I Comete – A Corsican Summer: recensione del film di Pascal Tagnati
L'esordio alla regia di Pascal Tagnati, I Comete - A Corsican Summer, arriva allo ShorTS International Film Festival 2021.
I bambini in piazzetta che mangiano il gelato, gli adulti che parlano di figli presenti e futuri, i nipoti che accudiscono le nonne, gli uomini che litigano tra loro per motivi di lavoro: è una coralità di situazioni e individui accesa e pulsante quella raccontata da I Comete – A Corsican Summer, esordio alla regia dell’attore Pascal Tagnati. Il film, già vincitore del Premio Speciale della Giuria al 50° Festival Internazionale del Cinema di Rotterdam, viene proiettato per la prima volta in Italia a Trieste la sera del 4 luglio, in occasione del ShorTS International Film Festival.
I Comete: la Corsica d’estate raccontata tramite tableau vivant
Tagnati ci porta a scoprire uno spaccato della sua Corsica: il regista di Ajaccio, infatti, ambienta questo suo lungometraggio in uno dei piccoli villaggi dell’isola. Lo fa scegliendo l’estate come periodo in cui collocare la sua pellicola. Una scelta non casuale: l’estate è la stagione che vede fare ritorno in Corsica di molti dei suoi abitanti originari, che nel resto dell’anno vivono invece in Francia o nel resto del continente europeo.
Questo temporaneo ritorno fa sì che i piccoli villaggi corsi si ripopolino di vita, pieni di esistenze che si mettono come in pausa nel venire qui a trascorrere la bella stagione. Sono tante le storie che I Comete – A Corsican Summer tenta di abbracciare. Per raccontarle, Tagnati sceglie un modus operandi ben preciso: rinuncia a inserire un filo conduttore, ma sceglie di esporre le varie vicende come tanti tableau vivant, quadri viventi posti dinanzi allo spettatore che può così sbirciare negli attimi di vita immortalati dal regista.
Ognuna di queste scene è inquadrata con la macchina da presa fissa (tranne rarissime eccezioni): tale scelta carica esponenzialmente l’azione del guardare. Lo spettatore, infatti, è spettatore al quadrato: osserva, guarda rigorosamente dal di fuori, consapevole che ciò che sta accadendo non lo riguarda, sentendosi a volte decisamente di troppo.
Tagnati riesce, in questa maniera, a regalare un lucido spaccato di che cosa significhi vivere d’estate questi luoghi, spesso rappresentati con scorci rubati da porte o finestre: molti si ritrovano, si rincontrano o si scontrano, in una sospensione temporale in attesa che si ritorni alla vita di sempre, quella sulla terraferma.
I Comete: coerenza stilistica dalla fredda emotività
Nonostante il clima “vacanziero”, c’è molta poca spensieratezza nei tanti personaggi (interpretati maggiormente da attori non professionisti) presenti in I Comete – A Corsican Summer: tra chi parla del più e del meno, utilizzando senza confini linguistici il francese o il corso, c’è anche chi reca con sé rancori e risentimenti. I dissidi e le tensioni sono percepibili da sguardi e battute, a volte sfocianti in risse, ma non vengono spiegati né esauriti dal regista.
Comprensibile sul piano stilistico, l’insieme delle operazioni effettuate da Pascal Tagnati, che tengono la sua opera prima perennemente in bilico tra fiction e documentario, finisce però con il tenere troppo lontano quello spettatore a cui il regista si rivolge, incapace di immedesimarsi, complice forse anche la durata eccessiva della pellicola. L’invito a contemplare quei luoghi resta però vivo, così come sottolineato dall’ultima scena del film, con lo stesso Tagnati in silenzio, assorto nell’assorbire con lo sguardo la sua Corsica.