Five Nights At Freddy’s: recensione del film di Emma Tammi
Dal dramma, al western, fino all’horror. L’autrice di The Wind, adatta per il cinema il celebre videogioco survival indipendente di Scott Cawthon, divertendosi – e noi con lei – in un film sorprendentemente cupo e inquietante che rimanda a Columbus e Jackson, lavorando sapientemente di atmosfera e mitologia. In anteprima al cinema dal 31 ottobre e in seguito dal 2 novembre, distribuzione a cura di Universal Pictures Italia
Five Nights At Freddy’s, adattamento cinematografico dell’omonimo successo videoludico, seppur indipendente, ideato da Scott Cawthon, che nel 2014 lo rende universalmente accessibile quasi a sorpresa, come risposta alle critiche ricevute per il suo gioco precedente, pubblicato su Steam, Google Play, App Store e Desura e poi distribuito sui servizi Xbox One, Nintendo Switch e PlayStation 4, è il film probabilmente più opportuno per questo Halloween 2023.
Infatti, al netto della scarsa ricezione critica raggiunta oltreoceano, il terzo film da regista di Emma Tammi, autrice di cinema indipendente sempre più interessante, passata per il dramma, l’avventura, il western e con questo suo ultimo Five Nights At Freddy’s, perfino per l’horror, solo nel giorno d’apertura, incassa quasi 40 milioni di dollari, diventando il miglior esordio di sempre per un film basato su un videogioco, dimostrando di possedere dunque ben più di qualcosa da dire.
È raro ma a volte accade che dall’universo videoludico si giunga in seguito non soltanto ad un successo commerciale di natura cinematografica, ma anche ad un prodotto di qualità.
È il caso di Five Nights At Freddy’s che pur facendo proprie le atmosfere del videogioco di Cawthon – rispetto alle quali non sembra voler prendere troppa distanza, nonostante fossero ben poco cinematografiche – costruisce attorno ad esse una narrazione sorprendentemente solida, cupa e angosciante, pur dovendo abbracciare l’ampio pubblico causato dalla scelta piuttosto limitante del PG 13, che allontana fin da subito la possibilità di quel divertimento gore o splatter che avrebbe garantito inevitabilmente al film tutt’altra resa. O forse no?
Chris Columbus e Peter Jackson – Sulla paura giovane
Attraverso il travagliato percorso di vita di Mike Schmidt (Josh Hutcherson non è mai stato così feroce), un giovane addetto alla sicurezza, dal passato tormentato, rimasto orfano di entrambi i genitori e ancor prima, testimone diretto del rapimento del fratellino Garrett (Lucas Grant) nel corso di una gita in famiglia, Five Nights At Freddy’s riflette su temi sorprendentemente adulti quali l’elaborazione del lutto, del senso di colpa, del trauma e degli inevitabili effetti del rimosso sulla psiche, tra cui la depressione e l’incapacità di gestire la rabbia.
In questo senso risulta interessante ancora una volta osservare l’intelligenza di scrittura del film, a cura di Scott Cawthon, Emma Tammi e Seth Cuddeback, che pur rivolgendosi ad un pubblico di giovani – nonostante la maturità dei toni del film – centra l’obiettivo, muovendosi tra costruzione linguistica di un modello horror pressoché convenzionale targato Blumhouse ed un altro incredibilmente cupo, disperato e malinconico che si lega immediatamente all’indagine personale di Mike, quella condotta nelle profondità del sogno, o meglio, dell’incubo, al fine di tornare a quel maledetto giorno, scoprendo finalmente l’identità del rapitore.
Ciò che realmente Five Nights At Freddy’s racconta è dunque il destino di un individuo in gabbia, diviso tra una realtà da incubo all’interno della quale può ancora agire – Il Freddy’s Fazbear’s Pizza, nel quale trova lavoro come guardia notturna – ed un’altra del rimosso, all’interno della quale tutto ciò che gli è concesso, è osservare.
Emma Tammi rilegge la tragicità dolce del Peter Jackson di Amabili Resti, concentrandosi sul concetto di famiglia, di perdita e così sulla necessità di sfuggire al dolore, passando per i toni evidentemente scanzonati e fanciulleschi, eppure sotterraneamente oscuri dell’autore di Mamma, ho perso l’aereo e Harry Potter e la camera dei segreti, Chris Columbus, basti pensare alla costruzione narrativa dei cinque pupazzi animatronici, Freddy Fazbear, Bonnie, Mr Cupcake, Foxy e Chica.
Five Nights At Freddy’s: valutazione e conclusione
Un film che proprio attraverso la scelta di coniugare tra loro, due modelli cinematografici così distanti, trova la propria soluzione di tono, mettendo d’accordo il pubblico giovane e quello adulto.
Emma Tammi, a conferma delle abilità registiche precedentemente osservate, lavora con grande efficacia sulla componente psicologica, dunque sui non detti e ancor più sulla forza linguistica del fuori campo, che accresce ulteriormente il tasso d’adrenalina, di terrore e d’angoscia del film, dimostrando quanto effettivamente la resa efferata e gratuita della violenza non sempre corrisponda al successo, anzi.
Five Nights At Freddy’s è un vero gioiellino e ancora una volta Jason Blum fa centro, aprendo la strada ad un franchise dagli esiti sempre più interessanti e inaspettati, che potrebbero nel corso del tempo condurre perfino ad un capitolo finalmente libero dalle questioni di divieto e che senz’altro attenderemo con curiosità.
Nel frattempo, l’horror di Emma Tammi vale una visione e grazie a Universal Italia, è permesso correre in sala a partire dall’anteprima di Halloween, martedì 31 ottobre, per poi ritrovarlo in seguito, da giovedì 2 novembre 2023.