Hokusai dal British Museum: recensione del film su Katsushika Hokusai
Nexo Digital presenta in esclusiva dal 25 al 27 settembre Hokusai dal British Museum: un film che racconta la vita e le opere del maestro giapponese Katsushika Hokusai.
Nexo Digital presenta in esclusiva dal 25 al 27 settembre Hokusai dal British Museum: un film che racconta la vita e le opere del maestro giapponese, tramite testimonianze di esperti e appassionati; un viaggio per far conoscere allo spettatore il pittore giapponese che rapì il cuore, tra gli altri, di artisti come Monet, Picasso e Van Gogh.
Hokusai dal British Museum: documento di vita dell’artista giapponese Katsushika Hokusai
Hokusai nasce nel 1760 nella città di Edo (l’attuale Tokyo); probabilmente figlio di una concubina, venne adottato all’età di quattro anni da una nota famiglia di artigiani. Iniziò la sua carriera come apprendista intagliatore di matrici tipografiche a soli quattordici anni, cominciando a coltivare la passione per il disegno. Ma è a diciotto anni che decide di specializzarsi nella realizzazione di stampe e comincia a lavorare nello studio di Katsukawa Shunshō, uno degli artisti ukiyo-e più noti del tempo. Hokusai diviene così illustratore di romanzi popolari e creatore di stampe a soggetto principalmente teatrale.
Successivamente Hokusai sviluppa uno stile particolare e propriamente unico e si distingue dagli altri artisti anche per i soggetti ritratti; le sue opere hanno un’influenza di tematiche più europee, segno che gli permette di essere apprezzato e ricercato da turisti olandesi e francesi (che gli commissionavano varie opere) e di distinguersi dai propri colleghi, portando una ventata di freschezza nell’austero stile orientale.
Hokusai dal British Museum: l’amore per la natura di Hokusai
La natura è uno dei soggetti preferiti dal maestro giapponese: il fascino e l’influenza sui pittori impressionisti francesi è proprio dato da questo particolare aspetto. Famosissima è la xilografia nota come La grande onda di Kanagawa, dove sono ritratte tre barche con a bordo dei marinai che cercano di proteggersi dall’arrivo inesorabile dell’onda, abbassandosi verso il fondo delle loro imbarcazioni, consapevoli della potenza della natura; il paesaggio è completato dalla presenza del monte Fuji, sovrastato anch’esso dalla statura dell’onda.
Considerata l’opera icona di Hokusai, La grande onda di Kanagawa ossessionò anche Vincent Van Gogh, che definì la spuma finale dell’onda (rappresentata da tante piccole curve) come dei veri e propri artigli pronti a manifestare l’incredibile potenza del mare. Il blu è il colore dominante della xilografia e, insieme al bianco, trasmettono perfettamente allo spettatore le emozioni provate dagli sventurati marinai ritratti.
Hokusai dal British Museum : le trentasei vedute del monte Fuji
La grande onda di Kanagawa è una delle xilografie dedicate al monte Fuji che in Giappone è considerato al pari di una divinità: innevato tutto l’anno, il vulcano sovrasta con la sua altezza di 3.776 m. tutto il paese ed è considerato simbolo di pace e serenità. Hokusai ne offre trentasei vedute differenti, da prospettive e in periodi dell’anno diversi tra loro. Secondo gli esperti testimoni nella pellicola che ci porta tra la vita e le opere dell’artista giapponese, la xilografia più rappresentativa è quella del Monte Fuji color rosa chiaro e non quella, forse più nota, che lo vede di un rosso vivo.
Hokusai dal British Museum: l’umanità di Hokusai e il concetto di manga
Un altro dei soggetti preferiti dall’artista giapponese è proprio l’umanità, anche nelle persone di più umili origini ed estrazione sociale. Il termine manga (da cui derivano poi i fumetti tipici giapponese che conosciamo oggi) è stato coniato dallo stesso Hokusai durante una cena con amici in cui si dilettò nella rappresentazione di vari soggetti diversi tra loro e intenti nelle proprie mansioni quotidiane. Hokusai infatti, ospite in casa di un suo allievo, venne invitato a disegnare e decise di rappresentare appunto diversi personaggi: nasce così la raccolta di schizzi dell’artista giapponese in 15 volumi, con disegni che includono anche paesaggi, fauna, flora, scene di vita quotidiana ed eventi soprannaturali.
L’aspetto umano è senza dubbio l’elemento di forza del maestro giapponese: Hokusai raggiunse la fama e il successo ma fu colpito anche da eventi personali durissimi (la morte della moglie, un ictus, la bancarotta del nipote), che lo costrinsero a vivere anche un periodo di diversi anni in povertà ma la sua voglia di vivere e di migliorarsi non venne mai meno:
Dall’età di sei anni ho la mania di copiare la forma delle cose, e sono cinquant’anni che pubblico disegni ma, tra quel che ho raffigurato, non c’è nulla degno di considerazione. A settantatré anni ho a malapena intuito l’essenza della struttura di animali e uccelli, insetti e pesci, della vita di erbe e piante e perciò a ottantasei progredirò oltre; a novanta ne avrò approfondito ancor più il senso recondito e a cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del meraviglioso. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria. Se posso esprimere un desiderio, prego quelli tra lor signori che godranno di lunga vita di controllare se quanto sostengo si rivelerà infondato.
Secondo la tradizione giapponese i 60 anni rappresentano la fine della prima fase della vita e l’inizio di una nuova, che si può dedicare ad altre attività e passioni: Hokusai continuò nella propria arte nonostante le avversità e, anche dopo l’incendio che colpì la sua casa distruggendo molte sue opere, non si diede per vinto, dedicandosi negli ultimi anni in opere di pittura che rappresentano il suo testamento.
Grazie alla testimonianza del curatore della mostra Tim Clark e all’appassionato racconto di Roger Keyes, uno dei più ferventi ammiratori e studiosi dell’artista giapponese, lo spettatore è rapito dalle opere ma soprattutto dalla vita di Hokusai, un maestro innovatore e un grande essere umano.
Hokusai dal British Museum è in uscita nelle sale italiane solo il 25, 26 e 27 Settembre, distribuito da Nexo Digital.