I nuovi ricchi: recensione della commedia Netflix politicamente scorretta
Una commedia romantica contro gli stereotipi e la perfezione in tutte le sue irrealizzabili ambizioni.
Il politicamente corretto e la ricerca della perfezione sono due vie che corrono parallele verso una comune ambizione: il raggiungimento utopico di un equilibrio, ma anche di un costante gareggio nella corsa alla soddisfazione socioeconomica. I nuovi ricchi è una commedia che vorrebbe autodefinirsi romantica ma in realtà mira molto più in alto, raccontando la sua storia senza chiedere perdono o permesso a nessuno, men che meno al suo pubblico. Esagerata, senza limite, divertentissima: Netflix ha scelto nel suo catalogo un titolo diverso, che sovverte il canone storico e predefinito della commedia in tutte le sue forme.
I nuovi ricchi – disponibile su Netflix a partire dal 17 novembre 2023 – è una stampalata commedia che trova la sua cifra artistica e cinematografica nell’anti-glamour, nella presa di coscienza della pagliacciata sfacciata e lontana dalla patinatura che offusca la sporca realtà nella commedia “di prassi”. Il regista Julien Royal sceglie una Parigi kistch dai colori pennarello, sgargiante, e racconta il suo film con un ritmo serrato, una corsa esagerata che si muove con i suoi protagonisti in motorino sfrecciando per le vie – quasi caricaturali – della capitale francese. Tutto, anche l’esagerazione, vuole essere sfacciato, imperfetto e cattivo.
I nuovi ricchi: una commedia contro la perfezione: esagerata, volgarotta, prosaica, riuscita
I nuovi ricchi è una storia romantica brutta, sporca e cattiva con due protagonisti bugiardi, imperfetti, che si incontrano nella loro esasperata scorrettezza sociale e politica. Il suo potere è proprio la diversità da una lista di voci, mere variazioni sul tema di un esoscheletro identico, che vengono bollate sotto la stessa etichetta di “commedia romantica”. L’esagerata fallacia dei protagonisti Youssef (Nassim Lyes) e la sua compagna di truffe e di vita Stéphanie (Zoé Marchal) è un guilty pleasure che porta lo spettatore in una avventura che perde i valori dell’educazione, del buon costume e dell’innamoramento classico.
Youssef, interpretato in modo brillante da Lyes, è un giovane di bell’aspetto senza nessun talento, un vero e proprio fallito che riesce a trovare spazio nella società contemporanea solo tramite l’imbroglio possibile grazie alla sua parlantina. Un bugiardo truffaldino e cronico che si caccia – a causa della sua incorregibile voglia di arricchirsi – in un guaio che lo mette in pericolo di vita incontra la sgangherata regina delle criptovalute, ricchissima ma altrettanto bugiarda, e ne nasce una miscela esplosiva. I due sono una forza della natura, e dell’imbroglio, che porta esilarante – sempre esagerato – divertimento allo spettatore, irretendolo in un vero rollercoaster di inseguimenti, fraintendimenti, corse in motorino e scene di sesso sporche, umidicce, reali. L’amore raccontato da Julien Royal è un legame che si crea nel caos, nel difetto, nell’assuto fallimento dei due innamorati come esseri umani: nel loro recirpoco mentire e mentirsi, truffare e truffarsi, Youssef e Stéphanie trovano la rapsodia del loro sentimento folle ed indefinibile, per il totale e caleidoscopico diverdimento di chi li guarda.
Un po’ hustler movie, un po’ commedia romantica, un po’ dramma di formazione, I nuovi ricchi è il Paura e Delirio e Las Vegas francese in format rom-com. Prosaico, triviale e politicamente scorretto, è uno dei titoli più originali disponibili su Netflix in un mare di film romantici a tema natalizio, tutti confondibili e intercambiabili. Un vero e proprio must see!
Conclusione e valutazione
I nuovi ricchi è una commedia romantica irriverente e brillantemente recitata, un vero e proprio atto di ribellione, esagerato ed esasperato. Le performance dei giovani protagonisti creano una dinamica magica e surreale, perfetta per una pellicola così intenzionata a creare una follia d’immagini sullo schermo. Scorrettezza e imperfezione sono le parole chiave di un viaggio nell’assurdo, un divertente tuffo nell’anticonformismo che si protende come una boccata d’aria offerta al pubblico in un plebiscito di titoli intercambiabili.