Excision di Richard Bates Jr. – recensione
L’adolescenza è il periodo più difficile della vita di un essere umano: crisi ormonali si alternano al desiderio di sentirsi diversi dagli altri ma allo stesso tempo accettati; si cambia fisicamente e psicologicamente in maniera così rapida da generare un continuo bilico tra curiosità e spavento… soprattutto nei confronti di due tematiche: il sesso e la morte.
Excision: un grottesco spaccato di una società alienante
Pauline (AnnaLynne McCord) è un’adolescente strana, inquietante ed inquieta, bistrattata dalle compagne di classe, esclusa da ogni tipo di aggregazione dei suoi coetanei spesso disgustati dai suoi discorsi, dal suo trasandato aspetto e dai suoi modi di fare. Se a scuola la ragazza si sente un’aliena, a casa la situazione non è tanto meglio: il padre (Roger Bart) è sottomesso ad una madre superficiale e bigotta (Traci Lords); la sorella minore Grace (Ariel Winter) soffre di fibrosi cistica. Persino i vicini di casa ed il professore (Malcolm Mc Dowell) si dimostrano sbeffeggianti nei confronti delle sue aspirazioni, prima fra tutte quella di diventare chirurgo. Durante la notte le ossessioni di Pauline prendono vita sottoforma di una malsana attività onirica in cui sangue e sesso si intrecciano sullo sfondo di ambienti asettici, ad ogni risveglio segue un orgasmo. Quando la salute di Grace inizia a peggiorare nella mente di Pauline prende vita una delirante e chiarissima decisione…
Excision colpisce lo spettatore allo stomaco sin dalla prima scena: Pauline è seduta in una stanza che ha l’aspetto di una clinica e ha un orgasmo mentre osserva se stessa in preda alle convulsioni ed intenta a vomitare sangue. Freddi e asettici come la sua personalità sono gli unici luoghi sognati dall’adolescente che osserva con curiosità e glaciale distacco tutto ciò che la circonda in un perenne stato di anestesia emotiva.
Primo lungometraggio dell’esordiente Richard Bates Jr. presentato al Sundance Film Festival nel 2012, Excision sviluppa l’idea di un cortometraggio realizzato dal regista stesso anni prima e affonda passi sicuri in diversi generi. Sin dai primi minuti veniamo scaraventati in una black comedy che ricorda tanto i disagiati personaggi alla Solondz di Welcome to the Dollhouse (per le parti più comedy) e Happiness (per le parti più black). L’emarginata Pauline vive nel suo weird world, macabro, sociopatico e a tratti sarcastico (come le sequenze in cui la ragazza prega un Dio in cui non crede). Un mondo che fa eco a quello dei grotteschi ed ontologicamente cattivi personaggi di John Waters, il quale (sorpresa!) in Excision riveste i panni di un ottuso e menefreghista prete/psicologo. Complesso e ben descritto è il rapporto contrastato tra madre e figlia, Traci Lords (alcuni la ricorderanno nei panni della sexy e sempre imbronciata Wanda di Cry Baby, altri per la sua breve carriera nel mondo del porno) incarna perfettamente i panni di un’assente madre che invece di ascoltare la figlia preferisce portarla dal prete della cittadina; AnnaLynne McCord (la Eden Lord di Nip/Tuck) ci offre una talentuosa interpretazione da pollici in su: a differenza dei classici looser un po’ romantici alla Napoleon Dynamite , creati per essere compatiti o delle anatroccole da teen comedy che si trasformano in pollastre solamente levandosi i fondi di bottiglia, Pauline si differenzia da subito nel suo essere outsider. E’ una ragazza che sembra totalmente indifferente al proprio aspetto e alle normali convenzioni che le relazioni interpersonali impongono: non prova interesse nei confronti di nessuno e quando decide che l’ora di perdere la verginità è arrivata si reca sfacciatamente dal diretto interessato seduto tra i compagni di scuola, dicendo che ha scelto lui. Il suo feticismo morboso per il sangue e la sua curiosità nei confronti del sesso trovano sfogo nel suo primo rapporto sessuale, organizzato meticolosamente in modo che coincida con il ciclo mestruale, al culmine del quale Pauline immagina di strangolare il ragazzo mentre il letto si inonda di sangue.
Excision si distacca nettamente dalle amatoriali pellicole pur essendo un film indie e ci colpisce per l’accuratezza della regia soprattutto nelle sequenze dedicate ai sogni in cui il cenobitico regno dei piaceri di Pauline (che incarna la sensualità e la crudeltà) prende forma ed una fredda luce illumina il bianco dei vestiti, il rosso del sangue e l’azzurro delle piastrelle.
Anche se Pauline è totalmente sconnessa da tutto ciò che la circonda inizia a maturare in lei il desiderio di sentirsi utile per una volta nella vita. A scuola va sempre peggio: le compagne le imbrattano l’uscio di casa, lei reagisce con violenza e in cambio viene sospesa dal preside, la madre la obbliga ad andare all’odiato ballo scolastico, la malattia della sorella (unico essere umano per cui l’apatica adolescente prova qualcosa) peggiora velocemente ed urge metterla in lista per un trapianto di polmone. Come ci insegna Carrie White, quando è troppo è troppo. L’instabilità mentale di Pauline esplode portandola ad atti di autolesionismo, inducendola ad aprire ed “operare” un uccellino morto trovato per strada sino ad arrivare al delirante e drammatico finale: un brutale urlo straziante che lacera l’indifferenza di un mondo pronto ad escluderla per sempre. Non ci resta che prendere il fiato, deglutire e digerire le difficili immagini che ci lasciano addosso un retrogusto amaro non solo per la loro crudezza ma anche per il sonoro schiaffo emotivo che ci regalano. Inedito in italia, Excision non lascia scampo alternando risate a denti stretti da commedia nera a disturbanti atmosfere horror ; un film che vi consigliamo “con il cuore in mano e con i polsini insanguinati”.
Per rimanere informati sulle novità horror seguiteci anche sulla pagina facebook