Gioie e dolori del giovane Yuguo: recensione del cortometraggio Netflix
Il giovane Yuguo parte a 16 anni per l'avventura di una vita: coltivare la passione per la cultura e la letteratura romena, lontano dalla Cina e dalla sua famiglia.
“Voglio diventare pioggia e lavare il tetto. Voglio diventare un’onda e portare via il passato.Voglio diventare fuoco, bruciare e purificare. Ma se posso, voglio essere me stesso”. Yin Yuguo nasce e cresce a Kunming, in Cina, e la sua adolescenza è guidata da quattro propositi chiari, limpidi: arricchirsi intellettualmente, provare piacere in ogni attività creativa, contribuire all’arte e alla creatività del mondo e, infine, trovare il vero amore in una nuova società.
Per farlo, a 16 anni Yuguo decide curiosamente di trasferirsi in Romania, fortemente attratto dall’opera del famoso poeta romeno Mihai Eminescu e, più in generale, dalla cultura dell’Europa dell’Est del XIX secolo. Gioie e dolori del giovane Yuguo – su Netflix dal 6 ottobre – ripercorre i momenti salienti del suo viaggio, dolceamaro e impossibile, fonte di arricchimento non solo per se stesso ma anche per chi gli sta attorno.
Gioie e dolori del giovane Yuguo: storia di un’anima antica, in un corpo giovane
I genitori di Yuguo, insegnanti universitari, appoggiano completamente le sue ambizioni e ne intuiscono la profondità fin dalla più tenera età. Credono che il figlio abbia un tipo speciale di malinconia in grado di metterlo in contatto sincero con gli oggetti più minuti della vita quotidiana. Compresa l’intricata bellezza della natura. E Gioie e dolori del giovane Yuguo, nella sua prima parte, è esattamente questo: un inno alla gioia dell’esistenza, derivante anche dalle esperienze apparentemente più insignificanti.
Yuguo affronta la sua avventura a Bacau (“appena” 200 mila abitanti, una realtà infinitamente più piccola rispetto a quella cui è abituato in Cina) con grande entusiasmo e rispetto, entrando da subito in sintonia con gli insegnanti e con le persone che via via frequenta e incontra; parla fluentemente il romeno, recita il poema Cosa desidero per te, dolce Romania (del medesimo Eminescu) e partecipa alla Giornata della Romania. In sintesi, abbraccia il nuovo Paese con una tale passione da fare apprezzare meglio ai nativi la loro medesima cultura.
L’occhio di un estraneo, per apprezzare il proprio mondo [Attenzione Spoiler!]
Ma sarebbe impossibile parlare del cortometraggio documentario di Ilinca Calugareanu senza affrontarne anche la parte più dolente e spigolosa: Yin Yuguo, infatti, trascorre in Europa, ai piedi dei Carpazi, appena 80 giorni. L’evento tragico che lo porta via da questo mondo avviene una mattina di gennaio 2019 su un treno, durante una bufera di neve, e viene raccontato con ammirevole asciuttezza e senza alcuno slancio retorico. Ecco quindi il vero senso dei 28 minuti di Gioie e dolori del giovane Yuguo: costruire un ricordo, fornire un simbolico risarcimento. Anzitutto, ovviamente, ai genitori, il cui desiderio più grande era quello di veder realizzati i sogni del figlio.
Il 15 marzo 2019, giorno in cui avrebbe compiuto 17 anni, Yuguo è stato dichiarato cittadino onorario di Bacau. La madre e il padre hanno creato una borsa di studio all’Università cittadina per premiare i migliori studenti di letteratura. E vogliono farlo – come sottolinea la didascalia finale del film – per il resto della loro vita. Per onorare Yuguo, anima delicata che sognava di essere un drago che può andare lontano per trovare la sua vera casa. E che quella casa l’aveva trovata, prima di ogni cosa nel cuore di chi aveva saputo coglierne lo spirito puro e rispettarne la sensibilità.