Halt and Catch Fire, stagione 1: recensione
Breaking Bad e The Walking Dead sono certamente i cavalli di battaglia del canale statunitense AMC. Eppure il 2014 televisivo sarà ricordato per un gioiellino sviluppato in 10 puntate andate in onda proprio su quel canale. Parliamo di Halt and Catch Fire, dramma tecnologico ambientato nei primi anni ‘80 durante la rivoluzione che ha portato alla nascita dei primi personal computer. Il period drama ideato da Christopher Cantwell e Christopher C. Rogers è partito il 1° Giugno dell’anno appena passato e dopo un inizio in sordina, e consensi sempre crescenti, il 20 agosto è stato rinnovato per una seconda stagione.
Partendo da una base fittizia come l’azienda Cardiff Electric situata nella città di Dallas, perno centrale in cui la trama si sviluppa, un’accurata ricostruzione storica che vede citare grandi industrie informatiche già famose all’epoca come la IBM e la APPLE Inc. ,ruota attorno alle vicende dei quattro protagonisti principali.
Joe MacMillan è la scintilla che dà vita ad Halt and Catch Fire, è un visionario che pieno di sé, non ammette compromessi nel raggiungimento del suo obiettivo: arrivare in cima all’olimpo con una nuova idea di Personal Computer. Lo interpreta magistralmente Lee Pace, visto recentemente in Guardiani della Galassia come Ronan L’Accusatore e ne Lo Hobbit nel ruolo del Re degli Elfi Silvani Thranduil. L’attore statunitense con la sua straordinaria mimica regala allo spettatore un’interpretazione eccezionale ed il ritratto di un uomo senza scrupoli eppure fragile e solo.
Si contrappone a lui il personaggio di Mackenzie Davis: Cameron Howe la giovane studentessa di programmazione informatica, grande prodigio e ragazza spontanea, ribelle e rivoluzionaria. E’ un uragano che porta scompiglio non solo nel progetto a cui prende parte, ma anche nella vita di Joe. La loro relazione anticonvenzionale è affascinante e letteralmente elettrizzante.
Dall’altra parte del tavolo ci sono i coniugi Clark: Gordon, l’ingegnere che si occupa della progettazione del computer, è un uomo insicuro che non vuole ripetere l’errore del passato, ha paura dell’abisso, è intrappolato nella monotona routine, coglie l’occasione offertagli da Joe eppure non abbandona mai quel suo lato del carattere grigio ed inerme; Donna, sua moglie, cerca le attenzioni del marito troppo preso dal suo lavoro, è una donna forte, con una mente straordinaria e potente. Li interpretano rispettivamente Scoot McNairy e Kerry Bishè.
I dieci episodi composti da 45 minuti l’uno, mescolano vicende personali e un’accurata terminologia tecnica che certamente verrà gustata dagli amanti del genere. Tutti questi elementi sono conditi da una colonna sonora ad hoc che ripercorre il binomio 1983-1984, anni in cui Halt and Catch fire è ambientato (Potete ascoltare le playlist dedicate ai personaggi della serie su Spotify) . Molto accattivante è la sigla di apertura che riprende il brano Still On Fire del disc jockey danese Trentemøller. E’ un prodotto, quindi, adatto ad un vasto pubblico. Da recuperare nell’attesa di una seconda stagione con il medesimo alto standard.