Glamour Girls: recensione del film Netflix
La pellicola di Nollywood ambientata nel mondo delle escort di lusso è un’occasione sprecata. La sceneggiatura debole e la banalità dei dialoghi non sono all’altezza dell’ottimo cast.
Dal 24 giugno 2022 è disponibile su Netflix Glamour Girls, film nigeriano diretto da Bunmi Adesoye e prodotto da Abimbola Craig.
La pellicola, remake dell’omonimo film del 1994, è ambientata nel mondo delle Escort di lusso e segue le vicende di un gruppo di giovani donne pronte a tutto pur di inseguire il sogno di uno stile di vita glamour. Tra colpi di scena, un omicidio e party sfrenati, Glamour Girls si rivela un prodotto molto particolare, ma non ci ha convinti del tutto. Vi spieghiamo il perché.
Glamour Girls: La trama del film
Donna (Nse Ikpe-Etim) è una manager di successo che gestisce un’esclusiva agenzia di escort con lo scopo trovare accompagnatrici ad alcuni degli uomini più ricchi del paese e, al contempo, aiutare queste giovani donne a cambiare vita. Tra di esse la nuova arrivata Emma (Sharon Ooja), una ballerina licenziata dopo essere stata accusata di aver rubato un anello ad un cliente di un club d’élite. Donna comprende il potenziale di Emma e l’assume nell’agenzia, facendone la sua punta di diamante.
Attraverso le vicissitudini delle due protagoniste abbiamo la possibilità di conoscere anche le altre donne che lavorano per Donna, come Louise (Toke Makinwa), vittima di un matrimonio infelice con un uomo rozzo e autoritario che vive negli Stati Uniti, Helion (Segilola Ogidan), ragazza ricca di famiglia ma con una grave dipendenza da alcol e droghe, e Jemma (Joselyn Dumas), ex escort – nonché ex migliore amica di Donna – che, a causa di gravi problemi familiari e finanziari, decide a malincuore di tornare a lavorare per l’agenzia. Ma non è tutto oro ciò che luccica: l’indipendenza tanto bramata si rivela in realtà illusoria e le vite delle protagoniste saranno messe in grave pericolo in seguito all’omicidio di un ricco e potente cliente.
La sceneggiatura non è all’altezza dell’ottimo cast
Partiamo subito con gli aspetti lodevoli di Glamour Girls. La fotografia luminosa e contrastata si rivela decisamente azzeccata per accentuare l’idea di un mondo estremamente confusionario e sfarzoso, glamour per l’appunto. Contribuiscono a creare questa atmosfera dei costumi di scena molto accurati e – cosa più importante – le performance del cast. In particolare, Nse Ikpe-Etim è assolutamente credibile nei panni di una donna egocentrica e astuta, convinta di agire per il bene delle ragazze che lavorano per lei ma le cui azioni, in realtà, solo esclusivamente orientate al suo tornaconto personale.
D’altra parte, a penalizzare la commoventi interpretazioni delle attrici protagoniste è proprio la sceneggiatura: povera, estremamente caotica e priva di qualsiasi guizzo emotivo.
Ad esempio, molti aspetti del film vengono dati per scontati, lasciando nello spettatore non poche domande senza risposta. Ad esempio, il motivo per cui Jemma e Donna, un tempo legatissime, si siano allontanate in modo così ostile nel corso degli anni non viene esplicitato. Durante le brevi battute che le due si scambiano sembra che la motivazione sia piuttosto seria e irreparabile, tuttavia, non molto tempo dopo, le donne sembrano aver risolto i loro trascorsi. Una riconciliazione decisamente superficiale e incoerente con la trama. Anche le relazioni che instaurano le ragazze dell’agenzia con i clienti sono poco chiare e i dialoghi risultano spesso inconsistenti e difficili da seguire.
Vedere o non vedere Glamour Girls?
I film di Nollywood si rivelano spesso prodotti molto interessanti, in grado di trasportarci in modo piuttosto crudo e privo di edulcorazioni in realtà che non conosciamo. Le Glamour Girls sono professioniste che vivono al di fuori del controllo patriarcale, sono considerate figure scandalose nell’immaginario sociale nigeriano. Per questo motivo sono generalmente associate alla prostituzione e al pericolo.
Nella pellicola di Bunmi Adesoye il clima molto particolare, a tratti angosciante, viene arricchito da un elemento drammatico e altamente adrenalinico: un omicidio. Tuttavia, questo assassinio arriva davvero troppo tardi. In un film dalla durata di due ore – che poteva essere tranquillamente alleggerito tagliando alcune scene superflue – il pezzo forte arriva ad appena un quarto d’ora dalla fine. A quel punto l’intreccio viene risolto in modo molto confuso, non lasciando il tempo necessario allo spettatore di assimilare il rapido susseguirsi degli eventi.
Un’occasione sprecata quella di Glamour Girls. Il film, partendo da una base intrigante e sorretta da un valido cast, non riesce a connettere parti della sceneggiatura troppo slegate, finendo per ridicolizzare un tema molto attuale e lontano dal nostro immaginario. Gli spettatori, più che invogliati a saperne di più, pregheranno solo che lo spettacolo finisca il prima possibile.