Gangster Land: recensione del film con Sean Faris
Gangster Land è un film noir diretto da Timothy Woodward Jr. con Sean Faris, Milo Gibson, Jason Patric, Jamie-Lynn Sigler e Peter Facinelli
Gangster Land è un film noir diretto da Timothy Woodward Jr. con Sean Faris, Milo Gibson, Jason Patric, Jamie-Lynn Sigler e Peter Facinelli.
Chicago, 1922. Jack (Sean Faris) è un ragazzo italiano figlio di commercianti immigrati. Jack tenta di debuttare come pugile professionista ma è costretto a nascondere la sua nazionalità ad ogni incontro perché gli italiani non sono ben visti. Dopo un match, Jack attira l’attenzione di Al Capone (Milo Gibson) che tenta di assoldarlo per la sua organizzazione criminale capitanata da Johnny Torrio. Anche se le promesse della mafia italo-americana di fargli guadagnare cospicue somme sono attraenti, Jack è riluttante e non è propenso ad avvicinarsi a loro.
Un tragico giorno il padre di Jack viene brutalmente assassinato da alcuni sicari della mafia irlandese, nello specifico dall’equipaggio di Bugs Moran, acerrimo rivale della mala italo-americana per il contrabbando di alcolici. La polizia, fortemente collusa e corrotta, non ha intenzione di indagare e di trovare i colpevoli. Jack, allora, determinato a scovare i colpevoli, si unisce ad Al Capone che rapidamente assume il comando di tutta l’organizzazione. La determinazione di McGurn di vendicarsi della mafia irlandese di Moran coincide con la crescente tensione tra Capone e Moran, una tensione che accende una brutale guerra tra bande, che si battono per il controllo di una metropoli in piena espansione, e che culminerà con il massacro di San Valentino.
Gangster Land: il film su Al Capone e Jack McGurn
Gangster Land traccia la storia dei gangster più famosi d’America e la loro ascesa al potere. Il film, un connubio tra gangster movie e noir, esamina l’ascesa di Al Capone attraverso il punto di vista del suo secondo, ovvero “Machine Gun” Jack McGurn. Il regista Timothy Woodward Jr. dirige un film composto da un buon cast, con Milo Gibson – figlio di Mel – che interpreta Capone, la cui storia è per lo più raccontata attraverso gli occhi di Jack McGurn (Sean Faris), e ancora la star della serie I Soprano, Jamie-Lynn Sigler, che incarna la moglie di McGurn e Peter Facinelli che interpreta Bugs Moran.
Non è facile portare al cinema un film gangster convincente, un genere praticamente definito e delineato da Martin Scorsese, Howard Hawks e Brian De Palma. La sceneggiatura di Ian Patrick Williams ha avuto l’accortezza di adattare la vera storia della mala italo-americana e di riprendere alcuni dettagli personali dei suoi protagonisti: ad esempio O’Banion ha realmente gestito un negozio di fiori, Al Capone aveva gli occhi azzurri e Jack era davvero un professionista di golf.
Gangster Land tenta di fondere il genere gangster con il noir, invece non possiede né la ferocia dell’uno né l’aplomb dell’altro
Per quanto Gangster Land abbia dalla sua numerose qualità di aderenza alla realtà, purtroppo la narrazione non racconta nulla di nuovo in termini di storia. Se mai il film fosse stato anche più lungo, avremmo avuto più tempo per conoscere davvero i personaggi e i loro background. L’autenticità della storia purtroppo non può celarsi solo nella consonanza dei dettagli personali, ma deve essere presente anche e soprattutto nella drammatizzazione e nella rievocazione di una città che era la Chicago nell’era di Al Capone. Il film spesso sembra solo usare i nomi e le storie per giustificare un sacco di sparatorie, imprecazioni e pessimi accenti, che non si capisce perché oscillino tra il napoletano e il siciliano.
Gangster Land comincia con una delle peggiori scene di boxe girate in un film: il regista avrebbe dovuto guardar bene Toro scatenato per capire come eseguirla. Inoltre ciò che alla fine impedisce al film di superare la propria mediocrità sono gli stereotipi che la sceneggiatura trattiene, dai modi e le usanze dei personaggi italo-americani, alla pochezza con cui affronta la faida tra la mafia irlandese e quella italiana.
I vincoli di budget del film sono perfettamente evidenti, un limite che non permette forse alla trama di potersi divincolare da una certa monotonia espositiva, seguita da uno dei finali più anticlimatici e noiosi visto in un film gangster, che avrebbe dovuto culminare con la dirompente strage celeberrima. Invece Gangster Land si rivela una miscela indigesta e malconfezionata, che tenta di fondere il genere gangster con il noir ma che invece non possiede né la ferocia dell’uno né l’aplomb dell’altro.
Gangster Land è disponibile da domenica 3 febbraio alle 21.15 su Sky Cinema Uno.