Gomorroide: recensione della commedia di e con I Ditelo Voi
Gomorroide, diretto e interpretato da I Ditelo Voi, è un film comico, leggero e divertente, che cerca anche di trasmettere un messaggio morale
I Ditelo Voi, trio comico composto da Francesco De Fraia, Raffaele Ferrante, e Domenico Manfredi, registi e protagonisti della commedia degli equivoci Gomorroide, realizzano un film a metà tra satira e parodia che con intenti chiari, diverte e intrattiene, senza pretese a cui non aspira né ha bisogno di puntare. Andato in onda su Rai 2 il 5 maggio 2020, nel cast comprende anche Gianni Ferreri, Lavinia Biagi, Francesco Procopio, Elisabetta Pellini, Francesco Paolantoni, Maurizio Casagrande.
Francesco (Francesco De Fraia), Mimmo (Domenico Manfredi) e Lello (Raffaele Ferrante) sono tre attori interpreti protagonisti della serie di successo Gomorroide, parodia dell’organizzazione criminale napoletana. Amato dal grande pubblico che non riesce a fare a meno delle puntate dello show, rischia però di suscitare l’ira dei veri boss della camorra campana che si sentono derisi, e che non riescono più a incutere quel timore e quella paura negli abitanti della città, infatti rispondono con le battute sentite negli episodi della serie. Tra inganni e realtà, i tre attori sono costretti a fuggire e a sospendere la produzione a causa di minacce ricevute, e a vivere insieme, inseriti in un programma di protezione, lontani dalla loro vita e dalle loro famiglie.
Cinema, amicizia e criminalità: la narrativa semplice di Gomorroide
Surreale e divertente, dichiaratamente demenziale, Gomorroide è un film nel film, dove a sorpresa si scopre che i tre attori stanno recitando, e che si tratta di una parodia. Una satira che non si riferisce solo all’organizzazione criminale, ma forse anche a quella miriade di show che rendono i boss dei miti da stimare e apprezzare. Degli ottimi prodotti a cui Gomorroide fa riferimento senza però voler dare un messaggio specifico. Il film ha un intento chiaro e ovvio: far ridere, senza pretese eccessivamente ambiziose o sottili: le riflessioni e le celebrazioni degli affetti sono esplicite e a volte, addirittura didascaliche, apertamente espresse in pochi momenti del film. In un mondo tra il grottesco e l’irreale, i tre uomini, profondamente diversi, si ritrovano a condividere esperienze assurde e pericolose. La rappresentazione di un mondo e di un cast che, dentro e fuori dal set, si trasforma e inaspettatamente mostra la persona dietro l’attore.
I protagonisti incarnano delle personalità ben definite: Francesco, dongiovanni che ama la popolarità e le possibilità di ricchezza e notorietà che il lavoro d’attore gli concede; Mimmo, attore bugiardo e impaurito che recita unicamente per soldi, diviso tra apparenza e realtà; Lello, egocentrico artista acculturato che vede nella recitazione una dimensione ultraterrena alla quale solo un élite può accedere. Personaggi che, sfiorando l’inverosimile, diventano metafore precise di uomini veri e realistici, un’ottima caratterizzazione per un’altrettanto perfetta interpretazione. Anche nei momenti più fuori dagli schermi, tutto è riconducibile al quotidiano e alla realtà. Un film che, esagerando, non distoglie mai l’attenzione dalla comicità, da simpatiche gag e da battute che suscitano ilarità. Un prodotto che fa della caricatura il proprio stile.
L’obiettivo primordiale del cinema per un trio comico che suggerisce che si può scherzare davvero su tutto
Gomorroide sorprende rivelandosi un film che non si prende troppo sul serio. Arriva immediato al pubblico con leggerezza, umorismo e sarcasmo. Comici davanti e dietro la macchina da presa. Il film non ha una tecnica particolarmente brillante, con una fotografia caratterizzata da una luce naturale e una regia che si concentra sull’azione, i dialoghi e le gag. Mentre eccezionali sono la scenografia e il montaggio che rendono alla perfezione la frenesia di un set, un quartiere popolare dominato dalla paura, e il lusso sfrenato tipico di molti boss della malavita. La particolarità di Gomorroide risiede proprio in ciò che ha maggiormente diviso l’opinione pubblica e cioè nel non rappresentare con serietà un problema esistente e drammatico. Ma I Ditelo Voi, passando dal web al teatro arrivano al cinema, con un film comico che tra realtà e finzione tratta gli stereotipi della camorra, portandoli all’estremo, cercando anche di trasmettere un messaggio morale. Senza però mai confonderlo con quello più superficiale e primario del film che è appunto divertire e intrattenere.