I nuovi vicini (The Ones Below): recensione del thriller psicologico
Tensione e suspense sul filo del rasoio per il thriller psicologico I nuovi vicini (The Ones Below), scritto e diretto da David Farr, con protagonista Clémence Poésy. Un film che intriga lo spettatore, ma con un ritmo altalenante e qualche incertezza che rischiano di non rendere pienamente giustizia ad un soggetto interessante.
Il mistero che avvolge I nuovi vicini: la trama del film
Kate (Clémence Poésy) e Justin (Stephen Campbell Moore) compiono il passo tanto atteso e più importante del loro matrimonio: avere un bambino. Intanto la casa accanto alla loro, sfitta da molti anni, viene occupata da una coppia misteriosa che si è trasferita da Francoforte a Londra.
Belli, perfetti e in dolce attesa anche loro, Theresa (Laura Brin) e Jon (David Morrisey) suscitano molta curiosità agli occhi di Kate, che cerca di conoscerli meglio: trasmettono invidia, attrazione e inquietudine allo stesso tempo. Ma il rapporto con loro si inizia a reggere su un fragile equilibrio, e Kate diverse volte dubiterà della loro onestà e delle loro buone intenzioni, cadendo in un vortice di confusioni e fraintendimenti in un labile confine tra paranoia e verità.
Un thriller psicologico composto ed elegante
I nuovi vicini si presenta come un apparente dramma borghese, di cui conserva i caratteristici connotati. C’è la coppia felice moderna dedita al lavoro e alla carriera, che attende a lungo prima di pensare ad un progetto familiare, e la coppia apparentemente perfetta dove lui è un pezzo grosso che lavora nella finanza e lei la moglie bellissima che gode della libertà dal lavoro e del patrimonio economico, nell’attesa di realizzare la massima aspirazione familiare, fare figli e accudirli.
Questa ambientazione borghese moderna viene ben resa attraverso una fotografia patinata e una scenografia accurata, fatta di case minimal e ben arredate che ci immergono in un’atmosfera apparentemente accogliente: quotidiana quella di Kate e Justin, finta e colorata quella di Theresa e Jon. Elementi che creano un perfetto contrasto con la musica narrativa e il clima tagliente generato dalla regia, caricato da un’ottima recitazione, che in certi punti rende i personaggi persino irritanti. Una compostezza e un’eleganza che vengono scalfite poco a poco dalla regia, che sonda spesso attraverso gli occhi profondi e indagatori della Poésy.
Un epilogo approssimativo e una tensione che perde quota
Una scrittura dei personaggi così familiare viene stravolta proprio per rendere possibile la meccanica del thriller psicologico, ed è questo che rende interessante il soggetto di The ones below. Messa da parte quindi la parabola possibile del dramma borghese, David Farr non lo sonda ma piuttosto lo seziona, mescolando gli ingredienti che dovranno stordire lo spettatore: lasciar credere di aver compreso l’epilogo, e stupire perché invece ci sarà il colpo di scena. E se tutto in fondo fosse rimasto così come ci viene presentato nella prima versione priva di un secondo epilogo prevedibile, forse lo spettatore ne sarebbe uscito davvero stravolto.
Al di là di un epilogo prevedibile che poteva essere sviscerato in maniera più originale, una grossa pecca de I nuovi vicini è il suo rallentarsi quando tutto sta per essere svelato. Ciò incide molto sulla tensione che è stata ben creata nella prima parte, e che viene improvvisamente spenta da un ritmo che scorre lento nell’ultima mezz’ora, dove molte vicende appaiono come un riempitivo prima di giungere allo snodo finale. Un vero peccato per un thriller che si presentava sotto i migliori auspici, ma che non riesce a sviluppare pienamente tutto il suo potenziale.