Roma FF11 – Ho amici in paradiso: recensione del film di Fabrizio Maria Cortese

In concorso alla Festa del Cinema di Roma 2016, per Alice Nella Città, è stato presentato il film debutto alla regia di Fabrizio Maria Cortese: Ho amici in paradiso, in collaborazione con Rai Cinema e Golden Hour Film. Una commedia agrodolce il cui set è la clinica Don Guanella di Roma e i protagonisti sono attori professionisti e disabili affiancati ad attori italiani di spicco come Valentina Cervi, Fabrizio Ferracane, Antonio Catania e la partecipazione collaborativa di Enzo Salvi.

Ho amici in Paradiso cerca, in maniera alquanto carente, di raccontare la storia del cambiamento di un uomo, a contatto con un mondo opposto rispetto a quello che ha sempre frequentato.

Felice Castriota (Fabrizio Ferracane) è un commercialista salentino, impulsivo e un po’ materialista. Spinto dal desiderio di arricchirsi sempre più, inizia a riciclare i soldi della mafia, fino a quando viene scoperto. Quando il Procuratore della Repubblica di Lecce gli propone, in alternativa alla galera, l’affido ai servizi sociali, Felice decide di accettare la proposta e denunciare “U Pacciu” , il mafioso derubato scontando così la pena presso il centro di riabilitazione mentale e psicosensoriale “Opera Don Guanella” di Roma. Nel centro, Felice prenderà coscienza di alcuni valori e sbagli della sua vita grazie a tutti i ragazzi incontrati.

Ispiratosi a una storia realmente vissuta, Fabrizio Maria Cortese tenta di approfondire il tema della disabilità al fine di avvicinare il pubblico sensibilizzandolo ad un argomento oggetto di discussione degli ultimi anni nel nostro Paese.

La storia si prefigge di raccontare il tema della disabilità con leggerezza e senza pietismi, ma in realtà la sceneggiatura frammentata e divisa tra due temi problematici come la mafia e disabilità confonde lo spettatore, che si trova a guardare un prodotto sconnesso al limite tra una fusione di Qualcuno volò sul nido del cuculoGomorra.

Gli stessi attori disabili, seppur diretti compostamente dal regista, con i loro corrispettivi “sketch” comici interpretati, rischiano di divenire “marionette” di uno spettacolo umoristico alimentando, invece di informare, un atteggiamento deleterio nei loro confronti. In questa panoramica il messaggio proposto inizialmente ” cambiare il modo di guardare i disabili” viene meno e tutto si focalizza su una serie di gag inserite per garantire una fruibilità della linea narrativa.

Quel che traspare chiaramente è l’approccio alla vita e il lavoro passionale svolto dall’intero cast, specialmente quello di Enzo Salvi, una straordinaria collaborazione mirata a lasciar sfuggire qualche sorriso in più.

Ho amici in Paradiso si rivela un opera dalle mille sfaccettature e sorprese indubbiamente molto apprezzata dal pubblico maturo fedele alla Rai abituato a sottili commedie prime time, ma meno per i teenager, nonostante vi sia stato uno scarso tentativo, da parte del regista, di accogliere anche  un target giovanile inserendo battute con riferimenti espliciti alla serie televisiva di successo Il Trono di Spade.

 

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.7