Fistful of Vengeance: recensione del film Netflix con Iko Uwais
Arriva su Netflix, dal 17 febbraio 2022, il film sequel della prima stagione della serie fanta-action Wu Assassins. Tanta azione e poca sostanza per uno show marziale poco soddisfacente.
Nonostante i giudizi discordanti sulla stagione inaugurale, rilasciata nell’agosto del 2019, la serie fanta-action targata Netflix, Wu Assassins, ad oggi non sa ancora se proseguirà oppure no il cammino sulla piattaforma a stelle e strisce. Il rischio che la prima season possa essere anche l’ultima è piuttosto elevato. Nessuna notizia è stata diffusa a riguardo, ma le speranze che le avventure marziali dello chef-guerriero Kai Jin continuino sono ridotte al lumicino. Del resto, i mancati rinnovi sono all’ordine del giorno, con prodotti seriali che scompaiono dai radar appena dopo il decollo senza lasciare alcuna traccia. Il silenzio da parte dei produttori, degli autori e dei responsabili del broadcaster coinvolto solitamente non promette mai nulla di buono.
Fistful of Vengeance potrebbe essere l’ultimo capitolo della serie Wu Assassins
Nel caso di Wu Assassins, l’episodio conclusivo aveva lasciato diverse questioni in sospeso, a cominciare dalla scoperta del responsabile dell’omicidio di Jenny, la sorella di Tommy Wah, il cui cadavere era stato ritrovato riverso sul pavimento del ristorante di famiglia nella Chinatown di San Francisco, insieme a quelli di decine di altre vittime. Motivo per cui, con i “giochi” ancora aperti e con alcuni nodo in attesa di essere sciolti, la messa in cantiere di una seconda stagione sembrava quasi scontata. Ma a quanto pare non è così. Forse per questo, al posto di una sequel seriale, gli autori hanno pensato di mettere una toppa – momentanea o definitiva staremo a vedere – realizzando un film chiamato a fornire agli spettatori tutte le risposte a quelle domande rimaste insolute. Game over? Che questo sia l’ultimo atto con il quale la storia e i personaggi si congedano dal pubblico ce lo dirà solo il tempo. Le prossime settimane in tal senso saranno decisive. Molto dipenderà dal livello di gradimento che otterrà il film in questione, con il destino della serie che è appeso ai novanta minuti di Fistful of Vengeance.
In Fistful of Vengeance la storia comincia dove si era interrotta nel decimo episodio della serie
Disponibile dal 17 febbraio 2022, la pellicola diretta da Roel Reiné (regista di un paio di episodi della serie) vede il protagonista e gli altri componenti del gruppo riunirsi in quel Bangkok per vendicare la morte di Jenny, scoprendo ben presto che il loro nuovo nemico è un’antica minaccia armata di poteri ultraterreni decisa a conquistare il mondo. Di fatto, la vicenda riprende laddove il decimo episodio di Wu Assassins ci avevano lasciato, così da chiudere la questione legata alla ricerca degli Elementi da parte di Kai Jin per poi concentrarsi su altro. A vestire i suoi c’è ancora la star indonesiana delle arti marziali, Iko Uwais, con volti vecchi e nuovi ad accompagnarlo e ostacolarlo nella ricerca della verità che li porterà da San Francisco alla capitale della Thailandia.
In Fistful of Vengeance l’incapacità di amalgamare fantascienza e azione si fa ancora più palese
Nonostante il filo diretto con la vicenda raccontata nella serie, gli sceneggiatori hanno fatto in modo che Fistful of Vengeance potesse camminare sulle proprie gambe, presentandosi come un prodotto fruibile indipendentemente dalla sua matrice di provenienza. Compito, questo, non particolarmente impegnativo data la siccità narrativa e drammaturgica che caratterizzava lo show, la stessa che ha ereditato il film, con tutti quei limiti di scrittura che non tarderanno a palesarsi sin dai primissimi minuti. Qui l’incapacità di fare coesistere e amalgamare fantascienza e azione si fa ancora più palese, con un scollamento che finisce con l’indebolire ulteriormente il plot, riducendolo a un mero pretesto per spianare la strada alla componente action. Purtroppo il film riesce a deludere le aspettative anche su questo fronte e quello che sarebbe dovuto essere il punto di forza, si rivela invece l’anello debole della catena. L’apporto del regista olandese, assiduo frequentatore del genere con diverse esperienze nel settore, così come quello di un Uwais lontano anni luce dalla velocità di esecuzione vista in The Raid, è poca cosa rispetto alle reali esigenze coreografiche e marziali. Scene più articolate e spettacolari come il tutti contro tutti nell’albergo, l’inseguimento con sparatoria nel mercato di Bangkok e il combattimento finale nei sotterranei del tempio, non bastano a risollevare le sorti dell’operazione.