Guava Island: recensione del film con Rihanna e Donald Glover
Guava Island, mediometraggio diretto da Hiro Murai con protagonisti Rihanna e Donald Glover, è più un videoclip autocelebrativo che un vero film.
Qualcuno avrebbe dovuto avvisare Donald Glover, sul palcoscenico Childish Gambino, che riutilizzare per la seconda volta una mossa che si era precedentemente rivelata vincente avrebbe potuto portare al fallimento. Diretto da Hiro Murai, colui che ha firmato diversi lavori dello stesso Glover, Guava Island è un pessimo film, in cui si assiste solamente alla banale ri-esposizione di un meccanismo che può funzionare in un video musicale dalla durata di circa 4 minuti – ci si sta riferendo This is America di Childish Gambino –, ma non di certo in un mediometraggio di 56 minuti.
Ambientato nell’affascinante Cuba, i cui paesaggi riescono a rendere il prodotto più sopportabile, Guava Island segue le vite della coppia formata da Kofi (Rihanna), una sarta, e Deni (Donald Glover), una celebrità locale che trascorre la sua giornata tra musica, cantando le sue canzoni presso la stazione radio dell’isola, e lavoro, come dipendente di Red Cargo, magnate della zona. La volontà di Deni di portare un po’ di serenità nella città natale con la creazione di un festival, tuttavia, lo porterà alla rovina.
Guava Island: un pessimo film, ma un ottimo video musicale
Dopo aver visto Guava Island, ci si rende conto di come Donald Glover abbia imparato a sfruttare il cinema per promuovere la propria musica, protagonista assoluta di un film che dovrebbe essere definito un semplice videoclip destinato alla distribuzione della propria produzione musicale. Un giudizio che, per quanto possa sembrare estremo ed esagerato, viene avvalorato dal fatto che Guava Island – che, forse, dovrebbe diventare Glover Island a causa del suo focalizzarsi unicamente su Childish Gambino, tralasciando tutto il resto – funziona solo nei momenti in cui non viene comunicato nulla.
Tralasciando la performance attoriale di Rihanna – la cantante è presente, ma è totalmente passiva, in quanto il suo personaggio non ha alcun utilità, se non quella di aumentare l’importanza mediatica del film in questione – e la sceneggiatura di Stephen Glover, fratello del protagonista della pellicola, la quale oltre a muoversi unicamente attraverso scelte già viste, banalità e cliché, è totalmente insipida e insignificante, Guava Island è pura forma, senza contenuto. E, in questa totale mancanza di sostanza, non ci sarebbe nulla di male, se solo il film non si elevasse a cinema impegnato, in grado di fornire risposte a dilemmi di portata universale.
Guava Island: il film con Donald Glover e Rihanna visibile gratuitamente online
Groviglio di scelte stilistiche e narrative che, stonando tra di loro, non hanno alcun nesso interno, il mediometraggio viene introdotto da una favola realizzata attraverso animazioni, un racconto che dovrebbe immergere lo spettatore nell’atmosfera dell’isola. Inutile specificarlo, ma l’intento non è stato raggiunto e la parte animata, ripresa nel finale, contribuisce solamente a infastidire lo spettatore con la sua patina eccessivamente moralista (e, fin troppo, semplicistica). Perché soffermarsi a parlare della presunta malvagità insita nella società americana, delle sofferenze che derivano dall’essere un uomo di colore negli Stati Uniti e della potenza della musica, quando con Guava Island si vuole veicolare la mera e narcisistica (auto)celebrazione di un personaggio di spicco nel panorama musicale odierno? Con questo, non si vuole dire che Donald Glover non abbia alcun merito artistico, anzi. Con il passare degli anni, l’artista si è confermato essere una personalità poliedrica, in grado di rinnovare non solo la scena musicale, ma anche quella cinematografica, al quale il cantante ha regalato la serie televisiva Atlanta.
Con il suo inesistente messaggio – il quale, privo di fantasia, viene esageratamente e volutamente manipolato in modo da apparire nobile e ricco di significato –, l’irritante mediometraggio di Childish Gambino è una dichiarazione di assoluto narcisismo, un egocentrismo che raggiunge l’apice della propria insensatezza nella scena finale, in cui il protagonista diventa centro di un irragionevole trattamento messianico.
A partire da sabato 13 aprile il film sarà visibile gratuitamente su Amazon Prime Video. È possibile accedere alla pagina dedicata tramite questo link.