Roma FF16 – I fratelli De Filippo: recensione del film di Sergio Rubini
Presentato come Evento Speciale nella sedicesima edizione della Festa, I fratelli De Filippo è l'ultimo film di Sergio Rubini. Una retrospettiva sul trio teatrale più iconico della storia, dall'infanzia al successo.
Presentato come Evento Speciale nella sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, I fratelli De Filippo è l’ultimo lungometraggio da regista di Sergio Rubini, che torna dietro la macchina da presa per raccontare le proto-ferite dell’iconico trio composto da Eduardo, Peppino e Titina De Filippo. Dopo un periodo gestazionale di sette anni il regista, assieme ai co-sceneggiatori Carla Cavallucci e Angelo Pasquini, ha raccontato una storia che meritava di essere raccontata, troppo a lungo sussurrata e abusata. L’idea di risalire il tempo è arrivata al regista dall’incontro, durante uno spettacolo a Bari, con Peppino De Filippo. A sbalordire l’allora quattordicenne Rubini, fu il fatto che l’uomo, ormai settantenne, spendesse le energie a parlare male del fratello, nel tentativo di rivendicare a distanza di anni la paternità delle battute più famose di Natale in casa Cupiello. L’anomalia di alcuni racconti che coinvolgevano la famiglia ha portato il regista a voler approfondire il background di queste icone, museali e polverose, fondatrici di un tipo di teatro rivoluzionario e sagace.
Prodotto da Pepito Produzioni, Nuovo Teatro, RS Productions in collaborazione con Rai Cinema, I fratelli De Filippo verrà distribuito nelle sale italiane da 01 Distribution dal 13 al 15 dicembre 2021.
Mario Autore, Domenico Pinelli e Anna Ferraioli Ravel sono Eduardo, Peppino e Titina ne I fratelli De Filippo, il film di Sergio Rubini
25 dicembre 1931. Natale in casa Cupiello debutta come avanspettacolo al Teatro Kursaal di Napoli, assicurando il successo della Compagnia “Teatro Umoristico I De Filippo”. La tensione tra i due fratelli, Eduardo e Peppino, fende l’atmosfera circostante, animata da dissapori giovanili, apparentemente insolubili, che continuano ad allontanarli. Quando Peppino scompare dietro le quinte, compromettendo la prima, Eduardo chiama il sipario, che si apre invece sull’infanzia dei giovani De Filippo convertendo l’epilogo in una retrospettiva sul caso familiare.
All’inizio del Novecento Peppino (Domenico Pinelli) torna dalla madre biologica, Luisa De Filippo (Susy Del Giudice), nipote del matt-attore teatrale Eduardo Scarpetta (Giancarlo Giannini), e instaura un legame profondo con i fratelli di sangue Eduardo (Mario Autore) e Titina (Anna Ferraioli Ravel), pur manifestando presto una distanza caratteriale dovuta all’infanzia trascorsa lontano dalla madre, impossibilitata a mantenere da sola tre figli. Immersi nel teatro, eredità familiare, i fratelli De Filippo scoprono presto l’arte della commedia, calcando le retrovie del palcoscenico in attesa di riscattare il proprio nome. Il talento del trio trova finalmente conferma quando viene alla luce la paternità dei fratelli De Filippo, figli del capostipite Eduardo Scarpetta, da tempo sentimentalmente legato alla nipote Luisa. Pur non riconoscendone il nome, Scarpetta non avversa l’ascesa teatrale del trio, deciso a fissare il proprio nome sulle locandine quando alla morte del capofamiglia i figli legittimi spartiscono l’eredità senza onore. Vincenzo Scarpetta (Biagio Izzo), ora titolare della compagnia, conscio di non poter eguagliare il successo paterno ingaggia a più riprese i tre nipoti, che maturano presto la necessità di rivoluzionare il teatro sotto la direzione artistica di Eduardo. L’egocentrismo di Eduardo, contrapposto al desiderio di luce di Peppino, vengono mediati dalla razionalità di Titina e dalle speranze della madre Luisa, fino all’atto finale in cui il legame – artistico e personale – si scioglierà irrimediabilmente.
“La vita è una commedia”: Sergio Rubini
Eduardo De Filippo non vuole urlare, né parlare veloce come lo zio. Per lui, la vita tutta è una commedia da rappresentare con garbo, dignità e rivoluzione. Punizione e contrappasso per Eduardo Scarpetta, Eduardo (interpretato nel film da Mario Autore) è il figlio illegittimo dal talento legittimo, ladro di un talento ineguagliabile impresso nella memoria collettiva come archetipo della drammaturgia più immortale. Con una messa in scena elegante e sontuosa, arricchita da un montaggio alternato che restituisce attraverso continui flashback i momenti più nucleari della formazione del trio, Sergio Rubini avvera una retrospettiva esplicativa del de filippismo, quel certo modo d’essere che Peppino De Filippo raccontò apertamente, con lingua affilata, in Una famiglia difficile, il libro velenoso in cui l’attore racchiuse anni di dissapori e controversie intime con il fratello. Il nuovo teatro dei fratelli De Filippo è un teatro dove il popolo è compagnia, l’elettricista è Dio e ognuno fa la sua parte. Un teatro che ruba alle strade, alle famiglie, ai palazzi di giustizia per rappresentare la realtà nel modo più verosimile possibile. La fotografia magnificente e pomposa di Fabio Cianchetti, assieme ai costumi di scena ideati da Maurizio Millenotti e la travolgente musica firmata Nicola Piovani, confezionano un prodotto cinematografico compiuto che fa della preziosa alchimia corale il perno del suo ingranaggio. A gravare, forse, l’eccessivo minutaggio del film, che con i suoi 142′ sfida la resistenza del pubblico, senza mai annoiarlo.