FEFF 2023 – Full River Red: recensione del film di Zhang Yimou

Commedia e mistery allo stesso tempo, Full River Red è l'ennesima dichiarazione d'amore alla propria patria del regista cinese Zhang Yimou: un'opera coinvolgente, di una bellezza fulgida, dall'inizio alla fine.

In anteprima come film di chiusura alla 25esima edizione del Far East Film Festival appena conclusosi a Udine, Full River Red è l’ultimo film del pluripremiato regista cinese Zhang Yimou (Lanterne Rosse, La Foresta dei Pugnali Volanti, Hero): un’opera che unisce due generi, la commedia e il film di ambientazione storica, per regalarci una pellicola che – nonostante la sua lunga durata – si guarda con interesse, tra un sorriso e l’altro, dall’inizio alla fine, trasportandoci nella Cina Imperiale della Dinastia Song.

La trama di Full River Red

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Dopo la morte del generale Yue Fei (simbolo di lealtà suprema alla patria), la Dinastia Song è in rivalità con la Dinastia Jin: nella corte di Qin Hui (Lei Jiayin), il soldato semplice Zhang Da (Shen Teng) e il comandante Sun Jun (Jackson Yee) sono alle prese con il misterioso omicidio di un diplomatico Jin e con una lettera confidenziale – riservata all’Imperatore – che sembra essere scomparsa nel nulla.
Cospirazioni e tradimenti fanno da sfondo a una storia dai tratti comici, ma che si sviluppa sul filone del thriller, in un mix elettrizzante che tiene con il fiato sospeso dall’inizio alla fine.

Full River Red e il poema patriottico del generale Yue Fei: Zhang Yimou firma – l’ennesimo – atto d’amore verso la sua Cina

Il titolo del film Full River Red è in realtà quello di un poema che – per parafrasare il regista – “tutti i cinesi, anche i più giovani, sanno recitare a memoria”: si tratta della poesia Man Jiang Hong, attribuita al generale Yue Fei. Questo poema è ancora oggi un simbolo patriottico, un testamento d’amore vero e proprio per la Cina.

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E in effetti, la pellicola di Zhang Yimou non è da meno: stiamo parlando di un’opera del 2023, ma il regista ha alle spalle una carriera lunghissima e non a caso è uno dei cineasti più noti sia in patria, che a livello internazionale (è lo Steven Spielberg cinese, potremmo dire). La sua fama, d’altronde, è dovuta in gran parte al setting storico, a storie che mostrano tradizioni nazionali quali le arti marziali e ambientazioni imperiali.

Con questo film, Yimou fa una scommessa, vincente: mixa il comico al thriller, creando un’opera pervasa da dark humor che ha una patina alquanto teatrale. L’intero film si regge sui dialoghi: ce ne sono molti, moltissimi. I momenti di silenzio e stasi sono pochi, quasi inesistenti, gli attori parlano continuamente: è il dialogo che conduce la storia, più che l’azione.

La scenografia è quasi tutta interna: a parte le strade strette della corte, vediamo solo le eleganti stanze dei Signori e dei Cancellieri in cui Zhang Da e Sun Jun cercano di venire a capo del mistero, al di fuori di queste solo tante mura di pietra.

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Molto interessante in Full River Red è il lavoro fatto dalla fotografia – che si deve a Zhao Xiaoding: una tonalità azzurrina, freddissima, accompagna tutta la prima parte del film, per diventare più calda solo quando il mistero è stato ormai risolto e il poema del generale Yue Fei è stato tramandato al mondo.

Ma la fotografia è anche utile a illuminare i personaggi e le stanze proprio come su un palcoscenico: i movimenti di camera, la regia tutta, suggeriscono allo spettatore di trovarsi seduto in un teatro e di assistere a una commedia con attori in carne ed ossa. A rendere ancora più teatrale e scenico Full River Red è la sceneggiatura, che si presta sicuramente a una trasposizione da pièce.

Sotterfugi machiavellici nella Cina del XII secolo: con Full River Red Zhang Yimou fa scuola, tra risate e suspense

Per il pubblico internazionale, non c’è nulla di meglio che un film storico per dare uno sguardo alla cultura e al passato di un Paese per noi lontano come la Cina: Full River Red si rivela una pellicola che centra in pieno questo obiettivo, che racconta molto della patria di Zhang Yimou ma lo fa con una leggerezza piacevole, atta a smorzare la lunga durata del film.

Impossibile assistere alla proiezione di Full River Red senza sentire il pubblico ridere, ma non solo: il regista ha saputo costruire la sua storia con un ritmo incalzante, basando la narrazione su una suspense coinvolgente.

Lo spessore che Yimou ha dato ai personaggi della sua storia, fa di Full River Red un’opera ancora più completa.

Full River Red: conclusione e valutazione finale

Droni che volano sul set, una regia incalzante che si accompagna a una colonna sonora audace (che unisce l’hip hop alla musica d’opera cinese) sono gli ingredienti perfetti per un film come Full River Red di cui si apprezza l’intero comparto tecnico, cast incluso.

Full River Red è un’opera in cui Zhang Yimou ha saputo osare, uscendo dagli schemi più tradizionali del genere per mostrare al pubblico di tutto il mondo che nonostante la sua immensa filmografia, il cineasta cinese ha ancora tanto, tantissimo da raccontare sul grande schermo.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4