RomaFF13 – Hermanos (Brothers): recensione del film
Un film molto crudo, che esplora la tragica relazione tra due fratelli tra amore e odio.
Hermanos (Brothers) è un film diretto da Pablo González, presentato durante la 13 edizione della Festa del Cinema di Roma, interpretato da Alejandro Buitrag, Rodrigo Hernández Jerez, Emilia Ceballos, Jairo Camargo e Ana Maria Sánchez.
Federico torna a casa dopo aver scontato sette anni di carcere per una rapina, con la complicità del fratello Ramiro. L’accoglienza della famiglia è molto diversificata: la madre e il fratello lo ricevono con grande entusiasmo, mentre il padre non si fida più di lui e crede che in realtà non sia mai cambiato. Federico, che ha tutto l’intenzione di restare al suo posto senza combinare altri guai, viene coinvolto nei problemi economici di Ramiro, che intrattiene affari loschi con un boss del luogo. Federico trova lavoro in una miniera ma i suoi compensi non bastano per sanare i debiti che Ramiro ha contratto tra alcool, donne e gioco d’azzardo. I due fratelli, per salvare se stessi e la propria famiglia dalla persecuzione di uno spietato delinquente, faranno di tutto per trovare la cifra da restituire, finendo tragicamente in un vortice di violenza e criminalità.
Hermanos: il film di Pablo González presentato durante la Festa del Cinema di Roma
Hermanos è un film molto crudo, un film che esplora la tragica relazione tra due fratelli che non possono fare a meno di amarsi ed odiarsi. Ramiro e Federico sono uniti da un destino infelice e da un legame di sangue inestricabile: lo stesso concetto di destino, all’interno del film, mostra il suo determinismo, sottolineando come nessuno possa scegliersi la famiglia, così come anche l’ambiente in cui crescere.
Il film descrive la storia di una tragedia familiare. La stessa trama è ripresa dalla realtà, basandosi su un evento accaduto nel comune di Ráquira (Colombia). Hermanos parla di come ereditiamo i legami di sangue, che non sono figli di preferenze e che spesso sono veri e propri fardelli inevitabili, una condanna da scontare, e non solo gioie e momenti di condivisione.
Hermanos vive delle interpretazioni di Rodrigo Hernández Jerez e Alejandro Buitrag
I due fratelli assieme sono come due bambini, due uomini poco cresciuti che si punzecchiano, si rincorrono e giocano a fare i criminali, gli spietati ma mai senza pagarne le conseguenze. Il loro passatempo comune è la moto, che appartiene a Federico, con la quale è imbattibile, è un pilota senza eguali ma che nelle sue mani viene abusata come mezzo per le rapine, come mezzo per fare gare clandestine e mai per qualcosa di pulito, di legale o di valore. Il contesto criminale e malato in cui vivono determina le loro esistenze e fa in modo che sbaglino ancora e ancora.
Hermanos vive di due forti interpretazioni, quelle di Rodrigo Hernández Jerez e Alejandro Buitrag, che incarnano i due fratelli con grande realismo, l’uno con l’incanto e la sfrontatezza dell’immaturità e l’altro con la prudenza e la consapevolezza del ragazzo di strada. La narrazione è totalmente credibile, la storia tragica trova nella famiglia il luogo del suo conflitto, che dà vita ad un romanzo criminale crudele e sanguigno. In ultima analisi si può affermare che ciò che conferisce autenticità al racconto sono le scene che i due fratelli vivono nei ghetti, nei locali e per le strade. Pablo González racconta la violenza della strada, la sua poesia visiva brutale e caotica, scandita dal rapporto d’amore e odio di due fratelli e del loro incespicato e complesso stare al mondo.