Highwaymen – L’ultima imboscata: recensione del film con Kevin Costner
La nostra recensione di Highwaymen - L'ultima imboscata, film originale Netflix incentrato sulla celebre vicenda di Bonnie e Clyde.
Highwaymen – L’ultima imboscata è un film del 2019 scritto da John Fusco e diretto da John Lee Hancock (The Blind Side, Saving Mr. Banks, The Founder). Il film è una sorta di controcampo della celebre vicenda dei criminali Bonnie e Clyde, già raccontata in numerose pellicole, fra le quali la più celebre e apprezzata è senza ombra di dubbio Gangster Story. Highwaymen – L’ultima imboscata è incentrato sugli agenti Frank Hamer e Maney Gault (interpretati da Kevin Costner e Woody Harrelson), ovvero i principali responsabili della cattura e dell’uccisione della coppia di criminali. Realizzato con un imponente budget di circa 49 milioni di dollari, Highwaymen – L’ultima imboscata è stato presentato al South by Southwest Film Festival, per poi essere distribuito su Netflix a partire dal 29 marzo.
Negli Stati Uniti degli anni ’30, Bonnie Parker e Clyde Barrow, conosciuti più tardi semplicemente come Bonnie e Clyde, evadono di prigione e cominciano a lasciare dietro di loro una scia di sangue, che attira l’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità. Per contrastare la minaccia, la governatrice del Texas Ma Ferguson (Kathy Bates) richiama in servizio il ranger in pensione Frank Hamer (Kevin Costner), chiedendogli di dare la caccia ai banditi. Dopo un iniziale tentennamento, Hamer accetta il caso, scegliendo come suo socio un altro uomo della vecchia guardia come il suo ex partner Maney Gault (Woody Harrelson). Comincia così una lunga caccia a Bonnie e Clyde lungo la parte Sud degli Stati Uniti, che porterà i due ranger a forzare il loro concetto di legge e a fare i conti con una morale comune che arriva a idolatrare i due criminali.
Highwaymen – L’ultima imboscata: l’altra faccia di Bonnie e Clyde
Highwaymen – L’ultima imboscata si prefigge l’obiettivo di raccontare l’altra parte della barricata della celeberrima storia di Bonnie e Clyde, fatta di scontri generazionali, mutamenti sociali e soprattutto di due uomini d’altri tempi, messi da parte dal progresso e dal cambiamento ma desiderosi di dare ancora il loro contributo per una delle più famose cacce all’uomo dello scorso secolo. Il regista Lee Hancock e lo sceneggiatore John Fusco compiono una serie di scelte coraggiose e decisamente controtendenza rispetto ai canoni del cinema contemporaneo, trovando la giusta miscela fra ricostruzione storica, sviluppo dei personaggi e riflessione sociale e sacrificando per lunghi tratti l’azione in nome di un ragionamento più profondo e universale, che va a scavare e a porre dei quesiti sui nostri concetti di giustizia, morale e divismo.
Highwaymen – L’ultima imboscata si rivela fin dai primi minuti un film di rara finezza e intelligenza, in cui i famigerati criminali Bonnie e Clyde vengono sapientemente celati allo spettatore, mentre il discorso filmico si concentra anche e soprattutto su ciò che essi hanno rappresentato per l’opinione pubblica dell’epoca. Fondamentale in questo senso la scelta da parte di Hancock di non dare mai la parola ai due malviventi e di mostrarli solamente in brevi momenti, come i loro ripetuti crimini o la violenta sparatoria che sancisce la loro ineludibile fine. Parola che invece viene data ai cittadini che Hamer e Gault incontrano durante la loro missione, e che esprimono perfettamente un cortocircuito etico e legale che ha diversi punti di contatto con il periodo storico che stiamo vivendo.
Highwaymen – L’ultima imboscata: fra Gangster Story e il cinema western
In un’America fiaccata dalla Grande depressione e profondamente sfiduciata nei confronti delle istituzioni, due dichiarati malviventi finiscono così per incontrare il favore dell’opinione pubblica, disposta ad accettare la violenza, a giustificare l’ingiustificabile e a ergere addirittura Bonnie e Clyde a simboli di un atteso cambiamento e di un auspicabile ribellione contro le autorità.
La perversa attenzione che i comuni cittadini dedicano a Bonnie e Clyde, trattandoli come dei veri e propri divi, diventa così una perfetta allegoria del degrado morale e umano di una società, che trova il suo apice nelle macabre battute finali, in cui la folla fa a gara per accaparrarsi un cimelio degli ormai defunti malviventi. Un ritratto in cui non è difficile riscontrare punti di contatto con i nostri tempi, segnati anch’essi dalla crisi economica, da crescenti squilibri sociali e dalla scomposta reazione dei ceti più bassi della società, inclini a voltare le spalle ai presunti poteri forti per rivolgersi verso chiunque cavalchi l’onda del cambiamento.
In un simile contesto, diventa ancora più impellente la necessità di affidarsi a due tutori della legge ormai invecchiati e disillusi, nonché profondamente segnati e inariditi dalle scelte da loro compiute in passato. I Frank Hamer e Maney Gault di Kevin Costner e Woody Harrelson esaltano un vero e proprio scontro etico e generazionale in atto negli Stati Uniti dell’epoca, dando corpo e volto agli ultimi strascichi dell’epoca del far west, con il suo epico e autoritario concetto di giustizia e onore. Ed è infatti ai canoni del west, e del western, che Highwaymen – L’ultima imboscata si rifà esplicitamente, affidandosi alle movenze, agli sguardi e alle secche battute di due star del passato e del presente del cinema, che sono abili a dare profondità ai rispettivi personaggi e a rendere con le loro espressioni ciò che la sceneggiatura giustamente elide.
Highwaymen – L’ultima imboscata: una scommessa vinta da parte di Netflix
Kevin Costner e Woody Harrelson riescono a sostenere Highwaymen – L’ultima imboscata anche quando, nella seconda parte, il film dà la netta sensazione di essere sul punto di accartocciarsi su se stesso, a causa di un non perfetto equilibrio fra la componente investigativa, che risulta sempre troppo affrettata, e quella più riflessiva, su cui a tratti ci si sofferma eccessivamente. I due attori riescono inoltre a non fare rimpiangere Paul Newman e Robert Redford, che nella fase iniziale del progetto avrebbero dovuto interpretare i protagonisti, rinnovando il loro sodalizio artistico fatto di memorabili opere come Butch Cassidy e La stangata.
In definitiva, Highwaymen – L’ultima imboscata può essere considerato una scommessa vinta da parte di Netflix, che riesce così a inserire in catalogo un’efficace alternativa dedicata un pubblico maturo, la cui eleganza cinematografica (memorabili in tal senso i campi lunghi su Bonnie e Clyde e la scarica di adrenalina e violenza che sancisce la loro fine) fa chiudere un occhio su qualche rigidità di troppo nella rappresentazione delle forze dell’ordine. Un film importante e pungente, che ha il notevole pregio di farci riflettere sul presente attraverso un caso di cronaca del passato, rivelandosi l’altra convincente faccia di quella pregevole medaglia cinematografica che è Gangster Story.