Genitori vs Influencer: recensione del film con Fabio Volo
Leggi la recensione di Genitori vs Influencer, il nuovo film di Michela Andreozzi che andrà in onda dal 4 aprile su Sky e Now Tv
Lo scontro generazionale di Genitori vs Influencer, come dichiara il titolo, si gioca sul terreno dei social network e sulla notorietà che questo mezzo può offrire. Paolo Genovese aveva affrontato il tema delle distorsioni pericolose dei social, in chiave drammatica, in Perfetti Sconosciuti, Michela Andreozzi invece sfrutta la chiave umoristica per raccontare il rapporto complicato rapporto tra un padre anti-social e una figlia adolescente che invece i social li usa forse fin troppo. Il film è ricco di situazioni divertenti ed è destinato a tutta la famiglia, e sarà trasmesso il 4 aprile da Sky Cinema 1 e in streaming su Now tv.
Genitori vs Influencer: la trama
Paolo (Fabio Volo) e Simone – alla francese – (Ginevra Francesconi) sono padre e figlia ed hanno un bellissimo rapporto. Lui è un professore di filosofia, vedovo, lei è una ragazzina in piena adolescenza affascinata dal mondo social. È proprio sul tema social che l’idillio si rompe: come ogni teenager che si rispetti, infatti, Simone vive con la testa nello smartphone, tanto che matura l’idea di voler diventare influencer – come il suo idolo Ele-O-Nora (Giulia De Lellis) – categoria che Paolo detesta. Pur di recuperare il rapporto con sua figlia, Paolo inizia una campagna contro l’abuso dei social, con l’aiuto della stessa Simone che diventa la sua web manager. La fama inaspettata lo trasformerà suo malgrado in un influencer… e gli farà scoprire che i social, anche se vanno maneggiati con cura, possono regalarti una possibilità.
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L’incomunicabilità tra genitori e figli in epoca social
Influencer senza né arte né parte affollano le bacheche, giovani incollati davanti a contenuti considerati dai genitori privi di spessore e veicolati con dubbia etica morale, adulti che guardano con diffidenza i social e li ripudiano a prescindere. Una frattura insanabile quella tra genitori e influencer? Il film di Michela Ramazzotti sfrutta questa annosa questione per lanciare un messaggio positivo: a fare la differenza è il giusto approccio ai nuovi mezzi di comunicazione, che se ben utilizzati possono dar vita anche a cose positive. Il dibattito sul corretto utilizzo dei social network da parte dei giovanissimi è attualissimo, ancor di più se si pensa al tempo che tutti, anche gli adulti, trascorriamo sulle bacheche di Facebook e Instagram durante i mesi di pandemia. Genitori vs Influencer, come le buone commedie sanno fare, offre intrattenimento e uno spunto di riflessione per un confronto aperto tra diverse generazioni.
Genitori vs Influencer: umorismo dall’indole sociologico
Il film sicuramente fa sorridere, soprattutto quando si fa leva su quel linguaggio giovane sconosciuto a chi i social non li frequenta. Le situazioni più fresche però sono affidate al coro di caratteristi che forma il condominio della Garbatella romana in cui abitano il padre e figlia protagonisti: tutti non nativi digitali, che non sanno cosa significa boomer, haters, shitstorm, dissing, e che sembrano rimasti in un mondo che non c’è più. Anche Massimiliano Bruno nei panni di un preside liceale che deve destreggiarsi tra dar ragione ad un collega a cui saltano i nervi perché gli studenti hanno sempre il cellulare in mano durante le lezioni e la necessità di svecchiare il liceo offrendo corsi per diventare influencer, è tra i momenti più ironici.
Un film decisamente leggero, divertente senza eccedere in grasse risate, che si muove su un terreno minato, ma nonostante la superficialità riesce a portare a casa il risultato. Una cosa di veramente trash però nel film c’è: un product placement sfrenato che fa rabbrividire.