I sospiri del mio cuore: recensione del film d’animazione Studio Ghibli
Una storia d'amore pura e genuina, in cui la fantasia e la realtà riscrivono nuovi mondi e speranze: I sospiri del mio cuore è la prima deliziosa storia d'amore firmata dallo Studio Ghibli.
I sospiri del mio cuore diretto da Yoshifumi Kondō è un gioiellino d’animazione che da Aprile arricchisce la collezione dello Studio Ghibli su Netflix: una storia d’amore racchiusa in un promessa e il sogno di poter trovare il proprio posto nel mondo, firmata dalla magia dello Studio Ghibli.
I sospiri del mio cuore: la trama del film
Shizuku Tsukishima è una ragazzina che frequenta le scuole medie ed è una grande appassionata di libri: trascorre infatti gran parte del suo tempo libero presso la biblioteca civica della sua città, a caccia di libri rari dalla storie coinvolgenti. A poco a poco si accorge che quegli stessi libri vengono presi in prestito anche da un certo Amasawa, che Shizuku inizia a immaginare come un principe d’altri tempi.
Un giorno mentre raggiunge la biblioteca, un misterioso gatto che si lascia inseguire le fa scoprire un delizioso negozio di antiquariato, in cui Shizuku viene conquistata dai bellissimi oggetti antichi del negozio ma in particolare da una statua: si tratta di un personaggio misterioso, un barone vestito elegante e dalla testa da gatto.
Contemporaneamente scopre che il ragazzo che diverse volte incontra per caso a scuola e per strada e la prende in giro, è proprio il nipote dell’anziano proprietario del negozio d’antiquariato. Si chiama Seiji e sogna di diventare un liutaio. Il ragazzo persegue con tanta volontà il suo sogno che Shizuku innamorandosene, inizia a chiedersi quale sia invece il suo di sogno. Si accorge forse che quel suo incessante bisogno di scrivere potrebbe essere la strada che cerca.
I sospiri del mio cuore: un classico che ogni bambino dovrebbe vedere
Quando si parla dei film d’animazione dello Studio Ghibli, classici senza tempo, è difficile non utilizzare più di un attributo positivo nel descriverli. Si resta semplicemente incantati dinanzi la loro capacità di raccontare attraverso la magia e la potenza dell’animazione storie in cui la narrazione, sempre leggera e genuina, si incontra con un’estetica che si fonde perfettamente con le sfumature tinteggiate da ogni storia.
I sospiri del mio cuore del 1995 da un punto di vista produttivo diede non poco lavoro a Miyazaki. Da un lato c’era il desiderio di lasciare spazio a nuove e promettenti leve dello studio – lasciando pur sempre massiccia la sua impronta come orma consolidato marchio di fabbrica – dall’altra però aveva bisogno di continue rassicurazioni circa il fatto che questa sua ennesima creatura prendesse forma nel migliore dei modi.
Si trattava infatti del primo film che si basava su una storia tratta da un fumetto per ragazze, ed essendo per lo studio la prima esperienza in storie d’amore, il maestro desiderava riuscire a raccontare una storia d’amore quanto più pura e genuina, ma non ingenua. Shizuku, che per disegno e personalità eredita un po’ di Kiki Consegne a domicilio, trattandosi dello stesso regista, insieme anche al suo compagno di viaggio, d’amore e d’avventura Seiji, appare alquanto matura per la sua età nel lasciarsi andare all’incanto di una promessa d’amore, ma consapevole degli ostacoli e i giochi del tempo.
Una storia quindi per ragazzi, ma che invita ad affrontare la vita con la stessa dose di entusiasmo e di maturità, senza dimenticare di lasciare spazio ogni tanto alle possibilità che può aprirci la fantasia. Ecco perché tutti i bambini dovrebbero vederlo.
La fantasia, quel meraviglioso ingrediente che non deve mai mancare
I sospiri del mio cuore è una storia in cui la fantasia ben si bilancia con la realtà, facendo quasi da contrappeso l’una all’altra. D’altronde è anche il primo film in cui la concretezza del disegno si incontra con gli effetti digitali, essendo stato il primo classico Ghibli a farne uso pur se in piccola parte.
E la fantasia è quella che dalla protagonista trasmigra come primo e fondamentale messaggio di tutto il film, dall’inizio alla fine. La fantasia intesa come macchina creativa che elabora, addolcisce e rilegge la realtà trasformando una canzone iconica come Country Road in un testo che assuma nuove forme e significati negli stilemi della propria lingua di origine, nel far suonare un violino in maniera differente a seconda di come si modelli la sua cassa armonica, o ancora nello scrivere un romanzo che mescoli esperienze, fantasie, fascini e speranze del presente e di mondi altri. E fantasia anche nell’accostarsi all’ amore, per rinnovarlo, prometterlo e (ri)scoprirlo ogni giorno.