Hounds of War: recensione del film Prime Video con Frank Grillo

La recensione dell’action in odore di revenge diretto da Isaac Florentine e interpretato da Frank Grillo. Disponibile dal 15 settembre 2024 su Prime Video.

Frank Grillo, conosciuto per aver vestito i panni di Brock Rumlow, ossia il villain Crossbones nel Marvel Cinematic Universe, ha recentemente dichiarato di aver rischiato il licenziamento dalla società in più di un’occasione a causa della sua incapacità di mantenere il riserbo sui progetti che lo vedono protagonista. Del resto si sa quanto importante sia tale clausola per quel tipo di operazioni cinematografiche, al punto tale da richiedere ai diretti interessati, lui compreso, di tenere la bocca cucita nascondendosi dietro un proverbiale no comment. Un rischio che invece non ha mai corso da ogniqualvolta ha preso parte a uno dei numerosi film d’azione low budget che figurano nella sua corposa filmografia. Questo per due semplici motivi: da una parte il fatto che dietro le suddette pellicole non c’è alcuna pressione o vincolo per via del livello piuttosto basso di attesa del pubblico, dall’altra perché in molti di essi oltre a recitare è solito ricoprire anche il ruolo di produttore come nel caso di una delle sue ultime performance davanti la macchina da presa, ossia Hounds of War, disponibile su Prime Video dal 15 settembre 2024. 

Hounds of War è il più classico degli action in odore di revenge-movie di ambientazione militare e spionistica come ce ne sono moltissimi in circolazione   

Hounds of War cinematographe.it

Nel nuovo film di Isaac Florentine, il noto attore newyorchese di origini calabresi interpreta il personaggio di Ryder, un mercenario a capo di una squadra d’élite, unico sopravvissuto a una delicata missione in Libia che si rivelerà essere invece una imboscata. Da quel momento il suo unico scopo di vita è la vendetta contro il sistema e contro l’amministrazione americana che li ha mandati a morire, in nome dei suoi fratelli di battaglione. Insomma il più classico dei revenge-movie di ambientazione militare e spionistica come ce ne sono moltissimi in circolazione, tra l’altro di ben altra fattura rispetto a quello firmato dal regista israeliano, conosciuto tra gli addetti ai lavori per la sua nutrita produzione di film di genere, prevalentemente action e di arti marziali, ma dai risultati piuttosto altalenanti. E Hounds of War, la cui sceneggiatura è stata affidata a Jean Pierre Magro, non è tanto diversa. Lo spettatore di turno si troverà infatti al cospetto di una vicenda che non ha nulla di particolare da segnalare, proprio per la pigrizia della scrittura nel tentare altre strade che non fossero quelle già percorse dal filone un’infinità di volta, o quantomeno qualcosa in grado di consegnare allo schermo delle dinamiche e dei risvolti che non fossero così tanto telefonati. Ma ormai il fruitore e l’abituale frequentatore di questa tipologia di progetti preconfezionati e rimpastati per l’occasione sa a cosa va incontro tutte le volte che decide di premere il tasto del play. Di conseguenza le aspettative sono sempre ridotte ai minimi termine. Motivo per cui non c’è spazio per la delusione, tantomeno per le sorprese che anche questa volta restano un miraggio, con il pubblico che deve giocoforza accontentarsi di ciò che passa il convento. Nel caso di Hounds of War si tratta dell’ennesimo soldato vittima del fuoco amico incrociato di chi lo vuole cadavere e per questo tenta di incastrarlo. Il resto è facilissimo da prevedere dato che di copioni così ne abbiamo visti a bizzeffe.

In Hounds of War nulla da dichiarare se non qualche scena d’azione ben confezionata

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Il film del cineasta di Hebrew si limita a seguire alla lettera le traiettorie solite e a fare un copia e incolla su carta di intrecci già visti e sentiti, con un racconto e le figure che lo animano, a cominciare da quella del protagonista interpreta da un Grillo monocorde che bada più alla sostanza che alle emozioni, che non coinvolgono minimamente. A Florentine quindi non rimane che puntare sull’altra componente, vale a dire sulla confezione e sulle scene dove è l’azione a prendere il sopravvento. Condizione, questa, alla quale l’autore ha dovuto ricorrere per quasi tutta la carriera dovendo sopperire alle mancanze di una scrittura dal braccino corto e a secco di immaginazione e originalità. Ecco che per impedire che di Hounds of War resti solamente uno sbiadito ricordo, il regista ricorre al catalogo action e a tutto l’armamentario in suo possesso, lo stesso utilizzato in passato per i capitoli di Undisputed, per Ninja: Shadow of a Tear piuttosto che per Close Range, per provare a dare qualche scossa di adrenalina alla platea. Le scene della fuga dall’albergo romano dopo avere annientato un intero reparto di poliziotti, il tutti contro tutti nel covo di La Valletta e l’inseguimento con tanto di corpo a corpo nell’ambulanza sempre tra le stradine del centro storico della capitale maltese, sono solo dei sussulti che però non sono sufficienti a tenere a galla il tutto.        

Hounds of War: valutazione e conclusione   

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Il nuovo film di Isaac Florentine si presenta come il classico action prevedibile e dalla scrittura standardizzata, che attinge alle arti marziali e allo spy-movie per smuovere un po’ le acque. Al netto di qualche scena che alza il tasso di adrenalina, il resto manca di originalità e spunti degni di nota, restituendo sullo schermo un prodotto a buon mercato piuttosto dozzinale per chi si accontenta di poco. Ricetta tradizionale di genere per chi non ha particolari esigenze narrative, drammaturgiche e di introspezione, con personaggi bidimensionali fortemente stereotipati e svuotati di emozioni, come ad esempio quello del protagonista interpretato da un monocorde Frank Grillo.

Regia - 3
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2
Sonoro - 2.5
Emozione - 1

2.1