Fast and Furious – saga: recensione
Corse adrenaliniche, velocità, macchine sportive e belle donne, salti mozzafiato che sfidano le leggi della fisica e tanta azione: ecco gli ingredienti che hanno portato Fast and Furious fino al settimo capitolo. Diretto da James Wan, Fast & Furious 7 arriverà prossimamente al cinema. Dal momento che gli appassionati del franchise della velocità accorreranno nelle sale fra pochissimo, proponiamo la recensione di questa saga di successo mondiale, con l’intento di fornire un riepilogo degli episodi precedenti. I film della serie, distribuiti dalla Universal Studios, hanno come protagonisti principali e indiscussi, Dominic Toretto, interpretato da Vin Diesel, e Brian O’Conner, interpretato da Paul Walker.
Fast and Furious, film del 2001, per la regia di Rob Cohen, è tratto liberamente da un articolo, Racer X, scritto dal giornalista Ken Li, che parla appunto di gare clandestine. Il primo capitolo della serie vede Brian O’Conner, agente dell’FBI, infiltrato in una banda che organizza gare automobilistiche clandestine. L’ obiettivo di Brian è quello di smascherare i responsabili di una serie di rapine a dei camion. Il capo della banda è proprio Dominic Toretto, un criminale fuggitivo. Alla fine del film, l’agente dell’FBI, salva la vita ai suoi nuovi amici, tra cui Dominic, rovinandosi la carriera e diventando un ricercato.
A conclusione dei titoli di coda, una scena aggiuntiva mostra Dom a bordo di una Chevelle SS rossa e sentiamo la sua voce pronunciare la famosa espressione:
Vivo la mia vita a un quarto di miglio alla volta, per quei dieci secondi sono libero.
Il primo film è un successo al botteghino che viene messo subito in cantiere il secondo capitolo della saga, 2 Fast 2 Furious, del 2003, diretto da John Singleton. Vin Diesel, impegnato in altri progetti, sembra deciso a non partecipare più alla serie, quindi, accanto a Brian O’Conner, compare il personaggio cinematografico di Roman Pearce, interpretato da Tyrese Gibson. Da Los Angeles, la saga si sposta a Miami e racconta le avventure di Brian e Roman. I due, amici dall’infanzia, entrano sotto copertura nella squadra di Verone (Cole Hauser), ricercato dall’ONU. E’ qui che i protagonisti incontrano la bellezza mozzafiato di Monica Fuentes, interpretata da Eva Mendes, anche lei nei panni di un’infiltrata. Alla fine della vicenda, tutti e tre saranno smascherati e costretti a fuggire. Nel film, viene spiegato anche cosa succede a Brian dopo aver lasciato scappare Dom. Questo secondo capitolo può dirsi il meno riuscito della saga, poiché soffre di un legame troppo evidente con la trama del primo film e risente della mancanza di Vin Diesel, perfetto, anche a causa della fisicità, nella parte del testosteronico Dominic, campione di velocità. Nonostante questo, il film fa il boom al botteghino.
Il terzo capitolo, The Fast and the Furios: Tokyo Drift, del 2006, per la regia di Justin Lin, ha come protagonista Sean Boswell (Lucas Black), un ragazzo appassionato di corse. La saga, a questo punto, arriva in Giappone e vede Sean e gli altri impegnati con una disciplina alternativa alle corse dei film precedenti, quella del drifting. Il cameo finale, nel quale appare Vin Diesel, preannuncia il suo ritorno nei capitoli seguenti. Il quarto episodio della serie, Fast & Furious – Solo parti originali (2009), diretto da Justin Lin, si presenta come il sequel dei primi due capitoli e il prequel del terzo. Brian O’Conner, reintegrato nell’FBI, si introduce sotto copertura nella banda di un trafficante di droga di Los Angeles, conosciuto come “Braga”. Intanto Dom torna dalla Repubblica Domenicana, dove aveva continuato le sue attività di criminale, e arriva a Los Angeles per partecipare al funerale di Letty (Michelle Rodriguez). Insieme al ritrovato Brian e sua sorella, Mia Toretto (Jordana Brewster ), Dom da la caccia al responsabile della morte di Letty, Felix, immischiato nei traffici di droga organizzati dalla banda di “Braga”. Toretto riesce a vendicarsi della morte dell’amata Letty, ma viene catturato e spedito in un carcere di massima sicurezza. Al box-office il film è un successo.
Justin Lin è il regista anche del quinto episodio della saga, Fast & Furious 5 (2011). Al cast si aggiungono Dwayne “The Rock” Johnson e Elsa Pataky. Il film inizia con Brian che riesce a far evadere Dom di prigione, facendo ribaltare un autobus pieno di detenuti. Fuggiti in Brasile, Mia, Brian e Toretto, durante una rapina ad un treno, incontrano Vince (Matt Schulze), uno dei componenti della banda di Dom al primo Fast and Furious, e scoprono che il mandante della rapina è l’affarista Hernan Reyes (Joaquim de Almeida) che vuole recuperare, da una delle macchine, un chip contenente tutti le informazioni sui suoi traffici illeciti. Brian e Dom decidono, quindi, di escogitare un piano per derubare le ingenti finanze di H. Reyes. Dalla trama sicuramente più elaborata rispetto ai precedenti film, il quinto episodio riceve un enorme successo di pubblico.
La sorpresa del sesto capitolo, Fast & Furious 6 (2013) per la regia, ancora una volta di Justin Lin, risiede nel fatto che Letty, la fidanzata di Dom spacciata per morta ai tempi del quarto film, ritorna in scena. L’agente Hobbs (Luca Ward) scopre che una banda organizzata, di cui fa parte anche Letty, ha rubato un convoglio militare. Dom, a questo punto, decide di collaborare con l’FBI per riottenere la desiderata libertà. Infatti, l’accordo con le autorità prevede che, in cambio della sua collaborazione alla cattura della banda di criminali, Dom e l’intera squadra che già lo aveva affiancato in Brasile, ottengano l’assoluzione da tutti i crimini. Adrenalina e azione si spostano, questa volta, a Londra.
La trama, come in passato, è solo un pretesto, un apostrofo rosa tra le parole “azione esagerata” […] ( scrive Maurizio Acerbi su Il Giornale)
Ciò che sostiene Maurizio Acerbi basta come sunto di tutti i capitoli della saga. Fast and Furious è un prodotto commerciale dalla trama spicciola, non interessato alquanto a possibili approfondimenti psicologici che appesantirebbero gli episodi e, forse, toglierebbero spazio alle adrenaliniche scene d’azione, e alla spettacolarità, al limite del soprannaturale, delle corse in auto, su cui il film vuole concentrare tutta l’attenzione dello spettatore.