Cannes 2018 – Angel Face (Gueule d’ange): recensione del film di Vanessa Filho
Marion Cotillard e Alban Lenoir propongono intepretazioni convincenti e tecnicamente ineccepibili nel nuovo film di Vanessa Filho, Angel Face.
Vanessa Filho, artista versatile che spazia dal cinema alla musica, presenta a Cannes 2018 il suo nuovo film Angel Face (Gueule d’ange) nella sezione Un certain regard della selezione ufficiale del festival. Marlène è una ragazza giovane, spirito libero e anima in pena allo stesso tempo. La ricerca continua della felicitá la porta troppo spesso a trovare nell’alcool il conforto di cui ha bisogno. Continue avventure con uomini sconosciuti e scelte sbagliate eppure apparentemente inevitabili la portano a rovinare anche il suo giorno del matrimonio con Jean, l’uomo che le avrebbe dovuto permettere di redimersi con una seconda – anzi, quinta – possibilitá. Incapace in quasi tutto di badare a se stessa, trova protezione tra le braccia della figlia Elli, una brillante bambina di sei anni che oscilla tra il voler imitare la madre persino nei suoi difetti piú palesi e la ricerca di una figura genitoriale, fosse anche fittizia. Cosí incontra Julio, giovane solitario e isolato dalla famiglia, che si concede però la gioia di fare temporaneamente da padre alla piccola “faccia d’angelo” che ha Elli.
Angel Face: i tre protagonisti propongono interpretazioni ineccepibili dei loro personaggi
Marion Cotillard e Alban Lenoir propongono intepretazioni convincenti e tecnicamente ineccepibili, mentre sullo schermo appare anche la piccola Ayline Etaix, nei panni di Elli, che si afferma fin dalle prime sequenze la vera e propria star del film. Senza paura affronta il ruolo che la gratifica e rende giustizia a un talento evidentemente innato ma anche a certi aspetti particolarmente ingenui e infantili. Le performance sono convincenti e oculate nei limiti della credibilità della sceneggiatura, la quale mette in scena quasi un mosaico di situazioni improbabili, creando quasi una catena di eventi chiaramente ipermontati. La storia finisce presto con l’assumere una dimensione avulsa dalla realtà, che perde ogni legame con quella sofferenza individuale di Marlène che invece si presumerebbe permeare ogni aspetto della rappresentazione.
La totale assenza di adulti razionali o quanto meno in grado di discernere quanto la presenza o l’assenza di una bambina sia opportuna in determinate situazioni; la mancanza di preoccupazione delle istituzioni di fronte agli iperbolici eventi che vedono Elli come protagonista; istinti adulti, come l’alcolismo, traslati nella figura di una bambina di appena sei anni; nessuno che si preoccupa per il destino di una figlia abbandonata dalla madre (partita per una fugace vacanza in compagnia dell’ultima conquista). Questi sono solo alcuni degli episodi che allontanano nettamente Gueule d’ange dalle dinamiche reali. Ed è un peccato tanto piú pensando alla quantità e al tipo di sofferenza che la storia presumerebbe di portare in scena. La distanza tra gli spettatori e i personaggi sullo schermo viene quindi decisa da un soggetto ricco di potenzialitá e di personaggi creati con equilibrio e sapienza, ma che si scontra con un trattamento della storia che non riesce ad apparire convincente quasi mai, perdendo quella credibilità necessaria e fondamentale affinché si crei una seppur minima empatia tra il pubblico e il film.
Un peccato. Anche perché tanto spesso si sono viste storie di questo genere, in cui la sofferenza genitoriale (e materna soprattutto) prende il sopravvento sul rapporto naturale con i figli, rovinati da una cattiva gestione delle dinamiche diegetiche. Eppure in questa occasione gli elementi c’erano tutti per costruire qualcosa che, se riuscito, avrebbe colpito nel profondo tutto il pubblico al di là del sesso e dell’età. Invece l’unico personaggio che sembra mantenere un vago contatto con la realtà è Julio, a scapito delle figure femminili che incontra, che dovrebbero invece avere tutta la forza della sofferenza a giocare dalla loro parte.
Angel Face è in uscita nelle sale italiane dal 25 ottobre 2018 con Sun Film Group.