Firenze sotto vetro: recensione del social film di Pablo Benedetti e Federico Micali
Migliaia di video inviati dagli abitanti di Firenze compongono il social film di Pablo Benedetti e Federico Micali, dal 6 all’11 maggio al cinema La Compagnia di Firenze.
Una Firenze svuotata, silenziosa, irriconoscibile quella che si vede nel social film di Pablo Benedetti e Federico Micali, una Firenze sotto vetro appunto. Una città come nessuno l’aveva mai vista, che ha affrontato e continua a combattere la pandemia da Coronavirus. Le file interminabili davanti ai supermercati, la scoperta delle mascherine, i canti liberatori dal balcone. E poi di colpo l’ironia, la solidarietà, la voglia di non arrendersi e di combattere con la sagacia tipica della città di Firenze.
Il social film – da un’idea dei due registi durante i primi giorni del lockdown nel 2020 – è stato realizzato tramite i contribuiti video inviati da tutta la città. Nato dalla “chiamata alle armi” dei due registi con l’obiettivo di poter raccontare un momento straordinario per la città e per il tutto il Paese, che potesse mettere insieme diversi punti di vista. Quelli di chi si è trovato improvvisamente isolato in casa ma connesso a distanza e quelli dei lavoratori alieni in una Firenze deserta.
“Firenze sotto vetro”: i cittadini rispondono alla chiamata alle armi con migliaia di video
Grazie alle riprese fatte con gli smartphones dai cittadini di Firenze, si è potuto costruire un mosaico dove anche le inquadrature casalinghe non proprio perfette sono state compensate dalla potenza delle immagini e dalla forza dei racconti. Oltre 1600 i video arrivati dopo la call lanciata in piena quarantena, vissuta spesso nel destino comune di “prigionieri” in casa, tra paura e ironia, o in quello di spettatori increduli di una città d’arte completamente svuotata.
“Passeggiare in questi corridoi durante il lockdown è stato come muoversi dentro un quadro di Giorgio De Chirico” – Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi
Filmati e racconti dalla quarantena, videodiari dalle case, dai balconi, con o senza mascherine, da chi ha continuato a lavorare in una città deserta a causa dell’emergenza sanitaria, vivendo una delle più importanti crisi sociali dell’era contemporanea. Le testimonianze di medici, infermieri, tassisti, cuochi, insegnanti, lavoratori essenziali o meno, in smart-working, con la voglia di aiutare o essere aiutati. Firenze sotto vetro racchiude tutte le complesse sfaccettature del tessuto fiorentino, che si è ritrovato a dividersi semplicemente tra positivi e negativi.
La speranza della ripartenza, tra euforia e cautela
Ma ci sono anche sorrisi e giochi, delle famiglie al completo, dei più giovani e delle loro “magie”. Momenti esilaranti che la noia della clausura forzata ha trasformato in creatività, in cui ognuno ha scoperto un modo tutto personale per andare avanti e affrontare le difficoltà con un sorriso.
“Ma il coronavirus non vince, vincono i dottori”
I bambini, con la loro innocenza e l’innata speranza che alberga nei loro cuori, riassumono così un anno di pandemia. I dottori diventano i nuovi supereroi che lottano contro un male invisibile che pian piano sembra indebolirsi sempre più finché, a breve si spera, non sparirà del tutto.
Tanti sono stati anche i contributi della sperata ripartenza, della cosiddetta Fase 2, tra euforia e cautela, dei primi mesi dell’anno in corso. In Firenze sotto vetro vediamo le testimonianze di artisti, ballerini, attori e attrici, musicisti ma anche dei direttori dei luoghi della cultura, che esprimono i loro timori ma anche le loro speranze. Non mancano gli insegnanti e gli alunni di quelle scuole così a lungo maltrattate tra aperture e didattica a distanza.
Insomma, in Firenze sotto vetro c’è una miscellanea di momenti e impressioni che non possono lasciare indifferenti per la potenza visiva e soprattutto emotiva. Ad un anno di distanza dal primo lockdown un film del genere è, sotto molti aspetti, devastante per il semplice fatto di mettere di fronte ai nostri occhi un percorso difficile da dimenticare. Come in un film post-apocalittico, il risveglio in un Paese segnato, distrutto per alcuni versi, provato e ferito, simbolicamente è l’alba di un nuovo giorno.
Un’alba che inizia proprio con il ritorno al cinema, infatti Firenze sotto vetro sarà disponibile al cinema La Compagnia di Firenze dal 6 maggio all’11 maggio. I due registi, Pablo Benedetti e Federico Micali, devolveranno gli utili e una parte dell’incasso del film a sostegno dei lavoratori dello spettacolo. Come? Attraverso un bando di produzione che sarà pubblicato da Malandrino Film entro dicembre 2021.
Il progetto è stato realizzato nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema. Il progetto ha il patrocinio del Comune di Firenze come partner istituzionale, è prodotto da Malandrino Film e 011Films, con la collaborazione di Toscana Film Commission e del cinema La Compagnia con media partner Lady Radio e PS Comunicazione.