Home – A casa: recensione del film d’animazione Dreamworks
Home - A casa è una favola contemporanea basata sull'idea di casa e di famiglia che mette spesso a confronto le diverse concezioni di famiglia, casa, dimora e amicizia.
In Home – A casa, in cerca di un pianeta da colonizzare per trovare finalmente una fissa dimora, la popolazione aliena dei Boov approda sulla Terra dove inizia la progressiva sostituzione dei suoi membri agli abitanti terrestri, senza apparentemente provare particolari rimorsi e dimostrandosi piuttosto refrattari anche a socializzare tra loro. Tra questi mostriciattoli di un altro mondo però c’è anche Oh, un esemplare particolarmente curioso e sensibile, che decide di invitare tutta la sua specie alla festa di inaugurazione della sua nuova casa sulla Terra; per sua sfortuna, l’invito universale segnala la posizione dei Boov ai loro acerrimi nemici alieni. Questa svista provoca l’ira dei suoi simili e lo costringono a nascondersi da loro: è in questo frangente che Oh incontra Tip, una bambina a sua volta in fuga dalla colonizzazione dei Boov. Tra i due si instaura subito un rapporto di curiosità e fiducia reciproca, che li porta a diventare cari amici e, come nella migliore delle tradizioni, riescono addirittura a portare la quiete durante questo scontro cosmico.
Home – A casa è una favola contemporanea basata sull’idea di casa e di famiglia, spesso giovandosi di giochi di parole e di concetti, mettendo a confronto le diverse concezioni di famiglia, casa, dimora e amicizia. La costruzione narrativa del film è sicuramente uno degli elementi di maggior successo, riuscendo a raccontare una fuga rocambolesca che mette insieme diversi argomenti in modo da conciliarsi con un ritmo vivace e immagini colorate, tali da poter sostenere i continui cambi di scenario narrativo che si susseguono a stretto giro senza perdere il filo del discorso.
Home – A casa risulta vincente sotto questo aspetto così come per quanto riguarda l’interpretazione: questo vale soprattutto per la versione originale, in cui le voci di Jim Parsons (che presta la sua personalità all’alieno Oh), Rihanna (nei panni vocali della vivace Tip), Jennifer Lopez (che interpreta la madre di Tip) e Steve Martin (il temibile Capitan Smek) offrono un intrattenimento ricco di accenti differenti e modulazioni particolari. Nella versione italiana il doppiaggio riduce il range su cui opera, di fatto mettendo la sordina alla caratterizzazione dei personaggi. Il marchio di fabbrica della produzione targata Dreamworks Animation si ritrova chiaro e forte nella scelta dei colori e delle composizioni cromatiche delle singole immagini, così come nello stile grafico addolcito e ben calibrato con cui vengono raccontati i numerosi (forse troppi) momenti di svolta della sceneggiatura.
L’idea di Home – A casa nasce dal romanzo per ragazzi The true meaning of Smekday di Adam Rex (pubblicato nel 2007), in cui si gioca appunto sui concetti sfaccettati e diversamente percepiti di casa e famiglia. La colonna sonora è invece curata da Rihanna stessa, che ha prodotto otto brani da lei interpretati e registrati in un disco appositamente prodotto; per la sua interpretazione nel film, la giovane cantante ha ricevuto anche alcuni premi tra cui quello per Best voice performance ai Black Reel Awards. Da Home – A casa è nata anche una serie animata intitolata Home – Le avventure di Tip e Oh rilasciata anche su Netflix nel 2016. I risultati di critica e botteghino al momento dell’uscita del film non furono troppo entusiasmanti, ma da questo punto di vista la progressione dei titoli offerti da Dreamworks non ha giovato a Home – A casa che ha pagato le spese di una serie di produzioni non troppo fortunate della stessa casa cinematografica.