Heart of Stone: recensione del film Netflix con Gal Gadot

Tra i titoli più attesi della stagione balneare 2023 per quanto riguarda le piattaforme sarebbe un delitto non citare Heart of Stone, lo spy-action diretto da Tom Harper, distribuito da Netflix a partire dal 11 agosto 2023. Tra i motivi che ci sono dietro cotanta attesa vi è sicuramente la natura di genere votata all’intrattenimento che fa del film in questione un blockbuster a tuttotondo dal dosaggio di spettacolarità e adrenalina decisamente massiccio. Ma più di tutto è l’attrice scelta per interpretare la protagonista di turno a fungere da vero e proprio catalizzatore, ossia Gal Gadot. È indubbio quanto la sua presenza come punta di diamante di un cast ben assortito, dove tra gli altri figurano anche Jamie Dornan e Matthias Schweighöfer, sia importante per spostare gli equilibri e aumentare il numero di visualizzazioni.

Svestiti i panni di Wonder Woman per Gal Gadot è già tempo di tornare in azione in quelli di un’agente dei servizi segreti in Heart of Stone

Nella famiglia allargata del cinema d’azione, l’attrice e modella israeliana si è fatta le ossa in Red Notice, nel ruolo di Wonder Woman nel DC Extended Universe e e in quello di Gisele Yashar nella saga di Fast & Furious. Svestiti i loro panni per lei è venuto il momento di scendere nuovamente sul campo di battaglia e indossare quelli di Rachael Stone, un’agente speciale che lavora per un’organizzazione segreta il cui compito è mantenere gli equilibri mondiali. Insomma, quando i governi non riescono a risolvere e la situazione si fa particolarmente calda, allora tocca a profili come il suo intervenire, come quando viene chiamata per impedire a un hacker di rubare un’arma potentissima con la quale seminare morte e distruzione. E per sventare la minaccia dovrà come da tradizione del filone spionistico girovagare per mezzo mondo, affrontando ogni tipo di pericolo e malintenzionato. Nel suo caso il tour de forze inizia dalla Val Senales per arrivare sino alla fredda Islanda, ma non prima di fare tappa in quel di Lisbona e nel deserto senegalese. Qui andranno in scena tutti gli scontri tra le fazioni avverse che rappresentano ovviamente la portata principale e più succulenta del menù che gli sceneggiatori Allison Schroeder e Greg Rucka hanno consegnato nelle mani del regista britannico.

Un action visivamente spettacolare, ma debolissimo dal punto di vista narrativo e drammaturgico

Dal canto suo Harper, già autore di alcuni episodi della serie Peaky Blinders e di The Aeronauts, confeziona un action d’impatto, con scene che da un punto di vista spettacolare e cinetico assolvono più che discretamente al loro compito. Già con l’antipasto offerto dal prologo sulle Alpi si intuisce quanto alta sia la qualità in tal senso e il grado di coinvolgimento che sapranno restituire alla platea le suddette scene, con l’apice raggiunto dall’irruzione nel quartier generale e il successivo inseguimento in furgone tra le strade della Capitale portoghese. Harper dunque sopperisce con la componente action a quelle che sono le mancanze narrative e drammaturgiche di un prodotto fortemente derivativo, concepito a uso e consumo di un fruitore in cerca di intrattenimento a buon mercato, che di fatto non aggiunge nulla di sostanziale alla causa del genere nel quale va a iscriversi. Nel suo mescolare in maniera del tutto convenzionale l’action con la spy-story, Heart of Stone infatti si va a infilare nel solco tracciato da moltissimi precedenti. Il ché lo rende, seppur con standard tecnici elevati, l’ennesimo clone che tenta di apportare delle minime varianti al modello di riferimento. Ma più che alla saga di 007, il film del regista inglese strizza l’occhio a Mission: Impossibile piuttosto che a Jason Bourne, dei quali gli autori hanno voluto fornire una versione al femminile, un po’ come hanno provato a fare tempo addietro gli sceneggiatori di Atomica bionda o Salt. Ecco perché plot e personaggi non sono altro che delle copie conformi che hanno come unico scopo quello di portare sullo schermo delle storie pre-confezionate, animate da eroine usa e getta.

Heart of Stone: valutazione e conclusione

Svestiti i panni di Wonder Woman per Gal Gadot è già tempo di tornare in azione in quelli di un’agente dei servizi segreti in Heart of Stone di Tom Harper, uno spy-action-thriller fortemente derivativo che vuole consegnare al pubblico l’ennesima eroina usa e getta. Le spettacolari scene d’azione e le performance attoriali danno ossigeno a un’operazione altrimenti poverissima da un punto di vista narrativo e drammaturgico. Demerito di una scrittura che strizza l’occhio e scopiazza dinamiche e one-lines dai modelli di riferimento come Mission: Impossibile e Jason Bourne, consegnando allo spettatore una copia conforme al femminile.