Korea Film Fest 2021 – Fighter: recensione del film di Jero Yun

Miglior film della sezione Orizzonti della 19esima edizione del Florence Korea Film Fest, tenutosi al Cinema La Compagnia dal 21 al 28 Maggio 2021, Fighter di Jero Yun è una storia di riscatto, una vicenda vera e reale che affronta sapientemente la dura divisione, vissuta ancora come una grave ferita, tra la Corea del Sud e la Corea del Nord. Con il suo secondo lungometraggio, il regista Yun, che già in passato aveva affrontato la tematica dei rifugiati Nord Coreani, presenta la storia di Ji-na (Lim Seong-mi), una rifugiata politica scappata a Seoul, capace di trovare il proprio riscatto sociale grazie a uno sport specifico: la boxe. L’obiettivo principale della protagonista, dopo essersi sistemata nella nuova città, è quello di poter racimolare qualche soldo, per permettere al padre di raggiungerla; per questo accetta prima il lavoro come cameriera presso un ristorante e in seguito un secondo lavoro come addetta alle pulizie di una palestra. È proprio qui che Ji-na scopre la sua passione per la boxe: in seguito a un evento che le accade nel corso del film, decide di dedicarsi totalmente allo sport, a livello agonistico, per migliorare maggiormente la sua situazione economica.

Fighter: un cinema vero, senza filtri, speciale nella sua autenticità

Fighter

Il regista Jero Yun, grazia alla sua esperienza pregressa nella trattazione cinematografica dei rifugiati Nord Coreani nelle sue sceneggiature, riesce con grande cura a dare una forte caratterizzazione alla sua protagonista Ji-na, illustrando non solo la capacità di adattamento della giovane donna a un nuovo mondo, totalmente diverso da quello di appartenenza, ma analizzando a fondo la tenacia e la forza di volontà che la spingono a vivere una vita degna di essere vissuta, in onestà e rispetto nei confronti del prossimo. D’altronde Ji-na è una vera combattente (da qui il titolo del film) e lo dimostra in ogni situazione che deve affrontare, pronta a rialzarsi a testa alta e a lottare con i pregiudizi della gente. La giovane donna non solo combatte sul ring, ma deve confrontarsi anche con i numerosi pregiudizi che i Sud Coreani hanno nei confronti dei Nord Coreani. La lotta, sia nei confronti dei suoi avversari sul ring, sia nei confronti delle persone che incontra sul suo cammino, è la sua reazione al tentativo inizialmente fallimentare di stabilizzarsi e vivere una vita normale.

Più che essere un film prettamente sportivo, Fighter è un’opera più introspettiva, che usa l’espediente dello sport per entrare nella travagliata vita della protagonista. Non è casuale la scelta di seguire Ji-na con una camera a mano e di posizionare l’attrice il più delle volte al centro dell’inquadratura: il personaggio sperimenta una vasta gamma di emozioni, dalla paura, alla rabbia, fino ad arrivare alla felicità, e la sua interprete, Lim Seong-mi, riesce a incarnarle alla perfezione, trascinando gli spettatori con sé in questo viaggio breve, ma umano e veritiero.

Il ritratto di una donna che combatte innumerevoli battaglie

Fighter Cinematographe

Nel corso della pellicola, Ji-na sperimenta numerose sensazioni ed emozioni, come precisato in precedenza e, grazie al sapiente utilizzo del linguaggio cinematografico, è come se gli spettatori vivessero insieme a lei sue battaglie interpersonali, identitarie, famigliari e sociali. Il film di Jero Yun è un piccolo tesoro, dentro il quale fotografia, colonna sonora, sceneggiatura e regia dialogano insieme con equilibrio, creando un prodotto originale e che certamente non viene dimenticato.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.2