterioso fratello (Sam Claflin). Questo l’incipit di Every Breath You Take, una storia non nuova alla filmografia di Affleck. Eppure l’attore sembra rimanere vincolato ad una scrittura restrittiva che non ne esalta le qualità. Il personaggio di Philip non esplode mai, rimane fermo ad uno stato bidimensionale di apatia assoluta; neanche quando il film raggiunge il suo presunto climax.
Di tutt’altra pasta è il James Flagg di Sam Claflin. Volto spigoloso, sorriso isterico e fascino pericoloso. Il suo villain ci convince appieno, seppur entro i limiti del film. L’attore riesce a convogliare tutto il dolore, la rabbia e la follia in piccoli sguardi e gesti. Il meglio arriva nell’inseguimento automobilistico, in quello sguardo fuori dal finestrino rivolto alla vittima del suo piano. Nel background di James mancano pezzi, il puzzle non è completo. Questa non è una scelta in fase di scrittura, ma un vero e proprio buco di trama a cui se ne collegano molti altri. Every Breath You Take è un thriller senza thriller, i pezzi che conducono alla risoluzione finale del mistero sono posticci e scontati. E così il plot twist finale perde di carica e portata, e noi ci rassegniamo alla prevedibilità del film con un sonoro sbuffo.
Vaughn Stein e la sfida con una sceneggiatura fragile
La sceneggiatura fragile e una colonna sonora anonima vengono aiutate da una buona regia, che però non riesce a coprire tutte le perdite. Every Breath You Take è come un tubo che perde acqua da tutte le parti, e Vaughn Stein cerca di tappare i buchi provvisto solo di nastro isolante. Il regista fa del suo meglio, ma la perdita è ormai troppo ingente. Riesce a mantenere l’equilibrio nelle prime battute del film, aiutato da un buon montaggio. Parliamo delle sequenze iniziali, fatte di silenzi, spazi vuoti e un disagio che permea ogni muro della casa dei protagonisti. Avvertiamo il peso della distanza tra la famiglia Clark, una distanza che prosegue nel lavoro di Philip. Ma è quando la narrazione accelera il proprio passo che il film accusa i primi sintomi.
Ciò che avvertiamo è una mancanza di focus, di scopo. Che cosa ci vuole raccontare Every Breath You Take? A questa domanda non avremo risposta, come non avremo risposta a molti interrogativi lasciati in sospeso. A nostro avviso il film è un’occasione mancata, e con Casey Affleck e Sam Claflin insieme potevamo davvero vedere qualcosa di più.