Fly – Vola verso i tuoi sogni: recensione del dance movie tedesco
Una storia di riscatto sociale raccontata attraverso l'estetica e l'anima della street dance, Fly - Vola verso i tuoi sogni prova a cercare e sperimenta una nuova narrativa nello storico genere del dance movie.
Fly – Vola verso i tuoi sogni arriva in sala come una sorpresa e rientra nel genere dei film dedicati alla danza che da sempre fanno breccia nel cuore degli appassionati del genere, di questa meravigliosa disciplina e di chi cerca pellicole piacevoli e non troppo impegnative. Prodotto da SevenPictures Film, Westside Filmproduktion GmbH e distribuito da Adler Entertainment, la matrice tedesca – e non come ci si aspetterebbe americana – è evidente nei suoi colori freddi e brillanti ma anche nella scrittura asciutta, sentimentale al punto giusto e catartica, che si fonde con l’anima nuda e cruda della street dance che dà spettacolo attraverso un linguaggio corporeo musicale più teatrale che cinematografico. La regia di Katja Von Garnier segue con rispetto e ammirazione gli attori-danzatori che diventano un corpo unico, il cui unico obiettivo è catturare lo sguardo dello spettatore ed emozionare. Il film è in sala dal 14 Luglio 2022.
Fly – Vola verso i tuoi sogni: nella trama del film tedesco riscatto sociale e street dance
Bex (Svenja Jung) è una ragazza di 20 anni che ha un solo pensiero che le rende possibile affrontare le giornate in carcere, dove è finita per tentato omicidio: sognare di volare, lasciare che il suo corpo danzi libero nei pochi centimetri della sua cella nell’attesa che la sua vita possa ricominciare, tra i servizi ecologici e un programma di riabilitazione. Come lei anche altri ragazzi partecipanti al programma di riabilitazione attendono un’occasione per riscattarsi e provare a lasciarsi alle spalle il passato e gli errori commessi ed esattamente come lei vedono nella street dance quel momento liberatorio in cui affermare chi sono davvero e raccontarsi.
Ava (Jasmin Tabatabai) invece è una tassista che anni fa sognava di aprire un teatro dedicato alla street dance dove i ragazzi inghiottiti dalla vita di strada potessero trovare un rifugio e un’alternativa alla loro drammatica condizione sociale. Grazie all’incontro con questi ragazzi a cui farà da insegnante in occasione di un programma di riabilitazione dedicato alla street dance, Ava avrà l’occasione di dare una seconda possibilità a se stessa, ai suoi sogni e a quelle giovani promesse della danza contemporanea.
Un film che esplora la potenza corporea e visiva della danza contemporanea
Danza e cinema sono da sempre un connubio vincente al cinema. In particolare il genere del dance movie è a suo modo un’eredità del musical, una sorta di suo spin-off che nel corso del tempo si è lasciato influenzare dai generi musicali di tendenza, spesso facendo proprio da trampolino di lancio per alcuni artisti e canzoni che sarebbero poi diventate delle hit. Se gli americani sono andati sempre a caccia degli artisti più in voga da introdurre in questo genere – si pensi ad esempio il caso di Missy Elliot in Honey con Jessica Alba -, in Europa più che cercare l’effetto spettacolo per portare facilmente in sala il pubblico dei giovanissimi si è sempre lavorato per enfatizzare l’effetto catartico della danza oltre che il riscatto sociale, che nelle produzioni americane non è mai mancato, pur se alle volte dipinto con troppo buonismo.
Fly – Vola verso i tuoi sogni da questo punto di vista è un film pienamente europeo, che si avvale del codice cinematografico espressivo tedesco caratterizzato sempre da un certo rigore e qui al servizio di un genere di danza di cui si parla ancora troppo poco se non in ambito teatrale: la street dance, che è diversa dall’hip-hop che ha caratterizzato film come Step Up. In questo film tedesco c’è molto più corpo, sudore, fatica, mimo, gesto, c’è un profondo lavoro e una ricerca di espressività che è più vicina ad una messa in scena teatrale di solo corpo. Ed è forse proprio nelle innumerevoli scene danzate che sostituiscono i dialoghi che Fly fonde il codice espressivo del cinema con quello del teatro.
C’è una cura maniacale dell’estetica coreografica, questo è particolarmente evidente nei colori chiari e scuri di una fotografia malinconica che gioca metaforicamente tra il buio e lo sporco dell’istituto penitenziario e la luce e la vitalità dei passi di danza, ma la solennità di queste scene fa sì tuttavia che arrivino dei messaggi importanti. La sfida difficile per Ava infatti è quella di mostrare a questi ragazzi come ri-creando una comunità di valori, passioni e drammi condivisi possano riconoscersi tra loro e tornare a credere nel prossimo. La danza oltre che riscatto dona loro una lezione di vita che nel film è sempre raccontata come momento condiviso e comunitario: anche se Bex è la protagonista, il suo ruolo è solo quello di fare da traghettatore in una storia che diventa di tutti e dove non c’è mai un protagonista che prevale sull’altro. Anche le scene tra singole infatti costituiscono un tassello di un percorso di formazione corale, come la gran parte delle coreografie. Perché se Bex non avesse avuto il coraggio di ballare davanti agli altri sarebbe rimasta nel guscio soffocante e silenzioso della sua cella, da cui probabilmente non avrebbe mai avuto il coraggio di uscire.