Hot milk: recensione del film dalla Berlinale 2025
I problemi della dipendenza emotiva
Hot milk, della regista Rebecca Lenkiewicz, è stato presentato nella categoria Competition della Berlinale 2025, in programma dal 13 al 23 febbraio a Berlino.
Il film segue la storia di Rose (Fiona Shaw) e Sofia (Emma Mackey), rispettivamente madre e figlia. Le due donne hanno un rapporto molto complesso, che si sviluppa attraverso un legame di dipendenza: Rose è infatti costretta sulla sedia a rotelle perché non è in grado di camminare, costringendo Sofia ad occuparsi di lei continuamente, sia per le faccende domestiche quotidiane sia per le commissioni fuori casa.
La giovane trascorre il suo tempo tra gli studi universitari in antropologia e le passeggiate sulla spiaggia, vissute come rari momenti di libertà nei quali può essere veramente se stessa e godersi la gioventù. Ed è proprio in uno di questi momenti che incontra Ingrid, una ragazza che trascorre le sue vacanze in Spagna e che affascina Sofia grazie al suo spirito libero.
Hot milk: la figura della madre, interpretata da Fiona Shaw
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Fiona Shaw è molto brava nell’interpretare Rose, un ex bibliotecaria in pensione. Le precarie condizioni fisiche della donna, sommate a un carattere severo e pretenzioso, costringono la figlia ad accollarsi delle responsabilità pesanti da affrontare per una giovane ragazza. L’assenza di una figura paterna contribuisce ulteriormente ad appesantire il quadro emotivo familiare.
Un barlume di speranza è dato dalla figura del Dottor Gomez, che sembra credere possibile il recupero delle facoltà deambulatorie di Rose. La sua misteriosa malattia sembra riconducibile a cause psicologiche, probabilmente legate al passato e al legame con la famiglia, descritta come fredda e distaccata. Durante il percorso di riabilitazione la donna affronta esercizi fisici uniti a sedute psicologiche sui rapporti famigliari, per cercare di scoprire la causa della sua attuale situazione, facendo emergere risvolti narrativi inaspettati.
La regia di Rebecca Lenkiewicz
Il film ha un ritmo molto lento, coerente con l’ambientazione estiva spagnola e le giornate tipiche di Rose. Hot milk si prende il suo tempo per raccontare il rapporto tra madre e figlia, facendo un largo uso di primi piani e di sequenze intime, con dialoghi pronunciati a bassa voce per rispettare l’atmosfera. Il film si focalizza sulle tensioni che si vengono a creare tra Rose e Sofia, inizialmente sporadiche ma via via sempre più frequenti a causa del desiderio di ribellione della figlia, decisa a trascorrere più tempo con Ingrid, con la quale instaura una relazione, esplorando contemporaneamente la sua sessualità. La giovinezza e la voglia di vivere esplodono prorompenti con scatti d’ira e insofferenza nei confronti della figura materna che la costringe ad un modo di vivere che non le appartiene.
Hot Milk: valutazione e conclusione
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Hot Milk è un film complesso con un’ottima idea di base ma che non sempre riesce a far empatizzare lo spettatore con i personaggi presenti sullo schermo. La storia di Rose riserva diversi colpi di scena e rivelazioni inaspettate che fanno luce sul suo passato misterioso e sui rapporti disfunzionali con la famiglia, le cui conseguenze perseguitano la protagonista ancora dopo anni. Un racconto di ribellione contro le costrizioni che a volte impongono i legami famigliari e che riguarda entrambe le donne e un inno ad affrontare le scelte che la vita ci pone di fronte.